08/02/11

Il weekend atletico italiano verso Parigi 2011 - le donne

Maria Enrica Spacca, ottimo esordio sui 400

  • 60 metri: Si va avanti con una sola atleta, Manuela Levorato, che al meeting di Stoccarda ha registrato una giornata di stallo dal punto di vista cronometrico (7"34 e 7"39) ma che se vogliamo è la conferma ad alti livelli della veneziana. Manca più di un mese agli Europei, e pensare di migliorare di un decimo aggiustando qualche particolare non sembra azzardato. La finale si conquista con tempi solitamente tra i 7"25 e i 7"30. Non è un'impresa. La medaglia, guardando le liste dell'anno, sarà vicina ai 7"20 (solo una per ora è scesa sotto questo limite e anche in più circostanze, l'ucraina Povh). Arcioni e Salvagno ancora troppo lontane dal limite per sperare di essere convocate in questa specialità.
  • 400 metri: è bagarre per i quattro posti della 4x400 di Parigi, che verrà sicuramente schierata. Marta Milani piazza il personale a 53"10, 44 centesimi in meno del PB dell'anno scorso, ma non ancora sufficiente per partecipare alla gara individuale (avendo conosciuto da qualche uccellino gli atteggiamenti dello staff tecnico della Fidal a Barcellona sulle staffette, c'è da credere che stiano facendo le corna sul fatto che la Milani faccia il minino: preferiscono che gli atleti si dedichino ai quartetti senza ulteriori distrazioni). Maria Enrica Spacca, l'avevo evocata non più di una settimana fa: mi ha ascoltato e siglato un gran 53"42 sulla scia della Milani. Secondo tempo dell'anno in Italia, e quasi la certezza di prendere un volo Air France (low cost, naturalmente, visti i mille rivoli in cui si perdono i denari stoccati presso il deposito di Paperon' de Paperoni). Stecca clamorosamente Daniela Reina (56"25 ad Ancona) che fonti la davano allenarsi per gli 800, e che ha intravisto probabilmente la possibilità della staffetta. Troppo alto per essere vero: deve essere successo qualche cosa durante la gara. Salgono così le azioni di Giulia Arcioni (54"35) e Chiara Bazzoni (54"27) (visto che Grenot non ci sarà quasi sicuramente). Ma un altro paio di atlete sono scese sotto i 55": gli italiani assoluti saranno davvero il banco di prova finale per stabilire la quadriga europea.
  • 800 metri: la specialità è al momento con l'encefalogramma piatto. Daniela Reina ha provato i 400 (con scarsa fortuna). La migliore attualmente in Italia è stata la giovanissima Serena Monachino che ha corso in 2'09"44, cioè un'eternità (sportiva) dai limite di 2'02"80. La specialità, volenti o nolenti, in questo momento è solo Elisa Cusma, nella speranza che la Reina sia protagonista. Dietro il vuoto.
  • 1500 metri: stesso identico discorso al millimetro con gli 800, solo che non c'è una seconda Daniela Reina che possa essere una valida scelta alternativa a Elisa Cusma. Al momento la migliore in Italia è addirittura un'atleta del '76 (una master de facto e di diritto) Eleonora Berlanda. Il mezzofondo veloce femminile, tolta la Cusma, è all'anno zero: se n'è reso conto qualcuno?
  • 3000 metri: non si sono viste ancora all'opera nè Elena Romagnolo, nè Silvia Weissteiner (ma è anche vero che non la si sente da un pò di tempo), nè Federica Dal Ri. L'unica con velleità europeiste sembra essere l'altoatesina Agnes Tschurtschenthaler, che sarà schierata nei prossimi giorni in un 3000 in giro per i meeting europei. Davvero difficile pensare che poi si ritrovino tutte agli italiani per fare una gara a ritmi elevati per ottenere un minimo a scapito di un titolo nazionale. Mettiamoci anche i 3000 tra le specialità in via d'estinzione (e nonostante sia stata nel passato una delle specialità più ricche di medaglie: dagli ori di Agnese Possamai fino alla medaglia di bronzo di Silvia Weissteinter di Birmingham '07). 
  • salto in alto: la regina (Antonietta Di Martino) ha archiviato la pratica fin dalla prima uscita: 1,95 e mamma butta la pasta che arrivo di Dan-Petersiana memoria (bello sapere che il Dan di Chattanooga, Tennesee, è tornato ad allenare: meglio ancora sentire le sue cronache della NBA negli anni '80). La domanda è: accanto al suo posto nella fila F della seconda classe del volo per Parigi, ci sarà Elena Vallortigara o Alessia Trost... o nessuna delle due? A naso, visto come il faccione di Rams-Arese II si è speso per loro nel corso dell'ultimo anno, se una delle due promettenti ragazze dovesse ottenere il minimo, la porterebbe. Trost nell'ultima uscita batte Vallortigara a Udine: e questo è un colpo, visto che la seconda sembrava un pelo più forte (ha anche un paio di anni in più). Il problema sono le misure: a 1,80 agli europei si entra, non si finisce la gara. I campioni, volenti o nolenti, sono quelli che tengono un trend medio alto, lasciando davvero poco spazio alle battute a vuoto. Ma stiamo parlando di ragazzine che non hanno in un caso nemmeno 17 anni. Di sicuro la specialità è viva e anche coperta per l'immediato futuro.
  • salto triplo: anche qui Simona La Mantia mette agli atti il minimo. Stasera sarà di nuovo in scena a Lievin, in Francia. Mi sa che ci si ferma qui, visto che Magdelin Martinez (anche lei da quest'anno sarebbe "master") non si è ancora vista. All'orizzonte si profila un fenomeno di estrazione nobilissima (quella dell'est europeo), e dai piedi fotonici: Dariya Derkach. 16 anni, ucraina ma che vive in Campania (la mamma partecipa all'attività master nazionale) e si sa come la penso su questi ragazzi di seconda generazione: sono nati in Italia, frequentano le scuole italiane, parlano italiano: se lo vogliono loro, non vedo perchè puntare su molti di questi ragazzi per l'atletica nazionale del domani. I fenomeni sociali che si registrano oggi in Italia, non possono emarginare questi fenomeni: l'integrazione parte dai giovani. Così tantissimi ragazzini di origine nordafricana li vediamo sempre più affollare le gare di mezzofondo (in contrasto con l'abbandono da esodo degli italiani), quelli centrafricani nella velocità: è lo stesso identico fenomeno avvenuto in Francia, che ha esperienze di immigrazione più radicate. Cosa aspettiamo a seguirli?
  • salto in lungo: peccato che Irene Pusterla sia nata qualche km oltre il confine Italo-Svizzero. Avremmo potuto contare su una speranza per l'immediato futuro, visto che ritirata Fiona May, la specialità è stata inserita dal WWF tra le specie estinte con l'orso del Kispius. La Pusterla a Magglingen (testimone oculare il sottoscritto) ha saltato 6,57. Minimo anche per la Fidal, ma non è appunto italiana. Tania Vicenzino plana a 6,42 (che è un ottimo salto) ma non sembra ancora pronta per tenere trend superiori a 6,50. Troppo "alesaggio" tra una gara e l'altra (ha anche un 6,28). La giovanissima Dariya Derkach, zitta-zitta, intanto arriva a 6,31. Lei è il futuro, se la Federazione Ucraina non se ne accorge prima.
  • salto con l'asta: Benecchi e Giordano-Bruno sono già in Francia. Ma ho una specie di presentimento sulle astiste italiane: la poca solidità internazionale. Come dire: andare agli Euroindoor solo per far presenza. Il minimo sembra quasi più abbordabile rispetto agli altri (si pensi al 2'02" sugli 800), ma poi il senso della previsione di un minimo Fidal perde in questo caso la sua valenza: sarebbe necessario ottenere la misura richiesta per l'ingresso in finale (almeno 4,40). Speriamo che le due ragazze di cui sopra migliorino i loro stagionali.
  • lancio del peso: l'unica pretendente alla Francia è Chiara Rosa, che spesso è vittima di sè stessa e delle proprie elucubrazioni. Spara 'sto peso con rabbia e Amen! Così al momento non ha ancora ottenuto il minimo, ma è assolutamente alla sua portata...

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