10/06/12

E se... Tyson? 10"00 all'esordio - Rudisha vulcaniano - Jeter in crisi nera

Tyson Gay a New York
Il 100 più forte della storia si sta a poco a poco costruendo, quanto meno nelle intenzioni di tutti. Ovvero, il 5 di Agosto allo Stadio olimpico di Londra, pensare che potrebbero esserci tutti quanti, è qualche cosa che riappacificherebbe gli Dei dello Sport con l'Uomo. Bolt, Powell, Blake, Gatlin, Dix... e Tyson Gay. Quasi impossibile vederli tutti insieme, per carità. Ci sono troppe variabili indipendenti che esulano dalla mia volontà: i trials del 22 giugno (in contemporanea tra Usa e Jamaica). I turni preliminari di Londra, gli infortuni, la forma... Ma sperare non costa assolutamente nulla, nel nome dello spettacolo. Mancava un solo pianeta all'allineamento siderale, che proprio in virtù di tutte quelle variabili (operazione all'anca, problemi conseguenti, altri infortuni) sembravano averne deviata l'orbita verso qualche buco nero di Alpha Centauri. Ed invece, dopo qualche rivoluzione, un'orbita ellittica molto esterna, compare sullo sfondo l'ombra nera di Tyson Gay. Umile, in una seconda serie del Meeting di New York, l'esordio a quasi un anno dall'operazione. E Tyson è la solita macchina da corsa, senza dar spazio alla fantasia e senza avere apparentemente momenti armonici: partenza-assetto-martellamento. 10"00 con 1,5 di vento contro nella serie di rincalzo del Meeting di New York. E adesso proviamo a non pensare che già ai prossimi Trials non possa essere protagonista. Nella serie A del meeting il caimano Yohan Blake vince me non convince. Oh, parliamoci chiaro: correre in 9"90 è sempre roba da uomini straordinari, ma per battere le leggende bisogna fare cose leggendarie, e non straordinarie. L'idea era che i Big Three jamaicani ovunque andassero lasciassero tutto il resto del mondo sprintistico mondiale a molti metri di distanza... e non che un Keston Bledman qualunque arrivasse a pochi decimetri dal mortificare l'imbattibilità nazionale sui 100 metri. Ma Keston è l'emissario e allievo di Coach Brauman, ovvero il compagno di allenamenti di Tyson: 9"93, per chi guardandolo ha imitato a tal punto il suo fratello maggiore Ty da correre praticamente con il medesimo stile a motore-Boxer. Step-down durante la fly praticamente uguale con una maniacale ossessione per la perfezione dell'uso delle braccia. Bledman-Gay, la risposta di Braumann a Glenn Mills e Steven Francis: praticamente 3 coaches potrebbero monopolizzare con 6-7 atleti la finale olimpica. Però quando viene Francis a Lignano Sabbiadoro per mesi, occasione che capita annualmente, meglio girarsi dall'altra parte: meglio la corsa ampia-rapida, dire che l'effetto (il numero di passi di un 100) è in realtà  la causa della velocità e giocarsi i titoli italiani a 10"30... e come dagli torto? 
Comunque: Blake davvero brutto, imbottigliato nella muta di bodyes rossi della Nike, e che ha fatto la differenza praticamente solo negli ultimi metri. Anche se, ripeto, potessimo avere noi atleti che correndo male corrono in 9"9 e non necessariamente a Rieti. Si rivede addirittura Mike Rodgers, (9"99) bannato per qualche mese l'anno scorso nei camerini dello spettacolo "Daegu by night" pochi secondi prima di entrare in scena, e che renderà la vita difficile al terzo incomodo a stelle e strisce ai Trials (Dix e Gay, se Gatlin conferma il suo stato di forma stile-2004). 
Statisticamente... Blake corre la 18^ volta sotto i 10", Bledman la 6^, Rodgers la 16^. 554 le volte di un uomo sotto i 10". 

Sui 200 a sorpresa riesplode Churandy Martina: 19"94 con vento praticamente nullo. Ma non stava già percorrendo il viale del tramonto? Personale, lui che era in maniera preponderante uno sprinter puro? Record olandese, naturalmente. Al suo pari arriva l'altro allievo di Brauman: Nick Ashmeade, con 19"94 anche per lui. Non è PB perchè nella magica nottata di Bruxelles, quella del 200 più veloce della storia se munto dai tempi di reazione (il 19"26 di Blake con quasi 0"3 di RT), corse in 19"91. 3^ volta sotto i 20". 203^ volta di un uomo sotto i 20". La 200ima la ottenne il principe Spearmon... gliel'ho pure comunicato su twitter, e lui ha replicato "really, I don't really know!".

400 che si partono sempre sperando che ritorni Jeremy Wariner dal tunnel dell'alta borghesia in cui è caduto, dopo essere stato un re sul cui impero non tramontava mai il sole. Il nuove fenomeno Luguelin Santos (44"4 pochi giorni fa) ne ha ragione correndo in 45"24. Messere Jeremy si arena a 45"30, ovvero tempo che lo mette su un cornicione al 134° piano dell'Empire State prima dei Trials, con possibili missili che potrebbero arrivare da ovunque. I Believe In Jeremy, comunque. 

Il mostro comunque l'ha fatto ancora una volta David Rudisha. Un vulcaniano in un mondo di klingon. 1'41"74 lasciando tutti i seguaci di Khaless a bersi il Warnog (la birra klingoniana). Nono tempo mondiale di sempre. 11^ volta di uomo sotto gli 1'42" (5^ di Rudisha contro le 4 di Kipketer), e sicuramente il sigillo su Olimpia, a meno che succeda l'imponderabile. Stroncato d'infarto Abubaker Kaki dopo 450 metri, quello che dovrebbe essere il suo competitor, ma che probabilmente adesso è il terzo ottocentista al mondo, superato dall'etiope Mohamed Aman. A dire il vero la classe '94 è in grande fermento: Aman '94, Amos Nigel (1'43"11) '94, Leonard Kirwa Kosencha (1'43"60) '94... Rimanendo nel mezzofondo, il master Bernard Lagat ('94, ovvero 20 anni in più dei predetti fenomeni) vince con 3'34"63

Negli ostacoli, dopo la vittoria del campione del mondo Jason Richardson con 13"18, ma quello che spiace è vedere lo stato di forma di David Oliver, davvero ormai facilmente vulnerabile. 13"37

Nella velocità femminile non si capisce più nulla. La Jeter prende schiaffoni a tutte le latitudini. Allyson Felix, che sembrava essere la nuova stella, naufraga, e rispunta la piccola Shelly Ann Fraser Price. 10"92 per la Fraser, tempone. 10"97 per la "nuova" Tianna Madison, la sprinter americana del momento, che catechizza Carmelita Jet-Jeter: mancano due settimane ai trials, sarà il caso di muoversi se non vuol rischiare l'esplosione di qualche outsider. Comunque, per lei 11"05 mentre per la Felix 11"07. Mostruosa Sanya Richard-Ross sui 200: 22"09 con -0,3 di vento, miglior tempo mondiale dell'anno. Due marce in più di tutto il resto delle sprinter mondiali dell'anno. Sui 400 ritorna Francena McCorory: 50"06, 4 cent meglio di Novlene Williams Mills, la jamaicana che sarà di sicuro tra le protagoniste delle prossime olimpiadi. Fabiana Murer stabilisce la miglior prestazione mondiale dell'anno nell'asta con 4,77, mentre si attende ancora la prima mossa di Yelena sullo scacchiere globale. Giavellotto pazzesco: la sudafricana Sunette Viljoen catapulta il dardo a 69,35, miglior prestazione mondiale dell'anno e 17^ prestazione di sempre e 6^ performer. In coda per salire ad Olimpia c'è anche lei.  

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