20/02/13

La Bazzoni fa la Spacca: quando i 400 indoor sono spettacolo

Avendo la risorsa scarsa "tempo", devo necessariamente limitare le mie uscite soprattutto su un argomento come gli assoluti, nonostante vi fossero tanti spunti di "cronaca". Dovrei lasciare il lavoro, probabilmente. Ad esempio, i 400  femminili, ne vogliamo parlare? Lasciamo da parte per un momento l'assurda formula di un turno preliminare kamikaze su 7 batterie con il passaggio in finale dei migliori 6 tempi, paradossale rispetto all'assegnazione di un titolo nazionale. Basti pensare che due possibili protagoniste, ovvero Yadilsey Pedroso Gonzalez e Manuela Gentili si sono dovute accontentare della finale B. La Pedroso, solo per dire, ha ottenuto nella finalina 54"14, ovvero che avrebbe poi ottenuto la Spacca in finale. Magari con le semifinali non sarebbe cambiato nulla, ma insomma... lasciatemi un piccolo dubbio di natura sportiva: preferirei che fosse lo scontro diretto a determinare i "passaggi", piuttosto che i tempi. Onore a tutte le finaliste che si sono guadagnate la finale con questa formula, ma chiaramente mi è rimasta questa sensazione di amaro. Ma di questo ho già ampiamente parlato sabato (mi sembra).

La finale presenta in pole Maria Enrica Spacca, favorita della vigilia e dalla migliore corsia (la 5^), con la sempre più sorprendente Benedicta Chigbolu in sesta e la sorniona Chiara Bazzoni in quarta. Elena Bonfanti è appena sotto, in terza. I 400 sono naturalmente una delle gare più spettacolari del panorama indoor, soprattutto per  gli X files che si osservano quasi al termine del primo giro, allorquando le particelle, al termine di un giro dell'anello del Cern di Ginevra, si scontrano causando esplosioni di energia. Si fanno migliaia di statistiche, ma chissà che percentuale di vittoria ha chi ai 200 metri passa in testa rispetto ai 400. Fatto sta che Chiara Bazzoni si gioca la sua carta: studia la Spacca che ha davanti, ed esce dalla seconda curva con qualche centimetro di vantaggio. La Chigbolu, dopo l'entusiasmante batteria, passa nel palinsesto della finale da attore protagonista a attore non-protagonista nel breve giro di 100 metri. Peccato, ogni volta che l'avevo vista prima della finale, aveva creato scompiglio sulla no-fly-zone del rientro alla corda. Brava la Bazzoni a quel punto a resistere al ritorno della Spacca, che scendendo dall'alto ha subito cercato di riconquistare la Kamchachta della corda. Battaglia! Spartani e Ateniesi, sportellate, il bello dello sport. Bazzoni tiene esterna la Spacca sulla terza curva, poi la laziale compie forse l'errore tattico che le comprometterà la gara. Cerca di sorpassare (e sorpassa) la Bazzoni sul penultimo rettilineo, che a mie spese in un paio di circostanze, ho provato essere un suicidio assistito. Ma io sono io, naturalmente, e la Spacca è la Spacca.

La Spacca, infatti, argutamente dopo aver messo il naso davanti alla Bazzoni per qualche millimetro (dopo aver percorso ormai 100 metri all'esterno), chiude alla corda proprio a 100 metri dalla fine, all'ingresso del rettilineo. La Bazzoni è visibilmente costretta a interrompere l'azione per una frazione di secondo per non intercettare i piedi della compagna di maglia azzurra, e chissà mai che nell'enorme enigma che avvolge le risposte del fisico agli input lattacidi, quella frazione le abbia consegnato una piccola dote di energie... fatto sta che arriva l'ultimo rettilineo, e parte l'incredibile rimonta della Bazzoni, che ha ricordato per molti aspetti proprio la cattiveria agonistica della Spacca, della quale ho iniziato a comprenderne la forza nella 4x400 di Barcellona 2010. La rimonta c'è, cattiva, e la Bazzoni per la prima volta in carriera si porta a casa il titolo dei 400 assoluto con 53"78, togliendolo proprio alla Spacca che l'anno scorso fece doppietta di titoli: sia indoor con 53"00 che quello outdoor con 52"53. I tempi della finale, diciamoglielo, non contano nulla. Conta il petto su quel fascio di fotoni... Che dire, ancora? Grande gara: gli Dei di Olimpia saranno sicuramente stati contenti di questa battaglia. 

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