13/02/11

Esodo dai regionali Lombardi: 50 atleti in esilio in Svizzera

L'impianto di Magglingen, rifugio di lombardi esodati
Sta prendendo sempre più piede qui in Lombardia una forma di organizzazione fai-da-te trasversale, che altro non sarebbe che la reazione all'immobilismo ormai ultradecennale di una Federazione che non si riesce a rinnovare nelle idee, nelle strategie di proselitismo (ma ne ha mai avuta qualcuna?), per un semplice motivo: non cambiano le persone. Innovazione, flessibilità, entusiasmo, dinamismo: questo dovrebbe essere il compito di un'organizzazione sportiva. Come avevo scritto centinaia di post fa, il gruppo dirigente che fa parte della Fidal Lombardia attuale è per almeno l'80% composto da persone che avevano alle spalle almeno un altro mandato e più del 50% ricopre cariche nella Fidal da oltre un decennio (ma c'è chi è presente da oltre 30 anni). Tutto questo ha portato a creare un ambiente restio al cambiamento e che se "pensa" a innovarsi è sempre per variazioni millesimali. Possiamo vederla così: è il trionfo della burocratizzazione dello sport, che come conseguenza toglie linfa vitale e il dovuto entusiasmo a questo piccolo mondo (ormai di nicchia).
Ciò che rimane come un macigno sulle spalle di questo gruppo dirigente autoperpentrantesi da anni, è in primo luogo l'assenza di un palazzetto dello sport per l'attività invernale. L'atletica non deve essere uno sport solo estivo: deve essere anche invernale. Ma può anche essere per molti uno sport solo invernale, perchè no? Avendo le strutture... Metteteci che i genitori oggi sono sempre più restii a mandare i propri figli ad allenarsi al freddo: meglio qualche sport indoor, come la pallacanestro o il basket, che i rigori dell'inverno. Ho come l'impressione che dopo il crollo del Palazzetto dello Sport che svettava di fianco allo Stadio di San Siro, avvenuto nel 1985 (26 anni fa) la Fidal Lombardia non abbia mai perseguito con serietà questo obiettivo. 15.000 tesserati, più di 800 società e nemmeno un palazzetto per l'attività invernale. C'è chi dice: sì, ma la maggior parte dei tesserati sono runners stradaioli. Non importa! La visibilità dell'atletica è data sempre dalla pista: quella è la sua vetrina e il suo luogo naturale.
Il CRL non ha intessuto i giusti rapporti con le amministrazioni locali: il caso Urgnano è uno scandalo senza precedenti. L'offerta della pista di Genova (poi passata per Torino) è il secondo scandalo: nonostante i miliardi di metri cubi di capannoni inutilizzati su tutto il territorio regionale per via della crisi, nessun comitato provinciale e quello regionale ha trovato un solo buco dove infilarcela. Pensare che fino a 10 anni fa si correva a Castellanza che era un capannone della prima rivoluzione industriale della fine del XIX secolo: ma evidentemente allora qualcuno credeva ancora che l'attività indoor fosse necessaria, non succursale, a questo sport. E dov'era "stoccata" a Lodi? Ve lo ricordate? Cos'era quel posto, un mulino? Tutto questo per dire una semplice cosa: i buchi, le stamberghe, i loculi, le catacombe, i postriboli per piazzare una pista in Lombardia ci sono. Altrochè.
La realtà è che La Fidal Lombardia non ha mai voluto impegnarsi davvero per trovare una pista indoor. Poi non ha voluto impegnarsi nel lungo periodo (leggi: mutui) perchè i mutui durano più dei mandati federali non lasciando quindi spazio alle politiche di piccolo cabotaggio. Meglio vivere alla giornata distribuendo risorse a pioggia, che pensare di far del bene a tutto il mondo dell'atletica negli anni a venire. E costoro vengono pure eletti con scadenza quadriennale grazie alla legge "porcellum" che attribuisce a 3 o 4 società tutto il peso dell'elezione, tagliando fuori almeno centinaia di piccole società.
Così per contrasto allo status quo imperante, che è anche espressione di quelle tre o quattro società lombarde (non bastasse l'effetto nefasto sull'atletica nazionale) c'è chi cerca di reagire alla mummificazione delle menti e delle conseguenti iniziative: così se la montagna non va da Maometto, Maometto è andato alla Montagna. Tutto questo è avvenuto grazie a Igor Crispi, ottimo allenatore e nel recente passato atleta master di primo piano (un velocista, lunghista) che un tempo correva per l'Atletica Rovellasca. Vista l'assenza di gare indoor in Lombardia, ha pensato insieme agli amici dell'Atletica Lecco, di organizzare un pullman che andasse laddove le gare indoor non solo ci sono (in Svizzera) ma che addirittura sono organizzate in un modo che qui in Italia ci sogniamo. Dovrebbe essere questo il terzo anno che Igor organizza questa trasferta verso Magglingen (per me è la seconda volta che partecipo), dove si tengono una serie di meeting internazionali... open. Ebbene, l'anno scorso gli atleti furono circa 25. Quest'anno, attraverso il passa-parola e gli entusiastici report dell'anno prima, si è rischiato di viaggiare in piedi: 50 persone, provenienti da 12 società lombarde. Un pullman completato in ogni singolo posto (qualcuno è dovuto salire in auto fino al palazzetto). I due giorni di pernotto nella Scuola dello Sport di Magglingen, che è come un albergo a 3 stelle, e soprattutto spese contenutissime nonostante si parli di Svizzera. Un'esperienza unica, anche per il palcoscenico cui possono godere gli atleti. Non ci sono giudici invadenti, arroganti, urlanti, maleducati: i giudici li vedete solo in pista! Questo è anche frutto di un cultura sportiva superiore (pensate: stavo mandando un sms nel dopo-gara dallo spazio delle panchine contenute all'interno della pista. Mi si è avvicinato un signore, e mi ha fatto capire che il telefono si usa fuori dalla pista... sono d'accordo! Ho fatto cenno di sì, e ho riposto il mio cellulare. La sacralità dello sport negli spazi consacrati dove tutti devono portare rispetto). E nel rispetto di questi spazi, gli allenatori non entrano in pista... mai, anche se è tutto open-space, in special modo verso le tribune. L'atleta deve solo mettere una crocetta su un tabellone a fianco del proprio nome, quando si presenta. E così conferma la propria iscrizione. Poi, su un portale a fianco pista, l'organizzazione attacca le serie e le corsie, senza le resse italiantipiche (con i giudici che fanno le grida). Altra crocetta. Sotto le liste appese c'è un tavolino con i numeretti adesivi: ognuno si prende quello relativo alla propria corsia. E poi si aspetta la propria corsa, senza aver visto organizzatori, giudici, soggetti sinistri. Hanno educato gli atleti ad essere autosufficienti fino allo schieramento dietro i blocchi: qui i giudici fanno l'unico appello, giusto perchè le corsie siano giuste e si parte. Chi c'è c'è, chi non c'è... si sveglia per la volta successiva. Ma vi assicuro che tutto fila liscio come l'olio. E i tempi di reazione sui blocchi? In quante gare nella vostra vita avete avuto questa chicca? Perfetto, tutto.
Ma sapete qual'è il vero segnale? Che tutto questo è avvenuto nel weekend dei Campionati Regionali Indoor, cioè quella cosa lì che organizzano nel dorato palazzetto di Saronno (che è l'ennesimo tunnel) dove naturalmente non sono possibili gare superiori ai 60 metri. A prendere la strada per il Canton Berna, tra l'altro, non sono stati atleti del quarto mondo sportivo (come il sottoscritto) ma moltissimi atleti che avrebbero vinto o sarebbero arrivati sul podio dei suddetti regionali lombardi. Uno smacco, un segnale, anche se a Igor Crispi, son sicuro, non gli sarebbe importato nulla mandare messaggi alla Fidal Lombardia. La cosa importante, e qui il Comitato Regionale è assolutamente sordo, è mettere gli atleti al centro della propria attenzione. Gli atleti, non i Dirigenti, ne i Fiduciari Tecnici, nè gli allenatori, sono il motore di questo sport. A loro va regalata la centralità di ogni decisione. Spero che l'esperimento di Igor vada avanti acquisendo sempre più consensi. L'anno prossimo due pullman, magari. Prima o poi qualcuno, quando anche nella ricca Lombardia, ci si troverà con quattro gatti ai regionali, si chiederà se gli atleti lombardi meritano davvero questi dirigenti e questi fiduciari. Mi appello alla loro intelligenza: basta, arrivate fino a fine mandato e poi seguite le vostre società lasciando spazio ai giovani (se non nella carta d'identità, nelle scelte), a chi non pensa a sè stesso nè alle proprie società di provenienza. 

1 commento:

  1. Ottima iniziativa quella di Igor Crispi. Le carenze della FIDAL si manifestano in modo più marcato durante la stagione indoor. Scandaloso che la Lombardia non abbia un palazzetto indoor decente....
    Credo non sarebbe male se nei prossimi anni questa trasferta svizzera venisse ulteriormente pubblicizzata. Probabilmente molti più atleti aderirebbero e allora diverrebbe un vero e proprio evento internazionale e momento di aggregazione.

    Saluti

    Marco Giacomantonio

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