29/06/12

Europei, day III: Rosa bronzo - i voti agli italiani

Gloria Hooper - G. Colombo/Fidal
L'Italia alla terza giornata su cinque, finalmente smuove le crude statistiche del medagliere: bronzo infatti di Chiara Rosa nel lancio del peso. Ma che l'atletica italiana sia in crisi non ce lo svela certo il Campionato Europeo, anche se già ad oggi, pensare a medaglie alle olimpiadi, vuol dire pensare esclusivamente a Antonietta Di Martino (se è uscita dall'infortunio... quindi con qualche chance in meno), Alex Schwazer (quello secondo me più in predicato di andar bene) e Fabrizio Donato. In seconda istanza Vizzoni e qualche marciatrice-marciatore dell'ultimo secondo. Ma le valutazioni facciamole a fine europeo... questa la mia ricostruzione della giornata.

Libania Grenot (5). Non capisco la natura dei problemi della Grenot, anche se lei stessa ha precisato che l'origine era esclusivamente "femminile". Oh, può succedere. Peccato che le olimpiadi siano esattamente tra un mese... si ripresenterà lo stesso problema? Se la fotografia della finale fosse quella dei 330, la vedremmo in testa, ma purtroppo conta solo quella scattata dalla omega sul traguardo: sesta in un irriconoscibile 52"57. Comunque, la sensazione che mi ha lasciato nei 3 turni non è bellissima e non capisco se sia il modo in cui approccia le gare, o la condotta delle stesse. Forse raggiunge troppo presto il punto di non ritorno e si trova a gareggiare per troppi secondi in crisi organica, iniziando le bracciate a delfino a 50 metri dalla fine. Troppo lontano dal traguardo per ambire a qualche cosa di agonisticamente importante. Eppure i suoi sub 51" quest'anno li ha già corsi... che sia lo scarso adattamento ai viaggi? Del resto quando ha corso negli States sembrava volare. E' venuta in Europa, e ha fatto parecchia fatica. Ha adesso un mese per sistemarsi.

Marco Vistalli (n.c.). Era da 7,5 per la sicurezza con cui ha condotto i turni. Peccato per la finalissima. Ora, sicuramente salterà anche la staffetta: impensabile che un atleta che non riesca nemmeno a correre, nel giro dei prossimi due giorni, rinsavisca. Peccato: non dico che il record italiano sarebbe caduto, ma insomma, piazzare un bel tempo con vista olimpica... adesso che scrivo, ricordo che la forza delle migliori staffette del miglio azzurre era nell'affiatamento dei componenti. Sembrava decantare la Nazionale di Bearzot... Grossi, Nuti, Vaccari, Aimar... con qualche innesto ogni tanto. Serve ricostruire una staffetta stabile, ma sembra un'impresa mettere Vistalli e Licciardello insieme, con Tricca e Lorenzi o Juarez. Vedremo cosa ci inventa Di Mulo.

Gloria Hooper (7,5). Campionato Europeo eccellente almeno dopo la sparata della batteria, il sontuoso 22"95 con 0,7 di vento, per il quale varrebbe da solo un 8,5. Minimo olimpico, e una clamorosa scalata nel ranking nazionale di sempre: 5^ italiana di ogni tempo a scendere sotto i 23" (dopo Levorato, Masullo, Grenot e Calì), ma quarta performer a soli 2 cent dalla Grenot ma davanti alla Calì. 19° performance all-time. Meglio di così... Poi in semifinale la flessione: 23"49 e squalifica che ha colpito manciate di atleti... e dire che con quella razza di curve, forse i finnici avrebbero potuto avere un pò meno solerzia nelle squalifiche. Ma, a parte tutto: questa ragazza simpaticissima anche con la prestazione della semifinale valida avrebbe corso la sua 4^ prestazione di sempre... e fino a due settimane fa sarebbe stato il sul PB migliorato di 2 decimi. E' sbocciata, senza ombra di dubbio.

Simona La Mantia (7-). Diciamo che il 14,25 non è proprio male, anche se spinta da 2,0 di vento. Presumo possa essere misura da finale olimpica. Il periodo di appannamento è durato diversi mesi, ma oggi la siciliana è probabilmente tornata sui propri livelli. La medaglia sarebbe arrivata a 14,36, che comunque in carriera ha superata "solo" 11 volte tra indoor e outdoor. Cosa voglio dire? Che un 14,36 è comunque per lei misura molto significativa, che le comporta un livello superiore di forma. Considerata la crescita che la sta accompagnando, probabilmente a Londra potrebbe aver raggiunto quel livello prestativo. Impressionante la Saladuha: 14,99 con 0,2. Metallo londinese. 

Diego Marani (8). finalmente il mantovano trova una continuità ad altissimi livelli che lo premia con una finale continentale assoluta dopo un 20"83 a pochi cent dal recente personale (e dopo un 20"89 in batteria). Mica noccioline. Ok, il livello generale non è quello dei trials di Eugene, ma insomma, si parte a piccoli passi verso la notorietà. Probabilmente ha un pizzico di fortuna ad ottenere in semifinale la corsia più esterna, che consente di lenire gli effetti nefasti delle curve ad angolo e che gli ha permesso quindi di sfruttare la sua condotta di gara che rappresenta il suo marchio di fabbrica: un 100 metri lanciato molto forte, rispetto ad una prima parte un pò sofferta, alla Spearmon (fatti i debiti distinguo). Squalificato quello che è apparso il favorito, il greco Tsakonas, inserito proprio nella batteria di Marani. 

Davide Manenti (6.5). Impressiona in batteria, con 20"84 (secondo tempo personale di sempre) ma manca proprio all'appuntamento con la storia in semifinale, tornando a correre sui suoi tempi border line: 21"07. Chiaramente c'è il fattore-curva dello stadio di Helsinki, che chissà quanto inficia la fluidità dell'azione. Moltissimi hanno avuto problemi... ma ci pensate se un Bolt arrivasse in quel punto spigoloso a 44 km/h dove diavolo finirebbe? Si stamperebbe in tribuna? Sarebbe comunque bastato un 20"84 per la finale... bastato, doveva correre sui propri personali e visto il periodo di grazia, li valeva. 

Zahra Bani (5). E' di fatto trascinata nella strana abulia che ha infettato tutti i lanciatori azzurri, con esclusione dei veterani di guerra Vizzoni e Chiara Rosa. Ma come mai? In finale la Bani ha il braccino, e i dardi si interrano a poco più di 53 metri: 53,40. Ultima delle finaliste. Non da lei, nemmeno in una giornata no. E quest'anno aveva addirittura raggiunto quasi i 60 metri ad Halle, anche se obiettivamente fino ad oggi non era stata una delle sue migliori stagioni. Nell'intervista post gara anche per lei tutti i dubbi di tali controprestazioni: tensione? Emotività? Preparazione? 

Yuri Floriani (7) e Patrick Nasti (6,5). Floriani 7° con 8'39"22. Nasti 13° con 8'48"37. Ok, non siamo tornati ai tempi di Lambruschini e Panetta (e Carosi), ma vedere due azzurri in finale appaiati per qualche minuto riporta a galla tante emozioni. Poi l'ineluttabilità del momento, fa che i due si stacchino progressivamente dal quintetto di testa per lottare nel secondo gruppetto. Per Floriani il problema è correre "in gruppo" ed affrontare così gli ostacoli accerchiato da altri atleti. Purtroppo, ce ne siamo accorti da tempo, in Italia non è possibile ricreare in provetta l'ambiente per mancanza di materia prima, ovvero per assenza di atleti che compongano i gruppi. Per Nasti il problema è invece solo la terz'ultima siepe, dove si schianta a terra a peso morto. Eppure Nasti non mi stava dispiacendo nemmeno un pò, vantando anche un fisic du role da grandi prestazioni... per ora in potenza. Se non fosse caduto sarebbe probabilmente arrivato vicino a Floriani... ma non lo sapremo mai.

Gianmarco Tamberi (7,5). Ieri non ne avevo scritto.. sfuggito. Comunque, ragazzo talentuoso, che si inserisce in una lunghissima teoria di atleti superiori alla norma partorito dalle scuole italiane dei salti che ha avuto una sola grande pecca: non aver prodotto il fenomeno. Eppure manca davvero poco: la base statistica c'è... ieri dopo diversi errori è arrivato l'ingresso in finale. Oggi, sicurezza olimpica per tre salti, fatti tutti alla prima fino a 2,24. Poi i tre errori a 2,28, che sarebbe stato il suo PB. 5° ad un campionato europeo... comunque, niente male. 

Chiara Rosa (8,5). Una medaglia cancella ogni tipo di commento. I record si scrivono nell'acqua, le medaglie rimangono scolpite nella pietra. Il bronzo europeo rappresenta l'apice della carriera della Rosa che è ormai da quasi dieci anni ai massimi livelli. 18,47 per conquistarla, che non è misura suprema (in carriera ha lanciato meglio in una ventina di gare), ma che può darle la sicurezza per la sessione olimpica. E poi è la prima medaglia della spedizione italiana... oggi speravo anche in quella della Grenot e della La Mantia, ed è arrivata quella di Chiara, che non era così sicura si potesse vincere. 

Silvia Salis (4). Su 4 martellisti presentatisi a Helsinki (3 uomini e 1 donna), si salva solo il veterano Vizzoni. Disastro da parte degli altri tre, tra i quali anche Silvia Salis che va fuori giri per tutti e tre i tentativi avuti a disposizione e con una finale fissata a soli 66,89. Certo, io non lo farei mai, ma per la Salis rientrava nell'elenco di cose fattibili, e non improbabili. 

Giovanni Faloci (4,5). Sette metri dal proprio personale stagionale sono davvero tanti: 57,67, cioè la sua peggior gara dell'anno. Ottenerla nel giorno più importante può essere sintomatico. Io, da profano mi chiedo: Povegliano, Lingua, Salis, Faloci, Nicoletti, Bani... 5 su 7 lanciatori italiani ad oggi (Vizzoni e Rosa esclusi). Ma come mai arrivano alla gara fino ad oggi più importante dell'anno e non si limitano a lanciare "mediamente", ed invece proprio crollano agonisticamente e prestativamente? Nessuno se lo chiede? E' un nonsenso statistico: che vadano male un paio di atleti ci sta... ma che ne vada male il 70% è di sicuro sintomatico di un taper errato collettivo, che porta gli atleti a grandi volumi ed intensità fin sotto la gara. Sbaglierò...

Marzia Caravelli (7,5). Come già detto nelle ultime settimane, Marzia corre in 13"03 e sembra una prestazione che rientra nel normale scorrere delle cose. Ma 13"03 (con -0,8!!) invece rappresenta sempre uno dei 10 tempi più veloci di sempre in Italia... per fortuna per lei adesso è un tempo normale. Visto che è un animale da gara, da domani inizia il suo Europeo. 

Micol Cattaneo (8). Il mezzo voto in più rispetto alla Caravelli risiede nel fatto che Micol dopo una lunghissima rincorsa durata un paio di anni, è ritornata laddove ci aveva lasciato. 13"07, cioè un tempo che correva nel periodo d'oro, quello in cui sfiorò il record italiano della Tuzzi. E poi la semifinale, anche se adesso si fa davvero dura. Per la finale servirà comunque, secondo me, un tempo simile o al massimo di 3/4 centesimi inferiore. 

Giulia Pennella (5). Ha avuto un picco di forma strepitoso tra fine maggio ed inizio giugno. Poi ha iniziato una caduta prestativa che l'ha portata ad un anonimo 13"43. Eliminata in batteria. 

Nessun commento:

Posta un commento