02/02/13

Orgia azzurra: ma da domani sciopero

R. Bruni - foto Fidal.it
Penso che se mi avessero pagato per scrivere, non avrei scritto così tanto. Ma domani mi prendo un giorno di riposo e me ne vò ad Ancona a correre, e cascasse il mondo, domani non scrivo nulla... se ci riesco. Troppe cose successe oggi, tanto da farmi sbottare ad un tratto (dopo quel domino di risultati che sono piovuti dall'Europa) che "Giomi mi sembra l'Arrigo Sacchi dei Mondiali del '94". Quelli per intenderci dove tutto si aggiustò grazie alla Dea Fortuna sulla strada verso la finale col Brasile, ma che, purtroppo, si voltò proprio sulla curva finale, visto che Roby Baggio sparò sul tetto dello stadio di Pasadena il rigore maledetto. Di Tumi ne ho ampiamente parlato (prossimamente potrebbe pure assumermi come PR) con annessa vetrina dei sub-6"60 della storia dell'atletica azzurra, che trovate nella sezione "news". Peccato che le statistiche fornite dalla Fidal siano un pizzico asfittiche da questo punto di vista, fornendo solo la punta dell'iceberg di quello che potrebbe essere, e invece non è. Michael Tumi, quindi, nuovo record italiano sui 60 metri con 6"59, a Magglingen, e prima pagina dedicata del settimanale "Blu-Sky-Athletics" che non esiste chiaramente, ma dovrebbe, visto che più passa il tempo, più i media che parlano di atletica diminuiscono esponenzialmente. 

Bruni record nell'asta - Si va a Fermo, e troviamo il secondo record italiano di giornata. Roberta Bruni, la P!nk mora dell'asta italiana, che entra a piè pari nella storia assoluta dell'asta italiana, saltando 4,51 e relegando Anna Giordano Bruno nella cronologia storica della specialità. Anna Giordano Bruno, ricordiamolo, che aveva saltato 4,50 ad Udine nel 2010 e che aveva migliorato tre volte il record italiano indoor nel corso della propria blasonata carriera, finita troppo presto, purtroppo. Ma la vita non è solo atletica, giustamente, e c'è chi deve seguire la propria strada fuori da una pedana e da una pista. P!nk Bruni diventa così la nuova capostipite dell'astismo femminile italiano, che, stranamente, raramente ha vissuto di dualismi, lasciando sempre campo libero a rotazione alle migliori atlete. 

The Three Tenors dei 60hs femminili: Caravelli, Borsi e Cattaneo - in una giornata così densa di informazioni, risulta di incredibile qualità l'innalzamento dell'ostacolismo femminile italiano, di cui sto parlando insistimente da ormai diversi mesi. Marzia Caravelli sciabola il Pb sul verde linoleum dei record di Magglingen: 8"03 dopo una batteria corsa in 8"11. Micol Cattaneo a Karlsruhe 8"09 in finale, addirittura seconda in un meeting internazionale, dopo l'8"13 delle batterie. E poi Veronica Borsi, che a Mondeville ha sparato un 8"06 mirabolante (dopo un 8"12 corso in batteria). Fermiamoci tutti un attimo: in una giornata, ed in giro per l'Europa, si è di fatto riscritta la piccola storia dei 60hs femminili italiani. Marzia Caravelli si posiziona con un più "regolare" 8"03 al terzo posto di sempre (visto con gli occhi di oggi, quel 7"97 di Carla Tuzzi rimane davvero un'impresa grandiosa), anche perchè, incredibilmente, qualcuno in Fidal e testardamente ha voluto certificare l'8"04 (corso sub judice) ma per il quale ci fu squalifica, venendo smentiti anche a livello internazionale. Per fortuna è stata cancellata anche questa onta della vecchia gestione. O si rimangiavano la squalifica per la falsa (che a mio parere non era dovuta, vista anche la circolare chiarificatrice della IAAF in relazione a chi si muove sui blocchi prima dello sparo) o cancellavano il record. Hanno tenuto tutti e due. Amen... per fortuna c'è Marzia, vittima d'allora e oggi carnefice di tutta quella vicenda. Scordamoce O' Passato. Intanto, zitta-zitta, la Borsi mette la freccia e dal settimo rango di sempre, si issa al 4° posto, mentre la Cattaneo rimane ancorata al secondo posto, anche se aggiunge un cammeo alla sua carriera, che ormai lo possiamo dire, ha ripreso dal punto-e-virgola di quando fu costretta a sospendere l'attività. 

Dal Molishon scende ancora 7"64 - Paolo Oliver Dal Molishon riscrive ancora, per l'ennesima volta la sua personale storia con i 60hs. Aveva 7"68? Eccoci... e allora becchiamoci un 7"64 in batteria a Karlsruhe, a 7 centesimi dalla bandiera ficcata da Emanuele Abate in cima alla vetta azzurra della specialità. In finale corre la sua seconda prestazione di sempre: 7"66, prestazione che  mi è capitata pure di vedere in diretta. Un macellaio di ostacoli! 7"66 è davvero tempo bugiardo, e chissà se gli riuscisse di sfiorare quegli ostacoli come un cesellatore di diamanti De Beers, piuttosto di fare il tritacarne. Comunque, c'è!

Greco, secondo al mondo: 17,07 -  in questa orgia di risultati, mi scuso con Greco se ricordo che il suo risultato è secondo al mondo dietro al risultato di Marian Oprea. 17,07, ad Ancona, che è il suo terzo risultato di sempre (con un 17,28 là davanti). 

Anche la Magnani alla festa: 4'13"17 e 5^ all-time - Margherita Magnani, sempre a Karlsruhe, che arriva 4^ e mette il 5° posto di sempre nelle graduatorie italiane. Di sicuro la mezzofondista più in forma del momento. 

Degli altri (Chiara Rosa, Cerutti & Collio, Julaika Nicoletti, Audrey Alloh, Elisa Cusma & Marta Milani, Abdellah Haidane & Maksym Obrubansky) rimando alla prossima uscita. Mò basta per oggi, davvero troppo. Per domani scendo in sciopero e me ne vò ad Ancona ad immolare l'anima al Dio Kronos, sperando sia magnanimo. 

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