21/05/11

4 record italiani ai c.d.s.

A dire il vero mi ero lanciato in un compito titanico: verificare uno-a-uno tutti gli AGC dei partecipanti over-35 alla recente prima fase dei campionati di società assoluti. Arrivato a 400 atleti, dopo aver coperto nemmeno la metà delle sedi dei c.d.s., mi sono scoraggiato. Non demordo, vediamo se si arriva in fondo in qualche remoto modo. Così, aggiorniamo prima di questo weekend di gare quelli che sono stati i record italiani della due-giorni di societari, che avrete già capito, si sono caratterizzati da una presenza abnorme di ultra-trentacinquenni, ovvero atleti sopra i 35 anni. Stimo almeno 600/700 presenze-gara per i "master" de facto. Comunque, con questo articolo aggiorno i record italiani, che si sono arricchiti di tre record davvero prestigiosi. Ne avevo già parlato nel precedente articolo delle diverse corone dei 100 M60 elettrici senza vento, che erano lì ormai da 24 anni, per mano (o meglio: per gambe) di Attilio Jaquemet, che nel 1987 era stato in grado di correre i 100 in 12"50, ma senza riscontro anemometrico. Il tutto era successo a Melbourne, Mondiali Master, nello stesso giorno in cui Giuseppe Marabotti stabiliva il primato nazionale M70, tutt'ora in vigore. Da ipotizzare che le condizioni fossero ottimali in quel 19 novembre 1987. Nelle scorse settimana l'umbro Antonio Rossi (1950) era riuscito a cancellare l'hall-of-famer Tristano Tamaro (1938) nel record manuale, correndo i 100 in 11"9 (contro il 12"2 tabellato). Lo stesso Rossi si era appropriato del record elettrico con presenza di anemometro l'anno scorso, correndo a Terni in 12"51, con un vento di -1,0, cioè un solo centesimo peggio di Jaquemet e del suo regno ultraventennale. Per le statistiche record italiano "regolare", ma insomma, l'altro record rimaneva. Due record in mano a Rossi, uno al valdaostano, ma quello prestigioso, non me ne se voglia, rimarrà sempre quello elettrico. LA riunificazione delle corone è avvenuta alla fine a Macerata: Antonio Rossi, vento 0,0, tempo 12"45. Ora i record sono solo due, e tutti e due in mano ad Antonio. Altro record prestigioso della serie è quello caduto a Palermo, sui 100 F45 ancora grazie a Marta Roccamo (1966) quest'anno incontenibile. Del resto è noto il fenomeno per il quale i record si ottengono quasi sempre nei primi anni di categoria. Poi verso il 4°/5° anno subentra la voglia/necessità di invecchiare e passare a quella successiva. Succede solo tra i master questa voglia... Marta con un vento di 1,9 ha corso i 100 in 13"08, stabilendo il suo terzo record italiano da F45 nel corso del 2011. Il precedente record era il 13"23 di Annalisa Gambelli, che a luglio dell'anno scorso aveva interrotto una serie di 3 record consecutivi di Marinella Signori che da 13"46 aveva abbassato il record fino a 13"37
Il terzo record è una sorpresa assoluta: i 1500 M50. Pensavamo tutti che Pierangelo Avigo fosse il predestinato, dopo che ben in due circostanze aveva sfiorato l'impresa. Poi ai regionali del Lazio, ecco che spunta nelle retrovie della prima serie Marco Cacciamani, classe 1961 come Avigo, che piazza un sensazionale 4'18"22! Oltre 93,34% in AGC, cioè 3'40"70 parametrato. Così viene cancellato Antonio Trabucco e il suo 4'20"2 del 1998. Primo uomo sotto i 4'20" in Italia dopo i 50 anni.
Quarto record, quasi un calcio di rigore a porta vuota, visto il nome (Graziano Morotti), e la forma palesata già dalle indoor, con record mondiali cadevano come se piovesse. A Borgo Val Sugana, 47'20"89, cioè quasi 28" in meno del primato di Carlo Bomba, che risaliva al 1984. Era il più vecchio record tra tutte le categorie master nei 10 km, e il più vecchio record nella categoria M60 tra tutte le specialità. 

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