15/02/11

Meno di una settimana agli assoluti - chi scende e chi sale prima di Parigi: le donne

Manuela Levorato
(scritto da Sasuke) - Stesso articolo, in versione femminile, di quello comparso ieri. Condito però da dati più interessanti vista la pubblicazione delle Start Lists (qui il link) dei campionati italiani assoluti indoor di questo fine settimana. Ma su questo, mi dilungherò in seguito in un articolo ad essi dedicati, una sorta di “preview” per usare un termine inglese di ciò che ci aspetta.
60 metri - Per il momento solamente la primatista italiana dei 100 e del mezzo giro di pista, Manuela Levorato, è riuscita nel impresa di segnare un tempo inferiore al 7.33 richiesto dalla federazione. Capace addirittura di una scala di tempi. Su 6 apparizioni stagionali ha infatti collezionato 7.31-7.32-7.33-7.34-7.35 e un 7.39, in una batteria. Si ragionava di come fare per accedere alla finale di  Parigi: potrebbe servire un 7.25/7.26; c’è ancora tempo e non è detto che Manuela non riesca nell’impresa: se lo merita assolutamente, anche come riscatto per gli europei di Barcellona, dove le è stata preferita Tiziana Grasso nella staffetta di cui si è già tanto parlato e discusso. Dietro di lei, in chiave azzurra, Giulia Arcioni vanta un discreto 7.45 (ci riproverà agli assoluti), che però sembra aver lavorato più sulla velocità prolungata, visti i progressi nel doppio giro di pista al coperto (che suggerisce che voglia aumentare la sua resistenza alla velocità per i duecento metri all’aperto) e un'Aurora Salvagno non all’altezza dell’anno scorso (per le tante gare, ma la miglior prestazione è 7.50) dove scese a 7.37 e arrivò in semifinale ai mondiali indoor di Doha. Agli assoluti faranno loro compagnia Audrey Alloh e Jessica Paoletta, oltre ad altre di cui parlerò prossimamente. A livello europeo dominio del due dell'Ucraina Olesya Povh-Mariya Ryemyen (7.13-7.15); la prima ha dominato praticamente tutti i meeting europei della stagione, rinunciando all’ultimo a causa di un lieve infortunio. Che abbia esagerato? Poco dietro anche la norvegese naturalizzata Ezinne Okparaebo, con 7.17. Da notare come la talentuosa ragazza (ha solo 17 anni) britannica Jodie Williams sia scesa a 7.24.
60 metri ostacoli - Solo la promessa Giulia Pennella, capace di migliorarsi in un solo colpo di 10 centesimi, è scesa sotto alla soglia (8.15) richiesta; sue le migliori quattro prestazioni italiane stagionali (8.13-8.23-8.26-8.27). Più dietro Veronica Borsi (8.28 e 8.29) e Francesca Albiani (8.31), mentre il minimo sembra fuori portata per la dominatrice della stagione (italiana) dei 100 ostacoli Marzia Caravelli (8.46) che si è cimentata in vari 60 e 200. A livello europeo la migliore è la norvegese Christina Vukicevic (7.90) sulla tedesca Carolin Nytra 7.92, la russa Alexsandra Antonova (7.93) e l’eptatleta Jessica Ennis (7.97).
400 metri - Con Libania Grenot fuori dai giochi, come gli ultimi anni, la migliore è la bergamasca Marta Milani, che ha mancato il minimo per pochi centesimi (53.10 contro i 53.00 richiesti) rimanendo fuori dalla prova individuale per molto poco. Ha poi riprovato questo fine settimana a Karlsruhe senza troppo successo fermando il cronometro a 53.89. Buona anche la prova di Maria Enrica Spacca (53.42) con Chiara Bazzoni (54.27 alla sua unica apparizione) e Giulia Arcioni (miglioratasi fino a 54.35); buon 54.67 anche per Elena Maria Bonfanti, all’esordio tra i senior, mentre è addirittura quattordicesima nelle liste della stagione l’ex primatista del giro della morte all’aperto, Daniela Reina, ferma ad un misero 56.25 (complice probabilmente una condizione non ottimale causa sintomi influenzali). La Reina, che evidentemente non ha curato particolarmente la velocità questo inverno, ha tentato probabilmente di essere tra le quattro staffettiste a Parigi; si è probabilmente arresa, visto che agli assoluti è iscritta solo sugli 800. A livello europeo le russe “top” non si sono fatte vedere e l’unica ad essere scesa prepotentemente sotto i 52 secondi è la bulgara Vania Stambolova (51.27) che si candida così all’oro.
800 metri - Solo un atleta è scesa sotto i 2.09 quest’anno, e si tratta della MF35 Elisabetta Artuso, al record di categoria con 2.05.99 a Siviglia. Buio pesto per il resto; Elisa Cusma ha deciso di saltare la stagione in toto vista la sua momentanea assenza dalle liste di partenza degli assoluti dove c’è però Daniela Reina, che è comunque in condizione non particolarmente ottimale e che temo non riuscirà ad avvicinarsi ai 2.02.20 richiesti. A livello europeo (e mondiale) la migliore è la russa Yuliya Rusanova, autrice tra l’altro di un ottimo 1.24.02 sui 600 metri, seconda prestazione di sempre.
1500 metri - La migliore è, anche qui, una (neo)master: Eleonora Berlanda che con 4.24.86 è davanti a Giulia Viola con 4.26.04, promessa che è anche terza negli 800 con poco meno di 2.10. Tempi modesti, visto il difficile minimo imposto a 4.11.00 che è, al momento, irraggiungibile per tutti. Difficile impresa anche per la migliore iscritta ai campionati italiani Margherita Magnani, che con il suo accredito di 4.12.54 all’aperto può ancora sperare. Assenti, invece, Elisa Cusma e la leader stagionale dell’anno scorso Elena Romagnolo che aveva corso in 4.06.03; la migliore in Europa è Yevgeniya Zolotova con 4.05.47.
3000 metri - Situazione poco migliore; Agnes Tschurtschenthaler è la migliore con 9.25.87 (minimo 9.03) che ha partecipato con scarso successo in un meeting all’estero. Agli assoluti troverà sulla sua strada Veronica Inglese e Silvia Weissteiner. La migliore europea, Sylwia Ejdys, ha già corso in un buon 8.43.22.
Salto in Alto - Antonietta Di Martino è la migliore al mondo quest’anno, dall’alto del suo 2.04 che le permette di essere una forte candidata all’oro, visto l’assenza della Vlasic e l’infortunio della tedesca Friedrich. Subito (come ordine, non come misure) dietro di lei la neo-promessa Elena Vallortigara (1.90) e la neo-junior, campionessa mondiale allieve a Bressanone, Alessia Trost (1.89). Dietro di loro Elena Meuti (1.88) e Raffaella Lamera (1.87). Tutte si sono già cimentate una o più volte, senza successo, con gli 1.92 del minimo. La stranezza è l’assenza della Di Martino nelle liste di partenza agli assoluti; vista l’ultima prestazione un po’ sotto le attese (1.92) seppur motivata dalla possibile stanchezza e dalla confusione della gara non vorrei fosse infortunata/non partecipasse per precauzione. Dietro la Di Martino solo la russa Shkolina, a 2 metri, e poi Mariya Kuchina (la junior del '93 battuta dalla nostra Trost 2 anni fa, che ha fatto quel salto di qualità che speriamo avvenga anche nella friulana, lasciandole tutto il tempo necessario).
Salto in Lungo - La migliore, come già detto, è l’ucraina Dariya Derkach (classe 1993). Non avendo la cittadinanza, che le auguriamo di ricevere al più presto, l’unica italiana su un discreto livello è Tania Vincenzino (6.42). Troppo indietro le altre (la prima è l’eptatleta Francesca Doveri con 6.19) in una specialità dominata dalle russe guidate da Anna Nazaarova con 6.89.
Salto Triplo - Anche qui, non molto da dire. La migliore è la medaglia di argento di Barcellona Simona La Mantia con 14.33 (ma anche 14.05) che è scesa al quinto posto nelle liste mondiali capitanate dalla tedesca Katja Demo (14.47) che sarà diretta rivale della nostra. Specialità governata dalle europee con la prima extra (la giamaicana Trecia Smith a 14.10). La nostra può puntare a riconfermare il risultato di Barcellona. Dietro di lei, oltre alla Derkach (13.56), niente di fatto. Non è scesa in pista la primatista italiana del triplo, Magdelin Martinez, che ormai da qualche anno sembra non riuscire più a saltare come era solita (complice anche, a mio avviso, una rincorsa poco potente/veloce).
Salto con l'asta - Al primo posto, a pari merito, la primatista italiana Anna Giordano Bruno (con 4.35, ma personale a 4.60) e Giorgia Benecchi, che però è stata meno costante della Giordano Bruno che ha saltato prima 4.25, poi 4.30 e infine il minimo a 4.45. Non si è vista e non si vedrà agli europei Elena Scarpellini, che concluse la scorsa stagione con 4.35, mentre potrà tentare il colpaccio (una medaglia assoluta) l’allieva Roberta Bruni (salita a 4.20). A livello mondiale, tornata la Isynbayeva, la miglior misura è a 4.85. La russa Feofanova non sembra in grado di impensierirla, salita l’anno scorso a 4.80 a Doha e ferma quest’anno a 4.60. Si ragionava di come in finale si entrerà con 4.40; la Giordano Bruno è probabilmente in grado di superare la misura mentre alla Benecchi, con il personale a 4.36, la rassegna sarà maggiormente utile per fare esperienza.
Getto del Peso - Niente da dire nemmeno nel peso. Con una world leading inferiore ai 19 metri (Alena Kopets, 18.82, Biolorussia), misura superata dalla nostra Chiara Rosa l’anno scorso, proprio la Rosa è ferma a 17.52 (ma anche 16.66 più recentemente ad Ancona) su Elena Carini (16.34) e Julaika Nicoletti (16.19).

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