Tumi nella foto di Athletic-Elite su fb |
Raccontano che tutto avvenne nella bottega svizzera delle meraviglie, ovvero la pista in località End Der Welt (si chiama proprio così, "fine del mondo"), perchè posizionata in cima ad una montagna, in cima alla quale arrivi dopo diversi tornanti all'esterno dei quali sorgono diversi impianti sportivi per i più diversi sport, accanto ad una pista oggi innevata, è adagiato ed incastonato nella montagna uno scrigno di vetro all'interno del quale c'è l'impianto indoor di Magglingen. La strada si ferma lì: Fine del Mondo appunto, anche come location, come struttura, come impianto. Già teatro del record italiano di Emanuele Abate l'anno scorso di cui fui testimone oculare, una pista che non puà far invidia. Vorrei polemizzare con le geriatria Fidal che non muove dita da anni per non intaccare i budget che servono ad alimentare altri rubinetti per non spenderli in ritenuti inutili affitti o noleggi di capannoni e piste, ma rimando il tutto per concentrarmi sulla notizia del mese (ogni mese, qui, stiamo celebrando qualcuno). Michael Tumi, ha sfondato oggi il muro della storia dello sprint azzurro, chiedendo prima "permesso?" con un 6"59 in batteria, e poi spazzando via con sicumera 23 anni di fatiche azzurre in soli sei-secondi-e-cinquanta-tre-centesimi. 6"53 altrimenti detto. Chissà cosa si prova a correre così veloce: una volta vorrei provare con uno scooter, giusto per provarne l'ebbrezza. Sapete qual'è il brutto e il bello dell'atletica? Che quando uno spara un tempone in una gara che non valga per qualche medaglia, subito la menta vola: quanto vale? Quanto si può migliorare? Gli altri dove sono? Varrà meno di 10"10? Questo è il vero filo che ci lega all'atletica nei secula seculorum, ovvero il tendere a qualche cosa di migliore, migliorabile, perfettibile. Nessuno ha mai corso la propria miglior prestazione della vita poi dicendo di aver raggiunto il massimo: questo è l'aspetto subdolo di questo sport, che ci continua a legare alla pista per cercare di migliorare. Ma qui, riempiti da questa notizia, è quasi logico pensare al meglio, almeno a livello continentale.
Ma torniamo a Tumi, che, se non fosse ancora chiaro, ha stabilito il nuovo record italiano. Di colpo cancellati Pierfrancesco Pavoni, Simone Collio e Fabio Cerutti. Cancellati solo dal libro dei record, eh, ma da vecchio sprinter so che se c'è una cosa che ti surriscalda il Sistema Nervoso Centrale (diciamo pure, ti fa incazzare... ma nel senso buono) è quando qualcuno ti batte un record. Passi per Pierfrancesco Pavoni (anche se intimamente ritengo che un fremito gli sarà pur passato per i quadricipiti), ma Simone Collio e Fabio Cerutti sono ancora in attività, e se la ragionano come me, avranno avuto l'istantaneo istinto fulminante di buttarsi su un blocco di partenza e spararsi un 60 di sole reazioni fosfocratiniche. Non può non essere così. Un precursore induce all'inseguimento.
Ah, che poi quel 6"53 è anche il miglior crono mondiale dell'anno, mica noccioline. Vediamo qualche chicca statistica, ovvero che quel tempone lo colloca come 17° performer di sempre in Europa, in una graduatoria guidata da Bulldong Chambers (6"42 in semifinale agli Europei di Torino '09). Sono 60 le volte in cui un europeo ha corso sotto i 6"53 di Tumi, che ha pareggiato gente come Jimmy Vicaut e Francis Obikwelu, ovvero atleti già noti alle cronache sprintistiche internazionali. Christophe Lemaitre, che non passa per essere un fulmine (ma se corre sotto i 10", che volete?) ha "solo" 6"55. Insomma, nel giochino chi è più forte di chi, Tumi inizia a sedersi al tavolo e a buttare giù la matta. Sotto i 6"50 sono però solo in 5, e tra questi c'è pure l'ostacolista Colin Jackson, il più grande indoorista della storia degli ostacoli, senza se e senza ma. 6"49 per lui senza ostacoli. Ma dei 21 risultati sotto i 6"50, ben 13 li ha ottenuti Jason Gardener, che ha corso in maniera sistematica tra il 6"46 del PB e il 6"49. Gardener che poi ha corso 24 volte sotto i 6"53. una macchina da 60 metri. Lo Smilzo Chambers alla fine ha solo 3 risultati sub-6"50... Torniamo a Tumi: e nel mondo? Il suo posto nella storia lo pone al 74° rango di sempre, come Dennis Mitchell. Nel prossimo post, inserisco la graduatoria all-time di sempre con tutte le prestazioni sotto i 6"60.
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