28/06/12

Europei, day II: l'Italia rimane a galla grazie ai veterani

Fabrizio Donato - G.Colombo/Fidal
Non è che questi campionati europei mi stiano particolarmente estasiando. Non so, sembra tutto un pò scialbo, slavato. Di sicuro non fanno strappare le vesti le prestazioni degli italiani, che, nessuno lo vuole dire, fino ad ora sono assai contraddittorie. In generale sembra che molti di essi non siano al top, o forse non troppo concentrati. Per me, sbaglierò, è che la voglia di far bene e di ben figurare porta molto di essi ad allenarsi troppo intensamente sotto l'evento, e questo li porta a sua volta ad essere sotto tono nell'evento stesso. Molti di essi, ci scommetto, voleranno nel dopo europeo, che non sarà necessariamente l'olimpiade. Chi fa rimanere a galla la spedizione dopo due giornate, sono i "veterani", ovvero i "soliti" indiziati. Nicola Vizzoni, classe '73, 40 anni l'anno prossimo, e Fabrizio Donato, classe '76: 36 anni. A questi aggiungiamoci la Grenot e Marco Vistalli. Ma stiamo parlando comunque di atleti che accedono in finale, e non già quindi medagliati, anche se le possibilità sono aumentate esponenzialmente soprattutto per i primi due. Ma vediamo come si son comportati gli italiani.

Apre le danze Manuela Gentili (5), che inspiegabilmente ottiene una prestazione non alla propria altezza, e che dopo gli incredibili esordi successivi all'infortunio di inizio anno, lasciavano presagire tuoni e fulmini o fuoco e fiamme. 57"03, sesta in semifinale a 1"06 dalla finale, che si sarebbe ottenuta correndo in 55"93, tempo, ritengo, alla sua portata dopo il 55"58 di Ginevra. A sua discolpa la pista "svizzera" con curve a raggio strettissimo, che affrontare in prima corsia è sembrato essere la cosa più deleteria possibile. 

Giulia Martinelli (5), da cui si aspettano grandi cose, incappa in una brutta giornata. L'accesso alla finale, come per la Gentili, col senno di poi, non è sembrato cosa da turche, ma lo stesso il 9'57"19 è tempo che la esclude dalla finalissima quando la deadline era fissata a 9'55"58, ovvero un tempo che aveva già corso sette volte nel corso degli ultimi due anni. Come mai? Cosa le sarà successo?

Fabrizio Donato (8+) fa il fenomeno a 36 anni: scende in pedana, si insabbia a 17,17 e quindi rifa la sacca e se ne va. Solo in due oltre i 17 metri, la dice lunga sulla bontà della pedana. Da capire in gara quanto sarà elastica e quanto lo spettacolo sarà esaltato. E che ci crediate o meno, era il suo esordio all'aperto nel corso della stagione 2012. Davvero fenomenale. Ora gli si apre un ampio ventaglio di opportunità medaglifere, visto che non si vedono all'orizzonte ed in finale fenomeni come Idowu, nessun francese, un russo carneadiano. L'unico avversario sembra il polacco Karol Hoffmann, che oltrepassa per la prima volta i 17 metri proprio in qualificazione: 17,09. In finale ci finisce anche Fabrizio Schembri (6.5), con un tranquillo 16,58, addirittura settima prestazione di qualificazione. Periodo di vacche magre anche nel triplo continentale, o semplicemente il sole di Olimpia sta eclissando l'Europeo? Fatto sta, che ci sono due italiani in finale nel triplo, con buone probabilità di... e non aggiungo altro. Male, ma davvero male, Daniele Greco (3), che incappa nell'ennesimo basso successivo ad un alto: un inguardabile 15,90. Manca proprio di continuità questo ragazzo con la dinamite ai piedi, ma che spesso si dimentica di innescarla o si dimentica il pulsante a casa. E pensare che il 17,47 di Potenza l'aveva proiettato nella stratosfera, tanto che probabilmente avrà iniziato da allora a guardare i risultati di Will Claye, Christian Taylor e Philippe Idowu. Oggi si scopre che forse avrebbe dovuto guardare i risultati di Aleksey Fyedoriv, un russo semisconosciuto che con un facillimus 16,43 si è ritagliato il suo piccolo orticello nella storia degli Europei. 

Nel peso passeggia sulle ballerine Chiara Rosa (7): 17,89 al primo lancio e finale conquistata con apparente facilità. Davanti tirano il gruppo le tre tedesche e la russa Tarasova. Rosa 5^, e dietro non sembra proprio che vi siano salmonesse pronte a risalire la graduatoria. Troverà Chiara il lancio della stagione? E non pensiamo alle Olimpiadi. Altra controprestazione invece da parte di un'atleta azzurra: Julaika Nicoletti (4) si ferma a 15,94 (quasi la stessa distanza coperta da Greco nel triplo per uscire dalla porta posteriore dell'europeo). Perchè male? Perchè quest'anno era il migliore di carriera della Nicoletti, con 4 gare oltre i 17 (e si entrava in finale con 16,70). Di fatto il peggior risultato di stagione nella gara più importante. Non è possibile! 

Nicola Vizzoni (7,5) è come Franco Baresi. La bandiera intramontabile. 76,42 e seconda prestazione delle qualificazione dietro all'ungherese Pars in un panorama lancistico un pò triste. Si entra addirittura con 72,85, non certo misure da finale olimpica. Ma esistono quelle giornate che irretiscono le fibre di tutti i presenti e che non si riesce a capire da cosa dipenda. Vizzoni nuota in questa condizione, e spara la sua miglior prestazione dell'anno: ecco, questo è l'esempio. Finisce nel girone dantesco dei dannati costretti a rifarsi immediatamente la valigia per tornarsene a casa, Lorenzo Povegliano (4): 72,47, ad una quarantina di centimetri dalla finale. Ma cavolo, quest'anno aveva quasi tirato giù un jet a Codroipo con un lancione a 79! Praticamente la peggior prestazione dell'anno, anche per lui, nell'appuntamento fino ad oggi più importante della stagione. Sintomatico. Marco Lingua 71,07 (4,5), un pò sottotono ma non così tanto come il suo collega martellista. Quest'anno anche lui aveva lanciato già in 6/7 circostanze più del limite poi rivelatosi necessario ad entrare in finale. 

Libania Grenot si ricorda di essere Libania Grenot (7), dopo i brividi della batteria. Vittoria nellea prima semifinale con 52"02 da parte di una delle possibili medaglie azzurre. Ma visto che quest'anno i sub 51" li ha già piazzati, non voglio non pensare che non possa essere protagonista in finale. Brava Maria Enrica Spacca (6+), con 53"02, se non altro in linea con le prestazioni della stagione. 

Nadia Ejaffini (7,5) dimostra grande spessore agonistico: sesta con 15'16"14, ovvero il nuovo record personale e, come riporta il sito della Fidal, ottavo tempo italiano di sempre e biglietto per Londra conquistato. Meglio di così. E meglio anche delle più navigate azzurre Elena Romagnolo (6) e Sylvia Weissteiner (5) rispettivamente con 15'24"38 e 15'39"23. Preoccupante la prestazione della Weissteiner. 

Marco Vistalli (7+), si prende la soddisfazione di vincere una semifinale ad un europeo con 46"01, davanti a quel vecchio volpone di Johan Wissman (escluso dalla finale). Vittoria che lo collocherà in mezzo alla pista in finale: un ultimo atto che personalmente vedo apertissimo a qualunque risultato. Favorito naturalmente il campione europeo junior Marcel Deak-Nagy, ma ogni 400 ha una sua storia, un suo canovaccio tutto da scrivere. Quegli ultimi 100 metri sono troppo zeppi di variabili indipendenti per attribuire facilmente le medaglie ante quo. 8 atleti nel giro di 3 decimi, è davvero poca cosa: ci saranno di sicuro delle sorprese. Purtroppo non farà parte dell'ultimo atto Lorenzo Valentini (6), con 46"96. Probabilmente la "gara" l'aveva sparata in batteria. 

Simone Collio (n.c.). In una delle finali più pazze mai viste, a suo modo diventa protagonista anche Collio, squalificato per falsa partenza. A suo modo entra nella storia per essere uno dei pochi a non aver corso due finali consecutive ad un europeo (a Barcellona corricchiò perchè semi-infortunato). Ma non mi voglio soffermare ulteriormente per non alimentare altre polemiche. Se non altro è arrivato in finale. 

4 commenti:

  1. per me Maslak ha gia' l'oro in tasca
    alla lista di Collio aggiungiamo pure l'Europeo del 2006, quando salto' tutta la stagione
    a Nicoletti e Martinelli io darei un 6 per via dell'inesperienza

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  2. Dici? Non lo so.
    non capisco il riferimento a Collio

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  3. intendevo che per Collio quello degli Europei e' una specie di maledizione:
    2002 ancora non era su alti livelli
    2006 infortunato
    2010 primi Europei a 31 anni, finalista ma la disputa per onor di firma
    2012 finalista ma squalificato per falsa partenza

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