M. Tumi - rubata dal suo profilo fb |
Ho una risorsa scarsa, il tempo. Tre record italiani in una botta sono pesanti da digerire in un solo articolo. Magari lo possono fare su qualche giornale generalista, ma qui bisogna dare spazio a imprese da pioggia di meteoriti negli Urali, appunto. Inizio con il terremoto del 6° grado e 51 della scala Richter che si è abbattuto sul Pala Banca Marche di Ancona alle 16:20. Prima due scosse telluriche di avvertimento (un 6"73 in mattinata e un 6"69 a mezzogiorno), poi in pieno pomeriggio arriva the Big One, quello che si aspettavano a San Francisco sulla faglia di Sant'Andrea, ed invece ha colpito sul litorale adriatico. Testimoni parlano che qualche minuto dell'evento sismico prima i cani avessero iniziato ad ululare e gli uccellini avessero tutti smesso di tweettare. Poi tutto si è fermato, il silenzio immoto. Quindi il rombo profondo, ed infine l'esplosione. 6"51! Mamma mia Michael Tumi, che razza di gara ci hai piazzato. Godiamo un pizzico con te, se ce lo consenti. Guardavo Tumi e guardavo Collio&Cerutti, Tumi e Collio&Cerutti e pensavo: cavolo, stanno andando pianino i ragazzi. Invece per i due sarà un 6"68 e un 6"69, che varrebbe da solo l'accesso alla finale continentale, quanto meno. Ma allora quello là davanti che diavolo ha combinato? Il Demiurgo della Transizione, cioè quella fase all'uscita del Drive, dove esplodono i Class Superior. La frustata, lo snodo di potenza e velocità, che discrimina l'umano dal "nato per fare quella cosa lì". Non so cosa darei per vivere almeno una volta quell'attimo di transizione come se fosse una spinta di un motore a curvatura e vedere gli avversari annaspare nella melassa spazio-temporale di una gara di sprint. 6"51 è tanta roba, come si dice oggi. E' un tempo che proietta Tumi vicino alla inviolata barriera dei 10"00, le Colonne di Ercole dello sprint azzurro, oltre le quali ci sono i confini della terra (e l'acqua precipita nel nulla?).
6"51, forse non l'avete ancora compreso, è qualche cosa di clamoroso. Al mondo ha fatto meglio quest'anno solo Doc Patton, l'amico di merende del Principe WJ Spearmon (classe '77, come Manuela Levorato... giusto per). Yuniel Perez, il cubano che non t'aspetti, è anche lui a 6"51. Lerone Di Lernia Clarke a 6"52 (il Di Lernia, sta per gli inguardabili monili che porta e probabilmente secondo al solo Gatlin nel 2012, ma infinocchiato dal ridicolo sistema di start dei mondiali indoor di Istanbul, che a causa del rimbombo falcidiò grappoli di atleti top, compreso Dayron Robles sugli hs). Ora l'appuntamento con la bragagnana Gotemburgo, dove non registrano scossette telluriche da tempo immemore e dove appresso-appresso si troverà Jimmy Vicaut, un pò ColinJacksononiano in volto e 6"53 periodico quest'anno. Conoscemmo Vicaut (ve lo ricordate?) a Tallin nel 2011, quando ai campionati europei junior sciabolò un 10"07 mirabolante con 0,3 di vento. Ora però quel Vicaut vale quanto questo Tumi (anzi...), e poi ci sarà Bulldog Chambers, il terzo uomo più veloce della storia dei 60 metri.
Dimenticavo un piccolo particolare: naturalmente record italiano, e 7° atleta europeo di sempre. Cosa si prova, Michael, a seguire da vicino Bulldong Chambers, Ronald Pognon, Jason Gardener, Linford Christie, Colin Jackson e Charalmbos Papadias (vabbè, Papadias lasciamolo perdere)? I love this game!
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