07/05/11

A Doha 11 migliori prestazioni mondiali dell'anno - Gibilisco infortunato prima di gareggiare

Prima tappa della Golden League a Doha, in Qatar. Pochi ancora i pezzi da 90, visto che siamo solo all'inizio della stagione: del resto qualcuno doveva pur aprire la serie di meeting internazionali. Ci ha pensato appunto Doha, come ormai tradizione. Partiamo dal nerboruto Walter Dix, che ha vinto i 200 in 20"06, la specialità nella quale per due settimane, nell'agosto del 2010, è stato considerato dal Ranking All-Athletics il miglior specialista del mondo. Naturalmente il 2010 era l'anno senza grandi manifestazioni internazionali, dove Bolt ha di fatto rinunciato alla specialità. Da allora Walter Dix è rimasto al secondo posto distanziato di parecchio da Wallace Spearmon. Naturalmente il tempo è il miglior tempo dell'anno al mondo. Al secondo posto, a sorpresa, l'autoctono Femi Ogunode con 20"30, attualmente 28° nel medesimo ranking sui 200 e che nonostante questo è riuscito a battere nettamente il norvegese Jaysuma N'Dure, 20"55, che invece è il 5° al mondo. Asbel Kiprop, gran dominatore dei 1500 per cui è stato numero "1" per 58 settimane (attualmente è secondo) vince un raro suo 800 in 1'44"74, C'è da dire che Kiprop è solito iniziare la stagione proprio a Doha e proprio con un 800: i precedenti incipit erano stati però decisamente migliori: 1'43"17 nel 2009 e 1'43"45 nel 2010. Al momento il tempo ottenuto a Doha è il secondo dell'anno al mondo dietro, è un'ovvietà, a David Rudisha che ha già esplorato gli abissi del sub-1'44". In chiave europea, in attesa che i nostri giovani finalmente divengano consistenti, si mette in luce il britannico  Michael Rimmer (l'anno scorso al PB con 1'43"89), 4° tempo dell'anno al mondo, lui che a livello mondiale è considerato dalle statistiche diacroniche l'ottavo uomo sugli 800. Terzo quel Alfred Kirwa Yego che nel 2009 a Rieti sparò un sensazionale 1'42"67, 13° tempo mondiale all-time. A Doha Yego si limita ad un "normale" 1'45"17, che probabilmente gli consolida il 9° posto nel ranking, proprio dietro Rimmer che l'ha preceduto anche in gara. Solo 6° il campione europeo di Barcellona '10 e argento a Parigi un paio di mesi fa, Marcin Lewandowski con 1'46"42. Nei 1500 partono in 12... di cui 12 sono gli africani, fra i quali 9 keniani, 1 marocchino, 1 etiope e 1 algerino. Chi vince? Il keniano di turno, naturalmente, Nixon Kiplimo Chepseba: 3'31"84, cioè il miglior tempo mondiale dell'anno per l'8° dei ranking globali. Dietro di lui il 5° al mondo: Silas Kiplagat, che l'anno scorso infranse i 3'30": 3'29"27 a Monaco, 10° tempo all-time (e ha solo 22 anni). In questa circostanza 3'32"15. 4 dei primi dieci del rakking presenti al via e il 5°, Asbel Kiprop, dirottato sugli 800. Gare quindi di grande spessore sin dalle premesse. Ma naturalmente c'era anche il migliore dei 1500: Augustine Kiprono Choge, che si è preso una scoppola sui 3000, terminati in un volatone con 3 atleti a 7'27", che hanno stabilito nell'ordine il 9°, il 10° e il 12° tempo all-time! Vittoria all'etiope Yenew Alamirew con 7'27"26. Posto d'onore al keniano Edwin Cheruiyot Soi, con 7'27"55 e terzo Eliud Kipchoge con 7'27"66. Sul palcoscenico dei 400hs, sorprende non solo il sudafricano L.J. Van Zyl, vero dominatore della stagione australe, che lo ha visto già autore di due pazzeschi sub-48" (47"66 e 47"73 unico al mondo) ma anche un 44"86 sui piani, ma anche il connazionale Cornel Fredericks, in questo momento secondo al mondo solo a Van Zyl. 48"11 a 48"43, con Bersawn Jackson, migliore al mondo per il rankings, ad un solo centesimo da Fredericks. Dall'alto arriva la vittoria dell'americano Jesse Williams, 2,33 (2,36 indoor nel 2009), stessa misura del cipriota Ioannou Kyriakos che hanno preceduto il qatariota, unanimemente riconosciuto il vero fenomeno di giornata, Mutaz Essa Barshim, classe 1991, a 2,31. Nono Alessandro Talotti con 2,23, primo italiano dell'anno a partecipare ad una prova della Diamond League nel 2011. Nell'asta il tedesco Malte Mohr si impone in 5,81, miglior risultato mondiale dell'anno. La notizia è che il grande sconfitto di giornata è Renaud Lavillenie, dominatore assoluto della specialità da 58 settimane consecutive e ultimamente anche tentato di cancellare dal libro mastro dei record (almeno a parole) Sergej Bubka ma a Doha tornato fragorosamente a terra con un semplice... 5,50. che probabilmente è la misura che salta al mattino appena sveglio per andare dalla nonna a far colazione sul pianerottolo di sopra. Quarto. Infortunato durante il riscaldamento Giuseppe Gibilisco. Inizio non certo memorabile per il siciliano. Theddy Thamgo si impone facilmente nel salto triplo con 17,49 con 1,0 di vento: ormai da lui ci si aspetta sempre la prestazione storica, ma anche lui ha momenti di quasi normalità. A proposito, avete letto che l'allenatore nel salto in lungo di Thamgo è il leggendario cubano Ivan Pedroso? conosciuto dal francese... via facebook! In 3 sopra i 21 metri nel lancio del peso (da noi penso che l'ultimo over-20 metri sia da ricercare nel paleolitico) e il monumento vivente Gerd Kanter primo nel disco con 67,49. Nel giavellotto presenti praticamente tutti i migliori al mondo, che si sono presi un pò di scudisciate in serie dalle nuove leve, la prima delle quali è l'erede (chissà quante volte glielo avranno detto) di Jan Zelezny, ovvero Petr Frydrych (85,32). Salva la faccia Tero Pitkamaki, terzo con 83,91, e solo quinto la fionda umana Andreas Thorkildsen con 83,62
Tra le donne, ancora nulla di trascendentale nei 200, con LaShauntea Moore prima con 22"83. Ma solo in due sotto i 23", in una specialità che sembra un pò in crisi ultimamente anche a livello mondiale. Sembra sempre il ripiego del centista o la ciliegina sulla torta del 400ista. Se qualcuno volesse concentrarsi su questa specialità, avrebbe sicuramente più spazio che nelle altre due, allo stato dell'arte. Sui 400, Allyson Felix non tradisce, ma quanto ha dovuto sudare per battere la Botswaiana (come si dice?) Amantle Montsho: 50"33 a 50"41. Kellie Wells domina ancora gli ostacoli: 12"58, con Lolo Jones solo terza in 12"67, ed infine vittoria con 6,88 nel salto in lungo dell'americana Funmi Jimoh, sulla brasiliana Maggi: 6,87 e un solo centimetro.

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