06/03/11

Europei Indoor - Antonietta di Martino Oro - Fabrizio Donato vola a 17.73 - Tamgho nuovo record mondiale

(di Sasuke) Si sono conclusi oggi pomeriggio, a Parigi, i campionati europei indoor 2011. Risultati di altissimo livello (tra i cui autori anche i nostri azzurri) hanno animato questa terza e ultima giornata di gare. Diretta tv su Rai Sport (così come ieri, l'atletica è stata tenuta sorprendentemente in considerazione; inizialmente erano previste delle differite, per di più accorciate) con il commento poco attento di uno dei sostitutiti di Bragagna (di cui purtroppo al momento non mi sovviene il nome) e di Attilio Monetti, non senza qualche gaffe.

 La miglior prestazione assoluta della giornata viene dal salto triplo, con il francese Teddy Tamgho capace di aggiungere un altro centimetro al suo record mondiale (nella sua serie ben due 17.92, oltre ad un 17.65 e un 17.46). Ieri giunse quarto nel lungo, ricevendo non poche critiche per essersi "sprecato" prima della gara principale (il triplo) compromettendo le prestazioni... penso che ora si rimangeranno ciò che hanno detto. Da lodare, infatti, la decisione di Tamgho di mettersi alla prova in un doppio evento. Se un velocista può spaziare dai 100 ai 400 perchè un triplista non può fare anche il lungo? Dopotutto saranno diversi, ma salti in estensione rimangono. Dietro di lui un grande Fabrizio Donato, capace di tornare (anzi, di andare per la prima volta) oltre il muro dei 17.70 che non aveva mai superato. Per lui una serie con un 17.70, un 17.49 (chiuso male, ma che sarebbe potuto essere molto di più) e infine un 17.73, misura che sarebbe bastata per l'oro ai mondiali di Berlino. Non fosse stata per la presenza di Tamgho per Fabrizio sarebbe stato oro; ora, se rimane su questi livelli (che non mi aspettavo assolutamente, visto il suo miglior salto stagionale ad "appena" 17.03) ai mondiali può dire la sua; Tamgho non sarà sempre in forma da record mondiale, no?
Poi Marian Oprea, capace di andare subito in testa con un ottimo 17.62, seguito però da un 17.43 e da una serie di nulli e salti di scarso valore. Sopra gli 17 metri anche il secondo francese Yoann Rapinier (al personale, 17.23) e Christian Olsson (17.20, uguale al personale). Ultima posizione per un modesto Daniele Greco, fermo a 16.24; molto meno esplosivo di Donato in pedana, mi è sembrato piuttosto spento. In qualificazione si era destreggiato bene (16.75), peccato che in finale abbia fatto così male; consola solo il fatto che anche facendo meglio si arrivava a poco.

Tutte le 8 atlete in gara superano facilmente 1.92 ma quando l'asticella viene posizionata a 1.96 le vittime iniziano ad aumentare. Fuori dai giochi anche la russa Svetlana Shkolina, che in qualificazione si era ben comportata, saltando tutte le misure (fino a 1.94) al primo tentativo senza nemmeno togliersi i pantaloni (per lei uno stagionale e personale di 2.00 metri esatti, dietro alla Di Martino nelle liste mondiali). La svedese Ebba Jungmark, assente la forte connazionale Emma Green, è capace di superare il personale (1.93) con un buon 1.96 al terzo colpo. Anche Ruth Beitia, la spagnola alta più di 1.90, dopo essere entrare in finale per il rotto della cuffia, supera 1.96 al primo colpo. Posizionata l'asticella a 1.99 solo Antonietta di Martino, la world-leader, supera la misura (al primo tentativo, come tutte le altre) aggiudicandosi l'oro. Per la campana di Cava dei Tirreni, poi, un buon 2.01 (seconda prestazione di sempre in Italia al coperto) al secondo tentativo e tre errori alla quota di 2.03. Ottima gara, senza sbavature fino a 1.99, dove la nostra avrebbe potuto giocarsela anche con la Vlasic e la Friedrich, qui assenti per varie ragioni (la croata per studi universitari, la tedesca per un brutto infortunio) e poi un buon proseguio. Finalmente, dopo tanti anni di attività, anche per Antonietta è arrivato un oro!

Buoni riscontri nel salto con l'asta femminile. Anna Rogowska, già campionessa mondiale, vince con l'ottima misura di 4.85 (eguagliando la european leading della Isinbaeva, zarina dell'asta qui assente a causa di un virus influenzale) su Silke Spiegelbulg (vicina al personale con 4.75) e Kristina Gadshiew (4.65). Ottima anche Minna Nikkanen, al quarto record nazionale norvegese della manifestazione con 4.60; buona anche Jirina Ptacinkova (4.60, =PB) e Alexandra Kyriashova, russa capace di 4.60.
Lungo donne che vede l'affermazione della talentuosa russa Darya Klishina (6.80) sulla portoghese, Naide Gomes (6.79eYuliya Pidluzhnaya (6.75). Ultima posizione per la svizzera Irene Pusterla, incapace di andare oltre 6.43; in qualificazione era stata capace del primato nazionale, 6.71.

Negli 800 metri uomini, doppietta di Adam Kszctot (1.47.87) e Marcin Lewandowski (1.48.23). Fuori dai giochi lo spagnolo Luis Alberto Marco, in testa ai 400 metri in 54.55, che cade per terra durante il terzo giro inspiegabilmente e conclude ultimo in 2.00.58, bravo a finire comunque la gara.
Tra le donne, affermazione Yevgeniya Zinurova (2.00.19) su Jennifer Meadows (2.00.50) e l'altra russa Yuliya Rusanova (2.00.80, prima ai campionati russi in 1.58.14 davanti alla stessa Zinurova). La Meadows e Marilyn Okoro (quinta, 2.02.46) correranno poi anche la 4x400.

Dal breve rettilineo dei 60 metri, interessanti affermazioni. Doppietta delle due ucraine, favorite, con Olesya Povh (solito 7.13 per lei) su Mariya Ryemyen (solito 7.15). Completa il podio la norvegese Ezinne Okparaebo (7.20) su Jodie Williams (giovane 1993, 7.21, =PB) la terza ucraina Hrystyina Stuy (7.21, PB). Occupano le ultime posizioni le due forti francesi, Veronique Mang (7.22) e Myriam Soumare (7.24).
Tra gli uomini, vittoria di un redivivo Francis Obikwelu, capace di abbassare il personale e il record nazionale a 6.53, su Dwain Chambers. L'ex campione europeo e campione mondiale dei 60 è comunque capace di regolare tutti gli altri con 6.54. Terzo il favorito della vigilia, il francese Christophe Lemaitre (6.58) che batte di un centesimo un ottimo Emanuele di Gregorio che porta lo stagionale a 6.59 (partito benissimo l'azzurro si spegne ai 40 metri, complice un piccolo infortunio; il terzo posto era alla sua portata, ma è stato bravissimo comunque). Quinto Martial Mbandjock, in 6.61.

La giornata si conclude con le due staffette, maschile e femminile. Tra le donne affermazione della solita Russia, imprendibile (benchè priva delle migliori, come la Firova) in 3.29.24 davanti all'Inghilterra (3.31.36), la Francia (3.32.16) e l'Italia, quarta come all'aperto, con il nuovo record nazionale portato a 3.33.70. Le azzurre, lanciate discretamente da Giulia Arcioni, con buone frazioni di Maria Enrica Spacca e Chiara Bazzoni, rimangono in ultima posizione fino al rettilineo finale dove Marta Milani supera l'Ucraina e la Germania giungendo quarta. Tra gli uomini, vittoria della Francia con il nuovo record nazionale in 3.06.17, sulla Gran Bretagna (3.06.46) e il Belgio, che schiera i due gemelli Borlèe, ma che paga una terza frazione poco emozionante e chiude terzo in 3.06.57; al quarto posto, e quindi giù dal podio, in 3.06.99 la formazione russa.

Italia che giunge quindi settima nel medagliere (2 ori e un argento) e ottava (con 42 punti) nella classifica per piazzamenti. Peggio che nel 2009, dove l'Italia fu terza con 2 ori, 2 argenti e 2 bronzi. Meglio, però, che agli Europei all'aperto dove l'Italia giunse appena diciassettesima. Vittoria, come sempre, alla Russia con 6 ori, davanti alla Francia (5 ori e 4 argenti) e la Germania (3 ori). Dietro, davanti all'italia per un maggior numero di argenti, Inghiliterra (2-5-1), Polonia (2-1-2), Repubblica Ceca (2-1-1). Medaglie però tutte traducibili anche a livello mondiale, a Daegu verso la fine di Agosto. Un discreto risultato per l'Italia, visto anche come molti dei migliori atleti abbiano snobbato la stagione al coperto.

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