17/06/12

Italiani Pro-Jun V: i salti

Darya Derkach - G. Colombo/Fidal
Alto junior M: Alberto Gasparin 2,12 e arriva la vittoria. Terza prestazione personale di sempre. Era già tra i favoriti, con la pole a 2,15. L'altro favorito, Davide Spigarolo, si arena a 2,09 e giunge terzo, battuto con la stessa misura dalla vera sorpresa di giornata, ovvero Eugen Mancas, che partiva dalle retrovie con 2,03 ed è invece salito fino a 2,09. PB: aveva un 2,07 saltato nel 2011. Killing instinct.

Asta junior M: tutto come da pronostico. Alessandro Sinno (al primo anno di categoria) catechizza la gara a 4,80, laddove esce il suo ultimo competitor, Luca Peggion (il secondo delle liste di iscrizione). Poi prova, fallendolo, il personale a 5,05 (ha già saltato 5,00 a maggio a Rieti). Il 5,00, notizia statistica, si colloca al 15° rango all-time (insieme ad altri 9 atleti). 

Lungo junior M: Riccardo Pagan campione italiano con 7,42 ventoso, ma nella sequenza vincente anche un 7,35 con 0,5 che rappresenta il suo nuovo PB all'aperto, pur vantando un 7,39 indoor. Sorprende in negativo la prestazione di Stefano Braga, a febbraio capace di insabbiarsi a 7,63 (12^ prestazione italiana all-time ognipista) ed ottenere sempre a livello indoor altre prestazioni clamorose come un 7,54 e un 7,45. Poi dev'essere successo qualche cosa, se lo si è visto saltare solo un paio di volte appena sopra i 7 metri fino al 7,07 degli italiani. Posto d'onore per Gabriele Parisi, con 7,38 (+3,1) e un 7,23 regolare.

Triplo junior M: altra gara condizionata (positivamente ed eccessivamente) dal vento. Vittoria con 15,30 di Riccardo Apolloni, con 3,4. Secondo Dominque Rovetta con 15,19. Quest'ultimo si è migliorato di oltre 60 cm per agguantare il secondo posto... anche se ventosamente.

Alto junior D: la vittoria non è mai stata messa in discussione, e di fatto Alessia Trost è quasi entrata in gioco quando la gara volgeva al termine e quasi tutte le altiste erano già uscite. La gara quindi è stata un assolo fino a 1,90 con soli 5 salti (1,71, 1,76, 1,80, 1,85 e 1,90, tutti alla prima). Poi l'attacco frontale all'1,95, minimo A per Londra e vero obiettivo di giornata. Fallito, purtroppo. Secondi il Sigma 5^ volta in carriera sopra gli 1,90, 4 delle quali proprio nel corso del 2012. Ci siamo, direi: manca solo la gara giusta. Europei in saccoccia, Olimpiade non lontana. Nella storia della categoria junior italiana, è l'8^ volta che viene superata la quota di 1,90: 5 perle sono della Trost, due della Vallorotigara e 1 di Barbara Fiammengo. Si rivede a buoni livelli Desiree Rossit, al SB con 1,76 (seconda) dopo che l'anno scorso, da allieva e a livello indoor si era portata addirittura a 1,86.

Asta Junior D: la gara con il record italiano di Roberta Bruni, con 4,35. Già grande sicurezza nei turni d'approccio, con l'entrata a 4,00 metri, quando tutte le altre avevano già finito di dannarsi l'anima. Poi 4,20 alla seconda, e l'attacco al 4,35, ovvero il nuovo record italiano di categoria: centrato alla terza. Il precedente era il suo stesso 4,30 di Rieti di qualche giorno fa. Davvero una pioniera solitaria a questo punto di quanto potrà esserci più in alto rispetto a queste quote: sembra passata un'intera generazione da Elena Scarpellini (che di fatto è giovanissima, ha solo 25 anni), ma è passato solo un lustro da allora. Dopo il 4,35 la Bruni vanta a questo punto le prime 9 prestazioni italiane di sempre, prime di trovare la prima Scarpellini, quella del 4,15 di Kaunas del 2005, che le regalò il bronzo agli europei junior. La Scarpellini vantava da junior 11 gare sopra i 4 metri, mentre la Bruni naviga già a 24 e la stagione è ancora molto lunga. A proposito: peccato che la parabola della bergamasca sia attualmente in una fase recessiva: quest'anno il miglior salto è stato un 4,00 a Rieti, ma ricordo che solo due anni fa era salita fino a 4,40 ad Ancona. Il 4,35 pone la Bruni al 4° posto delle liste italiane assolute all-time (solo all'aperto) ad appena 1 cm proprio dalla Scarpellini.

lungo e triplo junior D: il ritorno alla grandissima di Darya Derkach, una specie di Thiago Silva in salsa atletica, contesa da mezzo mondo ma rimasta per ragioni di cuore in Italia. Ora, leggevo sul sito della Fidal che rischia di non partecipare ai mondiali Junior di Barcellona per questioni legate ancora all'italianizzazione... mi domando (sperando nel frattempo ottenga quanto perseguito da anni): ma a quante manifestazioni internazionali dovrà rinunciare l'italo-ucraina nel nome di una "maglia"? L'atletica è individualità, singolarità, anche se sarebbe certo bello vederla con la maglia azzurra. Ma è pur sempre una ragazzina (chiaro, uno dei talenti più cristallini mai visti...) su cui forse troppi interessi si sono concentrati, quando forse era giusto darle la possibilità di gareggiare, come tutti i ragazzini della sua età, anche se con la maglia dell'Ucraina. Nel frattempo Darya non perde tempo: salta. Nel lungo 6,38 (ventoso) e 6,27 con 1,5 regolare. E una serie tutta superiore ai 6 metri. Quest'anno, nell'unica apparizione di Rieti, aveva saltato solo 6,03. Alle sue spalle Laura Oberto, con 6,05 (1,9 il vento), autrice di un miglioramento da record nella gara più importante: quasi 30 centimetri in più rispetto al vecchio PB di 5,76. A farne le spese, forse, l'altra piemontese Giulia Liboà, insabbiatasi a solo 6,02 ma dopo il clamoroso 6,19 di Mondovì di due settimane fa. Nel triplo esplodono tutte le capacità di forza esplosiva della Derkach, probabilmente con doti più triplistiche che lunghistiche (con uno scarto minimo, eh?). 13,64 (2,7) pur se ventoso, è tanta roba, anche se l'anno scorso era arrivata a 13,56 regolare. Ricordo che il record italiano è il 13,51 di Simona La Mantia, e la Derkach era stata in grado di batterlo al primo anno di categoria. Il 13,64 invece è superiore di 1 cm rispetto al miglior salto italiano junior ventoso di sempre: appunto il 13,63 della La Mantia. Obnubilati dalla prestazioni della Derkach, non bisogna però dimenticare la seconda, autrice di qualche cosa di mostruoso, nel suo piccolo: il 13,20 di Francesca Lanciano, al primo anno di categoria. Salto ottenuto con 2,0 precisi di vento (ma anche un 13,16 con 1,8). Quest'anno aveva già saltato 13,08, quindi, insomma, non è stato tutto frutto del caso. Il 13,20 le fa così fare un salto in alto nelle liste all-time femminili: è ora 6^ di sempre (e siamo ancora al primo anno!). Scorrendo le liste vien sempre da chiedersi che strade abbiano percorso tali Sara Fabris, 13,37 nel 2003, Vanessa Alesiani, 13,35 nel 2004, Giovanna Franzon, 13,32 con -1,5 nel 2000... talenti al fulmicotone che non hanno seguito la parabola che i loro piedi gli stavano indicando.

Alto promesse U: game-set-match per Gianmarco Tamberi, al primo anno di "promissione". 2,26 alla terza e nuovo PB dopo il duplice 2,25 dell'anno scorso. La storia si muove. 7^ posizione nelle liste all-time promesse. Poi va a vuoto il tentativo di aggancio al minimo per Helsinki: 3 steccate a 2,28. 3 cm in più anche rispetto alla sua miglior prestazione del 2012: il 2,23 di Champions League in Portogallo. Al secondo posto Marco Gelati con 2,20, alla terza, che ha un miglioramento-monstre di 5 cm rispetto al proprio triplice PB di 2,15 passato anche per un 2,18 alla prima.

Asta promesse U: 4,90 e titolo italiano per David Buldini, l'assoluto outsider della competizione. Addirittura parte dall'ottavo rango di iscrizione, con 4,80 (misura che aveva saltato già nel 2009 e replicata quest'anno). Assente ingiustificato Claudio Michel Stecchi (a meno di qualche infortunio... perchè iscriversi altrimenti?), la parte del leone avrebbero dovuta farla Simone Fusiani (5,20 quest'anno) e la coppia Andrea Sinisi - Marco Falchetti, entrambi 5,00 metri quest'anno. Invece sia Falchetti che Fusiani escono senza misure, e a 4,80 la gara è già definita. Rimangono solo Sinisi (che esce) e Buldini, che passa la misura alla seconda. A gara vinta anche il 4,90: PB e coccarda tricolore.

Lungo promesse U: gara viziatissima dal vento, e chissà quanto condizionata anche nel risultato finale. Su 54 salti, 52 ventosi con valori molto spesso superiori ai 4 m/s. Gara davvero falsata per tutti. Il varesino Camillo Kaborè vince comunque con 7,45 (con 3,0), partendo da favorito, davanti a Riccardo Serra con 7,41 (3,4), che dopo il primo salto valido inanella ben 5 nulli consecutivi. Serra tra l'altro è il salmone di giornata, avendo scalato in maniera sostanziale la griglia di partenza dall'ottavo posto sino al secondo.

Triplo promesse U: il ritorno di Andrea Chiari, sbocciato anche a livello internazionale con la stagione indoor e poi probabilmente falcidiato da qualche infortunio. A Misano si limita al primo salto: 16,83 con 2,0, intasca la gara e va a fare la doccia. Ma poi ci va a Helsinki? Greco è in forma stellare, Schembri comunque i suoi quasi-17 li fa sempre, ma Donato? Come sta? Nel caso non vada uno dei tre, penso che imbarchino Chiari. Dietro a Chiari 15,85 con 0,5 per Antonio Napoletano, che migliora di praticamente mezzo metro il suo PB. PB anche per Simone Calcagno: 15,47 con 1,1.

Alto promesse D: gara che mette in gioco due delle promesse più fulgide degli ultimi anni (e che un pò hanno percorso strade complanari, lasciando momentaneamente l'autostrada verso la notorietà che sembrava averle lanciate) prima dell'avvento di Alessia Trost. Chiara Vitobello ed Elena Vallortigara. E le si rivede ad altezze considerevoli, finalmente: entrambe a 1,86. La gara la vince la Vitobello grazie al percorso più lindo fino alla misura del titolo. Vitobello che comunque è a soli 2 cm dal personale, che ottenne nel 2010, da junior. Elena Vallortigara è invece un altro talento mostruoso, capace a 16 anni di saltare 1,87 e addirittura 1,85 da cadetta. Ergo, il talento è da Chicherova, le possibilità da Chaunte Lowe. Non conoscendola, non saprei cosa le possa mancare perchè quello che serba dentro, possa esplodere sulla pedana. Segnalo comunque anche il 3° posto di Enrica Cipolloni con 1,84.

Asta promesse D: 4,05 per Miriam Galli, capace di ottenere il PB di 2 cm in un'occasione più unica che rara: al terzo salto dopo aver sbagliato alla prima a 4,00, aver splittato a 4,05 per poter vincere la gara, aver sbagliato il primo, e ottenuto il sospirato 4,05 del titolo. Seconda Alessandra Lazzari, con 4,00, che pareggia sì il suo PB, ma che quest'anno non era mai andata oltre i 3,70.

Lungo promesse D: chissà come mai il lungo italiano non decolla. La gara è vinta con 6,02 da Laura Strati. Misura ventosa (+2,6). Il secondo posto addirittura lo si è ottenuto con 5,91. Può essere solo il vento a giustificare la qualità inferiore rispetto alla gara junior? Cosa succede nel passaggio tra le categorie junior e promesse? Per la Strati comunque sia, titolo italiano, che fa sempre Curriculum Vitae in attesa di tornare a saltare sul 6,20 col quale ci aveva abituato l'anno scorso.

Triplo promesse D: non ci sono ancora i dati del vento, ma titolo che finisce a Maria Moro con 13,12, davanti ad Anna Cerizzi con 13,03. Per la Moro sarebbe il PB (vanta un 13,00) ma appunto, non si conosce il dato del vento. Sarebbe anche un super-personale per la seconda, che vantava 12,69... 

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