02/02/11

Indoor Classic a Vienna: meeting di italiani, ma nessun minimo

Marta Milani: ancora 8 decimi per il minimo
In Italia manca un vero e proprio meeting internazionale indoor, per ovvi motivi. Mancano le strutture e la Fidasics non ha mai avuto nessuna voglia di accelerare le pratiche per favorirne l'edificazione di altri. Anzi. E questo nonostante la domanda di gare indoor sia altissima: ma come spiegato in più circostanze, l'attività di base (la linfa di tutto il movimento) in Federazione viene considerata zero-virgola. Scommettete che l'anno prossimo presenteranno il nuovo impianto di Padova (che sarebbe già attivo per altri sport)? Doveva essere già presentato quest'anno, ma chissà quale intoppo ha fermato tutto. I sindaci rifanno le strade il mese prima delle elezioni. La Fidal completa il palazzetto veneto, dopo anni in cui si sono invocate nuove strutture, l'anno delle elezioni. Accetto scommesse se non sarà così. Comunque, l'Italia è fuori da qualsiasi circuito internazionale di meeting indoor, mentre la Francia, la Germania hanno decine di impianti e fanno un'attività dieci volte superiore: sarà per quello che i giovani non abbandonano l'atletica (o l'abbandonano meno)? Venendo all'atletica praticata, ieri si è svolto uno di quei meeting oceanici europei di cui avremo tanto bisogno anche qui. La carta d'identità dei partecipanti era quella degli atleti d'élite o lì vicino, quindi tantissimi italiani in cerca del minimo per Parigi. Un occhio ai migliori risultati dell'Indoor Classic di Vienna.
Nei 60 si rivede nella finale B Rosario La Mastra, fino a pochi anni fa uno che metteva pepe alle code dei migliori sprinter italiani: 6"89 e 6"90 i suoi crono. Il migliore del lotto il ceco Jan Veleba, con 6"77 e 6"78. Lo sloveno Jan Zumer si aggiudica nettamente i 200 in 21"35, mentre i 400 se li porta a casa l'irlandese Brian Gregan, che è il terzo tempo europeo dell'anno, dopo il 46"24 del galletto Leslie Dijone e il 46"77 del lettone Marek Niit. 12° Marco Moraglio con 47"99, che è il secondo tempo italiano dell'anno dopo 47"73 dell'italo-albanese Haliti. Gli 800 sono stati vinti dal 19enne irlandese e astro nascente Darren McBrearthy in 1'47"87. Al terzo posto Mario Scapini con 1'48"45, a soli 15 centesimi dal minimo richiesto dalla Fidal. Sesto Lukas Riffeser in 1'48"65 e ottavo Giordano Benedetti in 1'48"86: in tre vicinissimi a Parigi, quindi. Purtroppo tutti per trovare il pass dovranno vagare per l'Europa, per i noti problemi italiani. 21° il bergamasco Michele Oberti: 1'51"01. Sui 1500 Marco Najibe Salami, già autore di un notevole 3'44"94 nella sua gara di esordio in Italia, migliora quasi di un secondo (3"44"18), giungendo terzo, ma non è ancora sufficiente per ambire al viaggio in Francia: serve 3'42"10. Molto bene anche il milanese Luca Leone grazie al suo 3'45"80 (quinto). Nei 60 femminili prestigioso secondo posto per Aurora Salvagno con 7"50 che migliora il 7"56 di Bratislava. Seconda nella finale B Lia Iuvara con 7"66. Nei 400 Marta Milani, (non vorrei mai essere nei suoi panni, dopo essere stata battezzata sul campo il pupillo del Boss), non riesce ad avvicinarsi al minimo federale, anzi, si allontana di un pizzico: il minimo è 53"00, a Vienna 53"82. La frequenza di gare ci indica che evidentemente  ci tiene a Parigi. Come darle torto. Comunque sia, seconda dietro la turca Redif Melis che ha finito in 53"18. Brava anche Eleonora Sirtoli che i due giri li ha finiti in 55"21, mentre la staffettista azzurra, pupilla di Di Mulo, che sostituì la Levorato a Barcellona nella 4x100, Tiziana Grasso, conclude mestamente in 57"19. Brava infine la Giorgia Benecchi, che ha vinto la gara del salto con l'asta a soli 3 giorni dal minimo per Parigi: stavolta 4,23 (contro il 4,35 precedente).  

2 commenti:

  1. Ottimo articolo, e il blog è veramente interessante! Unico appunto, credo che il tempo di Giulia Arcioni sui 400, che ha letteralmente sbriciolato il personale, meriti una citazione. :)

    Sasuke

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  2. hai tremendamente ragione!
    Rimedierò al prossimo articolo sui senior!

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