24/05/11

Dwain risponde a Christophe: 10"01 a San Paolo

Dwain Chambers. Il figliuol prodigo dell'atletica mondiale. Il brutto anatroccolo, il personaggio scomodo, antipatico, ma anche quello senza la vergogna di raccontare il suo viaggio nell'Ade del doping in un libro. Qualcuno dice che è stato diabolico anche nello sfruttare il suo viaggio attraverso lo Stige del THG traghettato dal Carondimonio in persona, Victor Conte, che nei suoi laboratori della Balco a Burlingame in California, idealmente cingeva gli atleti sussurrandogli: "lassate ogni speranza voi ch'entrate" per scrivere quelle memorie lasciate impresse nell'immaginario. Ma Dwain è tornato: è tornato soprattutto come 60ista, sfruttando forse una costruzione edificata con mattoni di criptonite, ma (si spera) ormai privi di quel principio attivo. A San Paolo, in Brasile, dopo una stagione indoor non all'altezza delle ultime due stagioni (ma ha 33 anni, non è nato ieri), inanella un 10"01 (con vento al limite di 2,0) a soli 4 centesimi dal personale di 9"97 corso nel 1999 che, personalmente, non sembra parametrabile al 6"42 indoor corso a Torino a soli 3 centesimi dal bi-record universale di Maurice The Tongue Greene. L'anno scorso a Bergen, nella nuova versione della Coppa Europa, aveva corso in 9"99. Commentando la gara, il britannico ha sostenuto di non essere al top della forma... Christophe Lemaitre (10"08 l'altro giorno) è avvisato, per il trono continentale: ma quest'anno the appointment si chiama "Mondiali" e Lemaitre nel ranking mondiale attuale è assurto al sesto posto (guadagnate due posizioni nell'ultima settimana), mentre Chambers è "solo" 13mo. 
Nei 100 femminili dalle quinte esce circondata dall'occhio di bue Oludamola Osayomi, altra figlia di quella terra che produce velocisti agli stessi ritmi della Jamaica, ma che a causa di problemi legati alla povertà e ai cicli organizzativi di reclutamento, non riesce ad mettere in vetrina tutte le sue ricchezza. Damola sciabola un 10"99 con 1,8 di vento a favore, due soli centesimi dalla Stars-&-Stripes Alexandria Anderson, tutte e due al personale... naturalmente. 4^ e 5^ al mondo a oggi. 
Nell'alto Trevor Barry sale a 2,27, e dietro di lui troviamo addirittura l'americano Jamie Nieto, 2,21, che ha la stessa età dei gemelli Ciotti ed è quindi in età... da master: 1976. 
Stranezza nell'asta, che ha visto la vittoria di un cubano, Lazaro Borges, come dire: mai visto un keniano che corre i 100? Va bè, un pò tirato, ma rende l'idea. I cubani che hanno scritto la storia del salto triplo, nel salto in lungo e nel salto in alto, raramente si erano affacciati a questa specialità. Borges valica l'asticella a 5,60, ma quest'anno era già arrivato a 5,70 che è anche il suo personale. 
Il quartetto brasiliano inizia il countdown per Daegu, e prova i vettori e i meccanismi di lancio: prima uscita a 38"77, che non è proprio un lancio in mare. 
Nei 400 femminili Rosemarie Whyte, made in Jamaica world, 50"79. Ma forse l'altra grande prestazione di giornata, dopo il Chambers a cavallo del 10", è il salto a 6,89 nel lungo di Maurren Maggi. Oh, ma davvero è del 1976? Comunque: soli 10 centimetri dal record mondiale master (non si offenderà spero) di Heike Drechsler, che era riuscita a spingersi fino a 6,99. Per batterlo, chiunque dovesse riuscirci, si prenderà la palma della prima donna sopra i 35 anni oltre i 7 metri. 
Ehi, attenzione ancora una volta alle tripliste cubane, che sono come gli sciami di cavallette: a San Paolo solita invasione, e soliti risultati: Caterine Ibarguen 14,59, Dainelis Alcantara (1991) 14,21... ma quest'anno già a 14,56... mumble, mumble, scorrendo le classifiche mondiali dell'anno troviamo sei cubane abbondantemente oltre i 14. Per fortuna ai mondiali ne vanno solo 3. Certo che probabilmente bisognerebbe cambiare la regola "meritoria": i primi 10 atleti delle graduatorie mondiali dell'anno dovrebbero partecipare a mondiali/olimpiadi (se la prestazione è stata ottenuta in una manifestazione ufficiale, magari tabellata dalla IAAF). E' tempo di show-time per ravvivare l'atletica, non certo di tecnicismi burocratici. Infine nel martello si rivede Yipsi Moreno, la cubana: 71,93. Dopo la cannonatada Panzer Division a quasi 80 metri (79,42) della tedesca Betty Heidler, quasi una misura timida per la Moreno, che, lo ricordo, per 232 settimane è stata la migliore al mondo per All-Athletics . 

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