27/06/12

Italiani Master I: gli M35

L'idea è che passata la faste, gabbato lo santo. Ha ragione secondo me Corbelli su Atleticanet quando scrive che il numero di partecipanti ai campionati italiani master sia in calo. A Cosenza (che comunque per me è stata bellissima) si era arrivati al minimo tendenziale dell'ultimo periodo. Certo, influirono diversi aspetti, come la lontananza di Cosenza da un aeroporto o la non facilissima comodità di arrivare in loco. Ma superato qualche piccolo problema logistico, insomma, l'atletica è l'atletica e la fanno gli atleti. Comunque, la tendenza in atto non è più al rialzo, ma recessiva: si sta perdendo tempo prezioso, anche per via della politica generale della Fidal, votata alla mortificazione costante dei master, cui si sta sgretolando progressivamente la possibilità di partecipazione, e senza che nessuno si metta di traverso per evitare che ciò non avvenga a partire dai ben 2 consiglieri in Area Master, che non risulta si straccino le vesti per impedire questa scandalosa erosione del potere di partecipazione degli over-35. Probabilmente il problema del mondo master nasce proprio dai propri rappresentanti, che più che essere rappresentanti di qualcuno (noi master), sono la propaggine di qualcos'altro cui dipendono funzionalmente (la Fidal) e cui non osano opporre nemmeno un'alzatina di ditino ogni tanto. Così, prima i c.d.s., poi i campionati italiani master che coincidono sempre con qualche manifestazione assoluta, poi i meeting negati espressamente... ed io che pensavo che la differenza tra un atleta e l'altro fossero i tempi e le misure, invece è l'età.

Ma veniamo a Comacchio, e ad un'analisi categoria per categoria di quello che è successo. In progetto ho sempre una sorta di graduatoria a punti per l'assegnazione del master dell'anno, comprensiva di piazzamenti, risultati nazionali ed internazionali, record italiani e non. Ma il tempo è dannatamente tiranno e a meno di prorogare le mie giornate fino alle 3 di notte... vedremo.

Per quanto riguarda la categoria M35, il personaggio di categoria sembra essere inopinatamente Stefano Longoni: due ori e un record italiano prestigioso. Non che gli altri non lo siano, eh?! Oro nei 110hs con 14"32 con 1,6 di vento, che cancella il record di Alessandro Petroncini di 14"62 che resisteva addirittura dal 2001. Non pago, si sciroppa un lunghino che gli porta il secondo medaglione: 6,20 con vento quasi nullo. I suoi titoli italiani salgono così a 7 in tre sole stagioni: 4 outdoor e 3 indoor. 5 sugli ostacoli, due nei salti. Nella velocità, double di Stefano Tugnolo, che ammetto di aver temuto personalmente per anni quando le nostre età facevano combaciare la categoria. Atleta evoluto ancora in area Assoluta, capace a Comacchio di vincere agilmente in 11"23 e 22"72 con vento in entrambi i casi non significativo. Tempi in linea con le vittorie registrate negli anni precedenti: in sole tre circostanze (su 30 edizioni dei 100 M35) il titolo è arrivato con tempi inferiori agli 11". Quello di Tugnolo è il 6° tempo di sempre quanto a crono necessario per vincere i 100 metri. 5° invece il tempo sui 200, con un Record dei Campionati di 22"37 ottenuto da Antonello Palla nel 2005. Clamorosa la prova di Francesco Arduini nel salto in alto, anche lui di fatto atleta di caratura "assoluta". 2,06 e il pelo al 2,10, che sarebbe, udite-udite, il suo record personale ogni-tempo (e che sarebbe stato anche il minimo per partecipare ai campionati italiani assoluti di Bressanone). Il 2,06 rappresenta la misura più alta mai raggiunta ad un campionato italiano master, sia indoor che outdoor (il precedente era un 2,04 di Alessandro Conti nel 2008). 4° titolo italiano per Arduini.
La terza doppietta di categoria la piazza il martellatore Giulio Trivani, primo sia nel martello che nel martellone con rispettivamente con 41,60 e 12,62. Primi due titoli italiani master per lui.
Esordio come master anche per Fracensco Tino: oro nei 400 con 52"81, in una gara falsata e sferzata da un vento monsonico sui primi 200 e che ha appesantito tutti i crono. Tino tra l'altro partito nella serie più debole, così come molti vincitori di titoli italiani, vittime del sistema Sigma, che si sta scoprendo aver moltissimi "bugs" che sembrano insanabili. Peccato che il favorito, Cesare Lazzarini, dopo pochi metri della batteria si sia infortunato, anche se il giorno precedente aveva visto bene di intascarsi il suo terzo titolo italiano master sugli 800 (2'01"05).
Mezzofondo senza dominatori assoluti (ovvero doppiettari): detto di Lazzarini sugli 800, sui 1500 Manuel Dalla Brida vince (4'17"21) il suo 8° titolo italiano in soli 3 anni, il terzo in pista nel corso del 2008 (aveva infatti vinto 800 e 1500 ad Ancona) e il secondo consecutivo sui 1500 M35. Grande stagione la sua. Rudy Magagnoli vince i 5000 in 15'37"11, all'esordio come master. Primo titolo. Sui 3000 siepi è Alessandro Bianchi che intasca la coccarda: 10'29"90. Anche per lui si tratta del primo titolo italiano tra i master.
Paolo Citterio domina i 400hs con un degno 57"20, al 5° titolo italiano, il 3° consecutivo sui 400hs M35 (gli altri due sono stati vinti nel pentathlon indoor). Il 57"20 è anche il terzo tempo di sempre necessario per vincere un titolo italiano nel binomio 400hs-M35: al primo posto troviamo Gian Luca Piazzola, capace di correre in 55"70 nel 2000. Al secondo rango il 56"25 con il quale lo stesso Citterio aveva vinto gli italiani a Roma 2010.
Giorgio Giachetti è il nuovo campione italiano dell'asta con 4,20: primo titolo italiano. 8^ prestazione di sempre necessaria a vincere un titolo italiano tra i master. Francesco Alborè, secondo nel lungo, vince invece il salto triplo con 14,24. Terzo titolo nel corso del 2012: unica sconfitta dell'anno per mano di un master proprio quella di Stefano Longoni nel lungo di Comacchio. Il 14,24 è anche la miglior misura mai saltata da un M35 ad un campionato italiano: ergo, record dei campionati. La precedente era il 14,19 di Giorgio Federici ottenuta nell'edizione del 2005.
Nel peso altro dominatore assoluto è stato Francesco Longo: 13,90, al settimo titolo italiano tra gli M35 e terzo consecutivo nel peso. 5^ prestazione di sempre per vincere un italiano M35 all'aperto. A Mario D'Antonio finisce il disco, con 35,77: secondo titolo M35 dopo quello del 2009. Infine giavellotto a Francesco Mutti con 45,39. Primo alloro tricolore. 

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