24/05/12

Guerra tra la Fidal Lombardia e la Fidal Brescia... ma senza conoscere i regolamenti

Non voglio diventare sindacalista, ma insomma... il clima in Italia sta forse cambiando ed è giusto denunciare le storture del sistema. La mia idea generale è quella che il fulcro attorno al quale debba girare tutta una federazione sportiva siano... gli atleti.
Ma non solo un manipolo di eletti, come sta facendo la Fidal attuale: TUTTI, indifferentemente dalla loro categoria e specialità. Del resto è alla base di qualunque contratto... sociale: io ti dò e tu mi dai. Io ti concedo il mio tesseramento, e tu mi tratti di conseguenza. Io PAGO, e tu mi fornisci il servizio, e non, come nel caso dei master il disservizio.
Chiaramente questo avviene soprattutto per i master, che devono dare (pensate solo che razza di indotto...), e al contempo non devono permettersi di chiedere, secondo alcuni gerontocrati della Fidal e benchè rappresentino più della metà dei tesserati totali.
In quest'ottica di sfacelo generale (prima morale, poi pratico), il KGB, nemmeno tanto di nascosto, mi ha girato una mail che definire "incredibile" è dire poco. Mail che non è nemmeno tanto secretata, visto che è lo stesso estensore che chiede che venga diffusa. La firma in calce a questo scritto molto "particolare" è a nome del Vice Presidente della Fidal Lombardia, ed indirizzata a diverse personalità della Fidal Brescia.
Mail poi fatta girare dalla Fidal Brescia a tutte le società bresciane e in cui il citato vicepresidente (che secondo il Sito Fidal Lombardia bazzica negli stanzoni del CRL solo dal 1997: sono solo 15 anni, cosa volete... quasi un novellino là dentro) accusa la Fidal Brescia di essere un pò troppo di manica larga con i regolamenti delle manifestazioni, ma soprattutto con i master. Quando uno dice ad un altro che non rispetta i regolamenti, come si dice... che è un baro? Che truffa? Cosa intendeva dire con quella battuta? Per come l'ho letta io, ha tutti i connotati di un insulto.

Ora, che la Fidal Lombardia odi profondamente i master, è un dato di fatto. Quante prove negli ultimi anni (ho pure la prova provata... devono solo provocarmi un pò di più per tirarla fuori). 
Non sapevo, e questa è nuova, che ce l'avesse con quei pazzi del Comitato di Brescia, che davvero pazzi sono, vista la mole di gare che riescono ad organizzare ed il numero di atleti che gareggiano in esse. Criticare Brescia da parte del Comitato Regionale, è come tirarsi una martellata sui maroni e scusate il francesismo. Di solito, insegna la storia, queste martellate sui maroni così plateali nascondono però altre verità... Io mi lancio: sarà mai che da Brescia non arrivano i voti "buoni" per l'elezione del Consiglio Regionale, che come è noto, arrivano esclusivamente dalle grandi società milanesi (Qualcuno ce ne liberi!)? Da Brescia solo problemi? Potrebbe essere... chissà.

A proposito: ma pensate che razza di cricca si è creata in Lombardia! Qualcuno, tempo addietro, fece inserire nello statuto della Fidal (un coacervo di norme antidemocratiche) la possibilità/facoltà di partecipare alle riunioni dei Consigli Regionali, anche da parte dei Consiglieri Nazionali (chissà se con diritto di voto, ma penso proprio di sì...), che non hanno nessun tipo di consacrazione democratica da parte della base elettorale (in questo caso lombarda). Letteralmente imposti dal cielo! E così ci troviamo qui in Lombardia, per esempio, un vero e proprio presidio  in Consiglio a Milano del duo Angelotti&Castelli, Consiglieri Nazionali, i quali possono così entrare nel merito delle nostre sorti sportive/organizzative... stiamo parlando, in senso lato, del plenipotenziario della Camelot (e quindi per estensione, della siamese Riccardi) e del Cus Milano Pro Patria. Cioè, se non avete capito: le società milanesi, non solo catalizzano i voti di quello che sarà il consiglio, ma avranno anche l'aiutino di due ulteriori consiglieri nazionali di cui ne sono diretta espressione. Tirannia allo stato brado.
Io mi chiedo, affranto, chi svecchierà mai queste istituzioni in mano a personaggi che non riescono proprio a fare a meno di esserci sempre, ovunque e comunque. Possibile che non si riesca a fare a meno di loro? Ma non hanno un altro lavoro? Non hanno una famiglia? Non hanno un altro mondo dove sfogare quella che in tutti questi anni si è rivelata la loro incapacità di governare il mondo dell'atletica? Non vedete dove siamo finiti a forza di eleggere e farsi spedire persone che sembrano pensare esclusivamente al bene delle loro società d'origine?

Mi sono dilungato troppo... Torniamo al nostro  vicepresidente Vicario della Fidal Lombardia, che nella mail incriminata si definisce stanco (poverino... può sempre dimettersi, eh!) di assistere a questi continui cambi di regolamento, "molto spesso dalla Provincia di Brescia" il tutto perché un master ha avuto l'ardire di chiedere di partecipare al meeting di Gavardo di questo sabato, possedendone il minimo richiesto di partecipazione.
Il dirigente, evidentemente non conosce il regolamento (cosa di una gravità a mio parere assoluta) e addirittura arriva a minacciare il Comitato Provinciale di dirlo alla mamma, cioè alla Fidal Nazionale, se sabato ci saranno effettivamente in pista i master a Gavardo, in una gara in cui non solo vi era un minimo di partecipazione, ma che era aperto alle categorie assolute.
Siccome gli organizzatori non hanno messo nel volantino e nella proposta di organizzazione l'acronimo "MAS", dopo ALL, JUN, PRO, ASS, il Consigliere ha visto bene di fare un bel balzo nel passato, di dimenticarsi quello che è successo nel frattempo (comprese modifiche al regolamento promulgato dalla stessa Fidal di cui Lui ne è estensione ed espressione) e brandire la spada della velata minaccia contro tutto e tutti. Sibillino.

Allora, Signor Vice Presidente Vicario, le ricordo alcune cose, che forse avrebbe dovuto sapere, ma che comprendo non abbia tempo di approfondire pur essendosi assunto l'onere di una carica così prestigiosa oltreché la delega all'organizzazione delle gare (ancor più grave).
Forse Lei non sa che il mondo dell'atletica italiana è spartito dalle società. La discriminante sulla partecipazione alle gare, non è negli acronimi forniti dalle società organizzatrici, come lei ingenuamente ed erroneamente ritiene (mi domando nel caso in cui si fossero dimenticati la parolina JUN se avrebbe avuto la stessa arroganza contro la Fidal Brescia e gli organizzatori), ovvero sugli atleti, ma nel tipo di affiliazione, quindi sull'impegno collettivo delle società a livello di affiliazione. Questa è la ratio della norma. Se lo imprima a fuoco da qualche parte, magari vicino al monitor del suo pc prima di mandare le mail in giro per la Lombardia.
Se una società si è affiliata nelle categorie assolute, amen: purtroppo per Lei, tutti i tesserati di quella società, assoluti, POSSONO partecipare alle gare aperte agli assoluti (fatti salvi i minimi previsti per la partecipazione). Hanno pagato molto di più per l'affiliazione proprio per questo motivo: per partecipare alle gare, non per vedersi negata la partecipazione.
Non voglio farle perdere del tempo per andare a cercare il regolamento sulla partecipazione dei master all'attività assoluta... glielo trovo io: articolo 6, comma 1: all'attività Assoluta individuale e di società possono partecipare gli atleti Master di qualsiasi fascia d'età tesserati per società affiliate con adesione All/Jun/Pro/Sen/Mas concorrendo all'assegnazione... (omissis). Lo comprende questo articolo?
Per capire cosa volesse intendere il legislatore quando ha scritto questa norma (io mi ricordo anche le circostanze in cui nacque, ovvero quando ci lamentammo tutti insieme delle esclusioni inopinate di master non in base al tempo ottenuto, ma all'età e solo perchè, come in questo caso, ci si dimenticava di inserire la parola "master"... spregevole) basta leggere per absurdum quello che compare sulle norme di partecipazione degli atleti amatori all'attività assoluta: ovvero, che la loro partecipazione è ammessa solo in caso in cui la loro partecipazione "ne sia prevista la partecipazione". Si desume, come già argomentato in altre circostanze, che per non fare partecipare i master è necessario esplicarlo direttamente, non lasciarlo intendere fra le righe (come lei sembra sostenere).
Ergo, forse lei non lo sa, ma in Italia il diritto prevede che se per un comportamento una norma non vieta espressamente una cosa, questa è lecita. In questo caso, l'omissione dell'acronimo master, una dimenticanza della quale gli organizzatori non si dovrebbero nemmeno scusare, non può essere brandita da chichessia per dire "I MASTER NON DEVONO PARTECIPARE!" come grida a gran voce Lei.
Perché in questo caso lei starebbe apologizzando qualcuno a non fare ciò che il regolamento prevede, cioè che non vieta, cioè ad andare contro il regolamento, cioè a violare la legge, cioè a infrangere ciò che lei dovrebbe tutelare, cioè a vietare agli atleti di partecipare alle gare benché ne avessero tutto il diritto, cioè verrebbe meno allo spirito del suo mandato, ovvero favorire il diffondersi dell'atletica, cioè a creare i presupposti per cui Lei, Signor Vice Presidente Vicario della Fidal Lombardia, dovrebbe prendere atto di dimettersi.

Ora, ammesso e non concesso che Lei abbia anche ragione (e non ne ha assolutamente), e che vi sia stato un errore degli organizzatori a non inserire la parolina master nella richiesta e in tutte le scartoffie necessarie, riesce a spiegarci quale danno avrebbe creato alla manifestazione la partecipazioni dei master DOTATI DI MINIMO?
E mi spiega perchè anzichè essere contento che vi sia una diffusione più larga possibile dell'atletica in Lombardia (leggi: presenze-gara), persegue in maniera poliziesca scopi secondari come il rispetto pedissequo del (suo) regolamento che nulla toglie alla regolarità delle gare, tanto da minacciare in calce alla sua mail di avvisare la Fidal Nazionale che nel caso sabato saranno presenti master, la società organizzatrice non potrà organizzare gare nel 2013? Che gusto ci ha provato a fare il poliziotto? Me lo lasci dire, visto che ho un pò di esperienza nel campo: piuttosto di brandire il proprio effimero potere facendo tintinnare metaforiche manette, forse sarebbe il caso che col buon senso si risolvano questi problemi clamorosamente stupidi, e che lei lasci che gli atleti in Lombardia gareggino e si divertano.

Concludo: io non so chi sia lei: mi sono permesso di valutare esclusivamente l'abilità nella sua carica e i modi pubblici in cui svolge le sue funzioni. Per me deprecabili.

Aspetto adesso con un pò di rassegnazione che lei si dimetta, perchè evidentemente non ha capito non il regolamento, che potrà essere anche interpretabile (ma nemmeno tanto...) ma lo spirito che dovrebbe guidarla.

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