16/05/11

c.d.s. Marcon - Colle Val D'Esta - Lodi

Lodi - mentre nel resto d'Italia il vento era uscito direttamente dal vaso di Pandora alle spalle degli atleti, a Lodi, le povere donne lombarde (povere per una serie di ragioni, non ultima quella di dover correre sotto egida di cotanta Fidal regionale) si sono trovate un muro di elementi atmosferici. Nei 200 quella che sarà un fattore (come dice Flavio Tranquillo commentando la NBA) della 4x400 femminile, Elena Bonfanti, corre in  24"62 con -2,8: in pratica il tempo di Tiziana Grasso (staffettista della 4x100 in cui il selezionatore Di Mulo continua a credere ciecamente) ottenuto ad Imola, ma con quasi due metri di vento a favore. I 400hs li vince Paola Gardi in 1'02"04: ne parlo solo per sottolineare come questa specialità sia una di quelle in via d'estinzione, grazie a Darwin-Arese, che nell'evoluzione della specie dell'atleta italico medio, ha visto bene di tagliare molti rami secchi. Dopo due mesi di attività solo due risultati sotto il minuto. Cinzia Nicassio (1987) oltrepassa i 6 metri con 6,07 (2,9), ma questa specialità ha un solo nome per il futuro, ed è d'origine ucraina.
Marcon - in Veneto si inverte il vento e assume le forme del monsone del Bangladesh, aiutando le prestazioni dei velocisti e dei saltatori. Non so quanto quelle dei mezzofondisti. Secondo me ci sarà stato anche brutto tempo, visto che la perturbazione si è spostata verso est. Nei 200 21"45 (3,1) per Alex Da Canal con Giovanni Galbieri (1993) terzo con 21"68. Il carabiniere Maurizio Bobbato (1979) si assicura gli 800 con un normale 1'53"93, davanti ad una delle promesse del mezzofondo azzurro, Luca Braga (1993) 1'54"18. Nei 5000 si vede in pista il maratoneta Ruggero Pertile (1974) che con naturalezza vince in 14'35"06. Gloria Hooper (1992) con 3,6 di vento alle spalle si aggiudica i 200 in 24"44.
Colle Val D'Elsa - lo junior Filippo Bruschi (1993) aiutato anch'esso dal vento (costante presente su tutto il nord... stranamente sempre a favore) piazza il 21"60 (4,1 il dato del vento). Andrea Lemmi (1984) si ferma solo a 2,06 sbagliando i tre tentativi a 2,08. Francesco Agresti (1977) nonostante 3,2 metri di vento alle spalle (ma con i salti può essere spesso molto difficile calibrare le battute) si arena a 7,19. Naturalmente il risultato più roboante è il 75,86 di Nicola Vizzoni (mi auguro per lui che qualcuno non lo nomini master dell'anno anche quest'anno). La staffettista azzurra, sponda 4x400, Chiara Bazzoni (1984) infila la specialista Anna Bongiorni (che è ancora junior, 1993) e la centista Audrey Alloh, in una gara di buon spessore tecnico, anche se inficiata da un decimale di vento in più (2,1): tempi 24"11, 24"23 e 24"41. Un'atra junior, Anna Visibelli, passa i 6 metri con 1,9 di vento: 6,08.
Napoli - Angelo Iannelli (1976) vince i 5000 in 14'24"65, mentre Stefano Tremigliozzi (1985) si aggiudica il lungo in 7,33. Pellegrino Delli Carri si avvicina alla fettuccia dei 70 metri: 68,20.

3 commenti:

  1. MARCON

    Domenica per i velocisti andava bene il "monsone" ma non per i saltatori. Non riuscivano a trovare le giuste sensazioni alle stacco. Troppo vento e troppo freddo.

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  2. Ciao a tutti,
    domenica c'era vento da Nord in quanto era appena transitata una perturbazione di orgine atlantica che aveva durante la giornata di sabato incrementato il consueto vento da sud, sud ovest che caratterizza le regioni del Nord Italia. Essendo i rettilinei per lo più orientati da Nord a Sud, i poveri velocisti si beccano il vento contro in un buon 50% di casi (25% di vento nullo e 25% a favore).
    Resta da chiedersi come mai ci si ostina a gareggiare in piste quali Saronno e Busto Arsizio in cui il vento è per lo più contro dimenticandosi di altri bellissimi impianti quali Cernusco sul Naviglio, Cesano Boscone, Vigevano, etc....
    Comunque credo questo sia l'ultimissimo dei problemi dell'atletica lombarda...

    Marco Giacomantonio

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  3. Con tutto il rispetto per i campi che hai nominato penso che come fondo Busto e Saronno siano meglio.
    Poi se le società che gestiscono i campi non chiedono di fare i c.d.s non si può fare altrimenti.
    Io penso che la regola delle due fasi sia sbagliata, così come molte altre regole della FIDAL.
    Secondo me i c.d.s assoluti, dovrebbero svolgersi come gli under23 dal 1 gennaio al 30 agosto tutte le manifestazioni sono buone, al 1º di settembre mandi le classifiche in federazione e stabilisci le finali, senza retrocessioni o promozioni. Tanto le prime dodici al 90% sono sempre le stesse, se un anno una società migliora bene altrimenti resta nella finale di sua competenza.
    Non si può avere tre c.d.s e tre regolamenti diversi.
    Saluti Morice

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