13/02/11

La Di Martino scende sulla terra: 1,92 - Di Gregorio sempre miglior sprinter europeo, ma Collio si avvicina - la Milani, invece, si allontana

Dai, tutto sommato bravi gli italiani a Karsruhe, anche se mi aspettavo un pizzichino di più da parte delle due ragazze azzurre, Antonietta Di Martino e Marta Milani, le cui azioni hanno subito un lieve calo. Stabili quelle di Emanuele Di Gregorio, mentre in leggera salita quelle di Simone Collio sui 60 metri. Ma andiamo con ordine. Nell'alto femminile, Antonietta Di Martino reduce non più di qualche ore fa dal sensazionale 2,04, torna in pedana. Un pò scarica? Forse. Pedana sorda? Forse. Fatto sta che arriva sì la vittoria, ma con 1,92, cioè 12 centimetri in meno di Banska Bytinka (era questo il nome slovacco?). Dietro, per numero di errori ma con la medesima misura, Viktorya Klyugina, mentre Svetlana Shkolina, salita fino a 2 metri non più di 3 giorni fa, sprofonda fino a 1,88. 12 centimetri anche lei in meno da pedana-a-pedana. In medio stat virtus, probabilmente. Autrici di una gara entusiasmante non più di qualche ora prima, entrambe le atlete sono arrivate in Germania con la spia della batteria accesa. Urgono i cavi per ripartire. Nei 400 Marta Milani si trova in una batteria da Campionati Italiani Promesse, con sole due atlete: risultato 53"89, cioè 79 cent in più rispetto all'ultima uscita. E adesso? Gli Europei col minimo a 53"00? Adesso mancano i due ultimi colpi agli Assoluti (di fatto uno, a meno che decida di tirare anche in batteria) a meno che trovi un ultimo meeting durante la settimana che porta ad Ancona. Bastava essere inserite nella batteria con la ceca Zuzana Hejnova (52"86 in seconda serie) per trovare un treno decente per Parigi. Dalla velocità maschile esce ancora a testa altissima Emanuele Di Gregorio che ormai è una sicurezza a certi livelli. 6"63 in finale (con RT 0"155) e 6"66 in batteria ma con 0"191 di reazione. Bastava una normale reazione di 0"16 anche in batteria e non così bradipeggiante come lo 0"191 fatto segnare dai blocchi (davvero tanto per un 60ista), per ottenere ancora una volta un tempo intorno ai 6"62/6"63. Se non altro l'onore di essersi messo alle spalle in finale quel simpatico globetrotter di Kim Collins che in batteria, a 35 anni, aveva ottenuto il proprio personale, con l'incredibile crono di 6"50. Possiamo omettere che sarebbe anche il record nazionale indoor delle Isole Saint Kitts e Nevis, tradizionale località caraibica dove si svolgono sport invernali? Buoni cenni di risalita da parte di Simone Collio. In batteria 6"68 ad un solo centesimo dal limite per gli europei e con un fenomenale RT di 0"139. In finale 6"69 con 0"148. Ancora un piccolo sforzo: poi manca ancora un mese all'appuntamento clou e nessuno in Europa sembra un fenomeno: Chambers si sta pure nascondendo. Ma attenzione adesso al fatto che a livello europeo si è intromesso il tedesco Tobias Unger, arrivato ad un solo centesimo da Di Gregorio (6"64).
Attenzione dai 60 femminili che si stanno vedendo altre cose, oltre a prezzemolina-Povh. Infatti la Maria Ryemyen, orfana della connazionale Povh (inizialmente prevista in gara) sciabola un 7"15 da vertigini, ottenuto soprattutto con un RT di 0"190. Questo vuol dire che con una partenza un pizzico più sveglia, vale già il 7"13 della Povh. Solo loro due si contenderanno il massimo alloro europeo? No, sbagliato. A 7"17 troviamo la norvegese (di certa origine nigeriana o di quella parte d'Africa) Ezinne Okparaebo. Podio a Parigi probabilmente con tempi sotto i 7"20. La campionessa Europea di Barcellona, Verena Sailer soffre questa distanza, e corre ancora tempi a portata di Manuela Levorato (7"28 e 7"31). Negli ostacoli femminili, sempre in ottica europea, la norvegese Christina Vukicevic (ma anche questa sembrerebbe di origine slave) ottiene due volte in poche ore il suo PB: 7"90 in entrambe le circostanze, e pole position sotto l'Arco di Trionfo. Record nazionale tedesco invece dall'asta, vinta da Silke Speigelburg con 4,76. La Isimbayeva è avvertita, anche se questa settimana ha già riprovato il record del mondo a Mosca a 5,01. L'animale americano David Oliver, come preventivato, ha dominato i 60hs. 7"40, trascinandosi però alle spalle, tra gli altri, i francesi Dimitri Bascou (7"53) e Darien Garfield (7"56): tutti e due al primato personale, che mette a questo punto un pò di pressione sul ceco Svoboda, che era stato un pò lo spauracchio dei meeting europei degli ultimi 20 giorni. Il lungo maschile, come segnalato, continua quest'anno a non decollare. Nonostante il parterre de roi, vittoria al ghanese Gaisah con 7,92, davanti al greco Tsatoumas con 7,96. Terzo il redivivo Beyer con 7,95. Nils Winter addirittura 7,68, mentre Emanuele Formichetti 7,64. 

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