01/05/11

Penn Relays: i Jams di Asafa castigano gli USA

L'evento clou sono state sicuramente le staffette veloci, che vedevano una nutrita raffica di sprinter di grido mondiale e che non hanno di certo tradito le aspettative. Ma in realtà i Penn Relays sono 5 giorni di staffette dai bambini ai master, con moltissime gare di contorno. Un esempio che fa fatica ad essere applicato qui in Italia (figurarsi... con la gerontocrazia che ci governa, c'è pure il rischio di tornare a correre sulla carbonella, con i mutandoni bianchi e lo spago tra le corsie), nonostante i ritorni di immagine, televisivi, di sponsor... e la ricaduta sul proselitismo. Parole senza senso in Fidal, in cui la parola d'ordine sono "eleggibilità, statuto, società di servizi, grigio, tristezza..." e non certo "ragazzi, diffusione, scuola, partecipazione, gioia". Vedremo dove ci porteranno questi amministratori (che purtroppo infestano la Fidal anche a livello locale: oh, anche dopo 30 anni non cedono le loro cadreghe o i loro ruoli di fiduciari!).
Venendo ai Penn, facciamo cronaca. La 4x100 dei Jams, probabilmente già al gran competo fatta eccezione per Bolt, doma i due quartetti americani rimpinzati di jet non certo di primo pelo. Stando al referto, Asafa Powell si è esibito in una inusuale prima frazione, seguito da Michael Frater, Nesta Carter e dal top-lister mondiale dei 100 del 2011, Steve Mullings. 38"33 per i giamaicani che hanno regolato gli USA Red che schieravano Walter Dix, Wallace Spearmon, Trell Kimmons e Mike Rodgers: 38"43, un decimo in più. A 38"66 gli USA Blue, con il redivivo Justin Gatlin, Darvis Patton, Shawn Crawford ed Ivory Williams. LA 4x100 USA femminile (Lauryn Williams, Allyson Felix, Marshevet Myers, Carmelita Jeter) prevale nettamente con 42"28, davanti all'altra formazione americana (Gloria Asumnu, Miki Barber, Bianca Knight, Alex Anderson) che ferma i crono a 42"64. Terze le jamaicane con 42"74 (Kerron Stewart, Sherone Simpson, Aleen Bailey, Shelly-Ann Fraser) con 42"74. La Germania era presente sia nella staffetta veloce maschile (che non è giunta al traguardo) e quella femminile (6^ in un non trascendentale 43"89). Ma c'erano, insomma, in un palcoscenico così importante. Qualche italiano di grido esordirà solo al meeting di Pavia, che non è esattamente la stessa cosa. Nelle 4x400, sorprende l'americana Francena McCoroy (USA "B") cronometrata in seconda frazione in 49"8, meglio di Allyson Felix (USA "A") che sempre in seconda ha corso in 50"3. 50"3 anche per Natasha Hastings negli USA "A". Vittoria degli USA "A" con 3'22"92 (Debbie Dunn (51.1), Allyson Felix (50.3), Natasha Hastings (50.30), Sanya Richards-Ross (51.18)), sugli USA "B", 3'23"17 (Dee Dee Trotter (51.5), Francena McCoroy (49.8), Keshia Baker (50.51), Monica Hargrove (51.39)) e Jams, 3'23"82 (Shericka Williams (51.5), Novlene Williams-Mills (50.4), Christine Day (51.33), Kaliese Spencer (50.59)). Tra gli uomini lo show lo fa Kirani James cronometrato 44"6, in una staffetta di Granada che schierava anche il top lister mondiale dell'anno in ultima frazione, Rondell Bartholomew (44"74 il suo crono lanciato). Peccato che i due granadini (o granadensi?) non siano supportati da altrettanti staffettisti "un pò meno peggio", detta alla Bragagna (il terzo di loro ha piazzato un 47"8 che sa di over-48" su gara dai blocchi, non certo il maximum per una staffetta che vuole avere uno spessore mondiale). Non clamorose le staffette USA, comunque vincitrici con la squadra A con 3'02"40 (Quentin Summers (46.4), Jamal Torrence (44.9), Bershawn Jackson (45.58), Angelo Taylor (45.49)). Secondi i bahamensi con 3'02"79 (Ramon Miller (46.5), Michael Mathieu (45.0), Andrae Williams (46.50), Chris Brown (44.82)) e appunto Granada, 3'04"69 (Joel Redhead (47.6), Kirani James (44.6), Kenion Herry (47.80), Rondell Bartholomew (44.74)). 

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