13/02/11

Un nuovo blogger all'opera: Sasuke commenta gli italiani giovanili e la giornata di atletica internazionale

Galbieri in azione - foto Fidal
(di Sasuke) - Seconda giornata di gare all’altezza della precedente ad Ancona, dove anche quest’anno si sono tenuti i Campionati Italiani Indoor Giovanili e dove si svolgeranno la prossima settimana anche quelli assoluti; scelta obbligata, vista la momentanea assenza di strutture indoor adeguate ad ospitare un tale evento. Protagonista è ancora una volta la fenomenale Dariya Derkach che riscrive per ben tre volte il suo personale (prima portandolo a 6.30, poi 6.41 e infine 6.45). Trentesima prestazione mondiale, prima delle Under-20 e miglior misura italiana stagionale. Non male, dopo il superlativo 13.56 nel triplo di ieri. La ragazza ha un talento mostruoso, speriamo di vederla presto in maglia azzurra e che non venga rovinata da tecnici non all’altezza. Sottolineo, infine, che il suo salto supera anche il record promesse di Maria Chiara Baccini (6.41) stabilito dieci anni fa sempre ad Ancona. Sempre dalle pedane del lungo, da sottolineare i buoni risultati di Stefano Braga, allievo classe 1994, che con 7.45 avvicina il record di Andrew Howe e sconfigge di quasi 50 centimetri un ragazzo del calibro di Riccardo Pagan (secondo con un discreto 7.06). Tra gli juniores il migliore è Riccardo Serra (7.46), mentre tra le promesse si impone Federico Chiusano (7.55) con il favorito Camillo Kaborè quarto con un discreto 7.34.
Nel salto in alto maschile buon 2.24 alla prima prova per Marco Fassinotti, che si cimenta poi con scarso successo con il minimo per gli EuroIndoor a 2.27; potrà riprovarci la settimana prossima agli assoluti. Buoni riscontri anche dal rettilineo dei 60 metri, dove Giovanni Galbieri scende a 6.82 mentre Michael Tumi ha ragione di Francesco Basciani (6.75 a 6.79); da notare come i tempi di questi ragazzi siano vicini a quelli dei "grandi". Forse non ci sarà più bisogno di inserire veterani del calibro di Maurizio Checcucci nella staffetta nazionale con questi presupposti? Questo purtroppo lo deciderà soltanto la Fidal. Tra le donne la migliore è la promessa Ilenia Drasci (7.53) seguita dalle due Junior di nazionalità nigeriana Udochi Judy Ekeh (7.55) e Jennifer Chiama Olekibe (7.60) che hanno la meglio sull’azzurra, medaglia di bronzo con la staffetta alle olimpiadi giovanili, Anna Bongiorni che chiude, un pò spenta, in 7.61.
La giovane astista Roberta Bruni, salita a 4.20 qualche settimana fa a Fermo, si ferma a 4.00 metri dopo tre X a 4.15; perfettamente comprensibile, vista la tensione che può provocare un campionato italiano su un atleta alle prime esperienze. Misura che sarebbe bastata ampiamente per vincere anche la gara juniores (dove Chiara Rota si è fermata a 3.70). Niente di eccezionale la prestazione di Giorgia Benecchi che, vinto il titolo con 4.10 (alla prima), si misura senza successo con i 4.25; purtroppo, come si diceva, per raggiungere la finale agli europei serviranno almeno 4.40. La ragazza merita di esserci, chissà però se la Fidal sarà d’accordo viste le scarse possibilità di fare un buon risultato. Le faccio tutti i miei auguri, e anche qui dipenderà dagli assoluti (dove incontrerà probabilmente Anna Giordano Bruno e chissà, Elena Scarpellini, di cui non si è ancora stranamente sentito niente e che ha chiuso il 2010 proprio con 4.35 a Borgo Valsugana).
Poco altro da segnalare, se non l’affermazione di Marco Zanni anche negli 800 Juniores in 1.54.58 che vince così il secondo titolo tricolore.

Alcuni atleti italiani di livello, non avendo la possibilità di gareggiare ad Ancona visto lo svolgimento dei campionati, sono stati costretti ancora una volta a migrare all’estero. Risultati più e meno buoni hanno condito questa trasferta.
Ieri, a Vienna, in un meeting di discreto livello quale il Vienna Indoor Gala affermazione di Lukas Rifesser negli 800 in un buon 1'48"37 che purtroppo manca il minimo imposto dalla federazione di sette centesimi. Peccato, perché la sua è la 27° prestazione mondiale e 17° a livello europeo; ci sono ancora gli assoluti, è vero, ma lì trattandosi del titolo è probabile una gara tattica con tempi piuttosto alti. In gara anche Veronica Borsi che vince con un modesto 8.37; troppo alto per competere per il titolo italiano la settimana prossima, visti i progressi di Giulia Pennella. La prestazione più interessante è probabilmente il 52.18 di Vania Stambolova, già in testa alle graduatorie mondiali dei 400 con 51.27.
Oggi, a Karlsruhe (qui sotto l'altro articolo sul meeting, nd.r.) vari italiani sono scesi in pista. Migliori risultati tecnici a livello globale sono stati il 7.40 del grande David Oliver sui 60 ostacoli (con il cinese Xiang Liu terzo in 7.55) e il record nazionale tedesco di Silke Spiegelburg (4.76) che incrementa il suo stesso record di un centimetro e che la posiziona seconda dietro la zarina Yelena Isinbaeva nelle liste mondiali. Per quarto riguarda gli Italiani, modesta la prestazione di Emanuele Formichetti, settimo su nove atleti in gara con 7.64 (si vinceva con 7.97, con tre atleti in 3 cm - vittoria a Ignisious Gaisah) così come quella di Antonietta di Martino. La primatista italiana supera tutte le misure al primo colpo fino a 1.95, dove conclude (e vince) la gara (1.92 la sua misura); opaca anche Svetlana Shkolina, terza con 1.88). Le condizioni evidentemente non erano ottimali. Per quanto riguarda i nostri velocisti, Simone Collio ed Emanuele Di Gregorio, si ben comportano entrambi nella batterie (6.66 e 6.68). In finale Di Gregorio è un ottimo terzo (6.63), nella gara vinta da Lerone Clarke che porta il personale a 6.52, e riconferma la sua buona forma e il fatto di essere tra i migliori specialisti europei battendo anche Kim Collins (autore di un clamoroso 6.50, WL, nella batteria); Collio si spegne un po’ e conclude settimo in 6.69; peccato, minimo mancato di un centesimo prima e di due dopo! In chiave europea, Unger e il norvegese Egwero migliorano fino a 6.64.
Al femminile, vittoria di Mariya Ryemyen (7.15) davanti alla norvegese naturalizzata Ezzine Okparaebo (7.17) e alle due medagliate di Barcellona, la tedesca Sailer (7.28) e la francese Mang (7.33).
Marta Milani si impone nella sua serie, ma non va oltre un poco incisivo 53.89, che la allontana dal minimo. Complice, forse, la pista troppo stretta con solo quattro corsie.
Cito, infine, Alessandro Talotti, che ha superato 2.22 a Brno in Repubblica Ceca, l’8 febbraio.

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