26/05/12

Ostrava: vanno tutti piano, tranne Abate

Bolt contrariato a Ostrava
Strano meeting in Repubblica Ceca, ad Ostrava. Ma esistono quei giorni in cui non piove o non c'è il vento contrario, o altre palesi manifestazioni meteorologiche che stranamente irretiscono i muscoli serici degli atleti (i millibar di pressione atmosferica? L'alternarsi delle maree? La luna in allineamento con Giove? I moti convettivi della terra? Un party collettivo con afterhours di tutti i partecipanti del meeting?). Ci vorrebbe per spiegare tecnicamente tutte queste manifestazioni empiriche, una frase di Stefano Tilli, come, che so... "er metro cubbo de aria era impenetrabbile". Impagabile. Fatto sta che guardando i risultati di Ostrava, o i cronometri erano tarati male, o effettivamente c'è stato un rallentamento generalizzato del mondo atletico. A partire da Usain Bolt, che nonostante abbia azionato tutti i serbatoi a disposizione (anche quelli supplementari) per spararsi verso la stratosfera, ha concluso con un tempo che non è "per lui normale" come ho letto da qualche parte, ma assolutamente "anormale": da batteria in una manifestazione con 4 turni affiancato nella circostanza dal samoano Sogelau Tuvalu. 10"04 con -0,8. di vento. E tutto questo nonostante avesse in precedenza dichiarato che ieri sera avrebbe corso in nove-e-settanta-e-qualche-cosa. Di sicuro, ad oggi, non è il Bolt del 2008. Ma spero di essere smentito prima di Londra, anche se le implicazioni di questa discesa negli inferi dell'angelo dello sprint, mette un sacco di pepe a quelle che saranno le singolar tenzoni che ci avvicineranno all'appuntamento olimpico. 

Guardando il risultato dei 100, si notano un paio di decimi di appesantimento generalizzato: il Gandalf dello Sprint, il centenario Kim Collins (fra poco, dopo lo scontro con qualche altro Mago della Terra di Mezzo, lo vedremo su qualche pista con la barba e i capelli bianchi) arriva infatti secondo con 10"19. Poi Doc Patton, 10"22; Lerone di Lernia Clarke 10"26... tutti atleti che nella prima parte della stagione avevano corso a ridosso dei 10"00 (e un pelo sotto). Un paio di decimi, appunto, di tara. Le elucubrazioni sullo strano meteo, poi si cristallizzano con il risultato sui 400 di Lebron-LeShawn Merritt: 45"13. Un secondo in più di quanto corso solo due settimane fa. Ma potrà mai essere, a questo punto, anche il trasferimento in massa in Europa degli sprinter americani e caraibici? Jet lag? Come dicevo, forse quest'ultimo non si è nemmeno tanto dannato l'anima: ci mancava infatti che gli opponessero i cadetti ostravensi (si dice così?). Nelle retrovie della sua gara, intanto, segnalo come Oscar Pistorius, dopo le cannonate di inizio anno (e un 45"-e-pochissimi), abbia avuto negli ultimi mesi un'involuzione preoccupante. Più di 2" di peggioramento, ma ci sono state uscite anche peggiori in Sudafrica. Solo 47"66 nella sua esibizione ceca. Mistero.

20"14 sui 200 del Principe Wallace, quindi nemmeno tanto fermato dalla peste bubbo-cronometrica che ha afflitto i 100 e i 400. Anzi, la peste, guardando il risultato dei 200 femminili (22"38 di VCB) probabilmente ha trovato qualche monatto immune che se n'è infischiato "der metro cubbo de impenetrabbile umiddittà" e ha portato le proprie avversarie al lazzaretto. 

E gli italiani? Bè, Emanuele Abate ogni gara che passa fa aumentare il proprio rendimento azionario. Leggendo il sito della Fidal, ha sbagliato, si è incartato in mezzo, ha cozzato, derapato, cappottato, scarrocciato, tamponato, colpo-di-frustato, e ne è uscito con un 13"38 (+2,2, ovvero il 4° tempo ventoso più veloce di sempre in Italia). Se non è forma questa?! Nella serie veloce ha potuto assistere all'esibizione dei 3 britannici che gli si vedrà come avversari ad Helsinki: Andrew Pozzi (13"36), Lawrence Clarke (13"42) e Andrew Turner (13"48). Naufragato in questo mar Ladji Doucourè. Diciamo che i tempi nel warm up pre-Europei sono molto simili, ma Abate è un animale da gara, e questa nuova dimensione internazionale sembra avergli dato molta solidità prestativa. Nella serie più forte clamoroso tempone di Dexter Faulk: 13"13 con 1,4. Il cavallo di Marzia Caravelli, invece, si imbizzarrisce davanti alla sesta siepe, e disarciona la fantina negli ostacoli successivi. Ritirata. Amen: evidentemente è talmente in forma che stanno cambiando anche le piccole dinamiche tecniche tarate come un Lorentz in un paio di anni di ostacolismo a cavallo dei 13", mettendole di fronte una serie di dati "nuovi" da dover inserire in un piccolo aggiustamento degli algoritmi. Meraviglioso il mondo degli ostacoli, se ci pensate: cambia la forma, l'età, le prestazioni fisiche, il meteo, ma la distanza fra gli ostacoli è sempre lì, granitica, fissa, stabile e non si adatta ai cambiamenti delle variabili indipendenti dalle quali ogni essere umano dipende. Quindi se si aumentano le proprie capacità fisiche... come cambia l'approccio con l'ostacolo, la ritmica, il passaggio? Gli ostacoli alti nell'atletica sono ingegneria moderna applicata, in un'analisi multifattoriale ad una sola variabile fissa: la distanza tra gli ostacoli. Libania Grenot, invece, al suo ritorno in Europa, probabilmente paga più di tante altre l'inabitudine a viaggiare per gareggiare: uso non consuetudinario in Italia, i cui indigeni sono più stanziali che nomadi (guai ad uscire!). 52"16 anonimo, un pò lontana da Sanya Richards, che dopo tutto ha peggiorato solo di 4/5 decimi i suoi migliori tempi annuali. Comunque sia, prendiamo il bicchiere mezzo pieno: l'anno scorso a 52"16 si poteva parlare della sua miglior prestazione annuale. Quest'anno, invece, della sua peggiore. 

E gli altri? Il polacco cacofonico Adam Kszczot (ho dovuto copia-incollarlo per non sbagliarne il nome), ha rispolverato la sua forma di inizio anno: 1'44"90. 5,90 di Renaud Lavillenie, miglior prestazione mondiale dell'anno nell'asta. Jan Zelezny ha invece trovato il suo erede nel giavellotto: si chiama Vítezslav Veselý: 85,67, ovvero un metro in più della leggenda Andreas Thorkildsen. Sugli 800 Pamela Jelimo schiaffeggia Caster Semenya: 1'58"49 a 2'00"80. Forma abbacinante della bulgara Vania Stambolova: 54"15 sui 400hs, e la principessa Lashinda Demus a boccheggiare oltre i 57": 57"43

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