R. Bruni - foto G. Colombo/Fidal |
Quando guardo Roberta Bruni, mi viene in mente la cantante P!nk nel suo video celeberrimo "Try" (qui potete vederlo se ve lo foste dimenticato). Cambia solo il colore dei capelli. Del resto entrambe vengono dalla ginnastica, no? Non me ne vogliano gli altri, ma è la mia atleta preferita in questo momento. E allora diciamocelo: la più grande gara di asta femminile della storia della specialità, visto che lassù non ci è salita solo la Bruni, ma ha avuto una compagna di viaggio ritrovata, ovvero Roberta Benecchi, l'Araba Fenice, esplosa un paio di stagioni fa, caduta nell'oblio dei 4 metri, e poi tornata laddove la sua strada si era interrotta, a 4,40. Ma anche la terza, Sonia Malavisi, junior da 4,20: probabilmente prima dell'avvento di P!nk Vault si sarebbe gridato al miracolo anche per lei. Roberta Bruni irride davvero la storia della specialità con la facilità della predestinata. 4,50 alla prima, 4,60 alla prima. Si impazzisce a cercare che razza di record sta stabilendo. Record italiano junior? No! Record italiano assoluto? Mah, forse. Record mondiale junior? Bastaaa!! Non si capiva più nulla e quella ragazzina continuava a saltare ejettata da una catapulta creatasi dallo iato tra le sue braccia e la fibra di carbonio. 4,60 il signo. In hoc signo vinces? Bè, già a 4,50 la gara era vinta, ma che brava la Benecchi che non ha voluto aspettare a guardare la gara dalle panche a bordo pedana e sgranchirsi con qualche salto in più. Mai nessuna italiana era arrivata così in alto (a 4,40) arrivando dietro... ad un'altra italiana! Fino a oggi il miglior risultato per una seconda italiana era stato un 4,33 in una gara a Vienna in cui la Scarpellini e la Giordano Bruno arrivarono appunto, entrambe, a quella misura.
Torniamo alla Bruni: 4,60, e tiriamo una riga. Record italiano assoluto indoor, che abbatte il 4,51 della stessa atleta. Naturalmente record italiano junior, ma stiamo parlando di facezie a questo punto. Quello che i telecronisti della Rai si sono dimenticati, purtroppo, è che il tentativo a 4,65 sarebbe stato un tentativo d'attacco al record del mondo della svedese Bengstton (4,63), che un paio di anni fa ci fece gridare al miracolo. E qui cosa avremmo dovuto fare? Chiamare la Ricciarelli per un acuto? Naturalmente è anche il salto con l'asta più alto eseguito da un'italiana, al pari della stessa misura ottenuta da Anna Giordano Bruno (tornaaaaaaa!!!) a Milano nel 2009. Altri honours da aggiungere?
La Benecchi, anche tenendo conto delle gare all'aperto, stabilisce questo piccolo record nel record, ovvero della miglior seconda italiana di sempre... e pensare che meglio di 4,40, nella storia della specialità, tra indoor e outdoor, si è andati oltre solo in 13 circostanze. Il salto della Bruni, ancora lei, la pone all'ottavo posto al mondo e 4^ in Europa. E allora: Try try try!
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