13/05/12

Orgasmo ostacolistico: Caravelli e Abate riscrivano la storia

M. Caravelli - foto Fidal
Non so nemmeno come cominciare, o da chi. Tanto la notizia è di dominio comune da qualche ora. Ma insomma, qui sopra, su Queenatletica, la storia deve lasciare traccia. Domani qualcuno deve leggere. Manu, iniziamo dalle donne, che dici? Vabbè, Abate per secondo e Caravelli per prima. Ma solo per cortesia. La cosa che esalta è che Abate ma soprattutto Caravelli, sono l'incarnazione della Classe Operaia che finisce dritta-dritta in paradiso. E' il messaggio a tutti quegli atleti che per ambire ad un sogno non bisogna necessariamente essere un fenomeno ed essere vezzeggiati e scorrazzati dalla Federazione o godere degli aiuti di un gruppo sportivo. Il campione nasce nel silenzio, nell'abnegazione, e direi anche nella rivalsa contro il "sistema" che per anni magari si è dimenticato di lui. Ecco perchè sono i miei preferiti questi atleti che non sono esplosi a 18 anni, o anche prima, ma fanno vedere il loro valore nella loro maturità sportiva. Qui c'è la testa, la programmazione, il feedback con il proprio allenatore, l'umiltà, la cattiveria sportiva, Leonida davanti a Serse, una miriade di fattori da controllare o isolare (ma ci pensate che la Caravelli... lavora?) laddove per i giovani c'è spesso l'ingenuità del talento e il... caso. Non è poco per me. Ecco, mettete una Caravelli in un Howe e trovate un Bolt.

La gara non l'ho vista, quindi tutte le elucubrazioni si congetturano sul tempo. Il 12"85 di Marzia Caravelli è davvero tanta cosa, ma tanta. Si parte da un record italiano battuto, il 12"97 di Carla Tuzzi, che risaliva addirittura al giugno del 1994: 18 anni fa. 3 generazioni sportive... o 4. Si passa poi per la coda (corta) di chi è riuscito ad abbattere una barriera d'eccellenza internazionale: i 13". Con quel tempo Marzia è la terza italiana a scendere nel dolce abisso con i 12" davanti, dopo la già citata Carla Tuzzi (che ritornerà almeno per le prossime ore, ad essere citata più volte) e a Micol Cattaneo, che corse in 12"98 ad Annecy nel 2008 in quella che probabilmente sarebbe potuta essere la gara più veloce di sempre di un'azzurra, se non fosse stato per il vento contrario di 1,3. Quattro sono i tempi sotto i 13": la Tuzzi infatti pareggiò nel giro di 4 giorni lo stesso tempo tra Valencia e Torino. Correvano il 12 e il 16 giugno, come già riferito, del 1994. Questo per il passato. Per il presente, il tempo della Caravelli la posiziona nel grid list mondiale al 15° posto (fonte All-Athletics) e contando che ci sono 9 americane davanti (ovvero 6 in più di quelle che potranno partecipare ad Olimpia), 9^... nona, fa venire i brividi solo a leggerlo, vero? Il bello è che dietro di lei ci sono almeno un'altra decina di atlete americane e canadesi, nessuna delle quali può farla retrocedere in questa graduatoria, visto che 3 canadesi le sono già davanti e così pure 3 sono le americane.  Poi c'è il momentaneo secondo posto europeo, dietro l'inglese Tiffany Porter (e senza conoscere il risultato della gara e delle sue avversarie... che rabbia non sapere!). Il futuro? Bè, i record arrivano sempre quando le condizioni sono perfette e tutto gira a puntino. Quindi bisognerà trasformare l'eccezionale in "normale" per poter agguantare quello che deve essere un sogno... tangibile. Per me? La finale di Londra. Le medaglie olimpiche sono ancora un pò troppo lontane, obiettivamente. Ma perchè non continuare a credere di essere toste fino in fondo? Di Veronica Borsi, che ha fatto anche lei qualche cosa di eccezionale, ne scrivo in un altro post... più tardi.

E. Abate - foto Fidal
Emanuele Abate ha fatto una cosa pazzesca. Come la Caravelli, ma un pizzichino meglio, se mi concede questa cosa (solo per questa volta, eh...) Marzia. Perchè la storia dei 110hs italiani è come una sala lunghissima, di quelle rinascimentali, con le ampie e altissime finestre e le pareti riccamente addobbate e dalle quali pendono quadri di duchi, conti, arconti e... re. Nel lato corto, quello del capostipite, troneggia lo sguardo ieratico e di nobile semplicità di Eddy Ottoz. Da lì è partito tutto, la dimensione d'oltreconfine dell'ostacolismo azzurro principesco guidato dal Pozzo dell'atletica italiana: Sandro Calvesi (qui una piccola biografia, se vi interessa...). E da Ottoz, sulle pareti, ai suoi fianchi, ecco scorrere velocemente Giuseppe Buttari, Sergio Liani, Daniele Fontecchio. il Delfino Laurent Ottoz, Emiliano Pizzoli, Andrea Giaconi... sulla parete più vecchia anche Gianni Caldana, di cui una persona mi raccontava la ruvidezza da allenatore ("ti sei fatto male? Bè, torna quando sei guarito...") che indicava come allenarsi un tempo non era cosa da ragazzini piagnucolosi. Insomma, adesso in fondo alla Sala si è aperto uno spazio per Emanuele Abate: 13"32 con 0,7 di vento. Un tempo fenomenale, e per la seconda volta un italiano scende sotto i 13"40, cosa cui era riuscito il solo Andrea Giaconi, altro talento "mentale". Lo scettro era tra le sue mani: 13"35 dieci anni fa, ad Annecy, nel giugno del 2002. Nel decennale arriva la cancellazione. E piccolo, dato statistico: nella finale, di cui si ha contezza dal sito della Fidal, Abate ha corso il più veloce tempo ventoso italiano di sempre: 13"31 con 2,1, ovvero un centesimo in meno del 13"32 (+2,8) di Laurent Ottoz che lo corse nel 1994 al Sestriere. In un paio d'ore riscritta completamente la storia dell'ostacolismo italiano, tenuto conto che mentre ascendeva Abate, il giorno prima a Mannheim ascendeva anche Paolo Dal Molin, che si posizionava al 10° posto all-time con 13"64.  Abate, dopo la finale di Shenzen, la semifinale di Daegu, la finale di Istanbul, è attualmente quotato al 14° posto nel ranking mondiale di All-Athletics: ma munto dal 13"32 e 13"31 che sicuramente gli faranno scalare qualche posizione. Anche per lui ora l'obiettivo è unico. Non può più bastare "partecipare" secondo me, per lo spessore internazionale che ormai ha raggiunto. Dopo tutte le prove con le palle dimostrate nell'ultimo anno solare, è necessario dover dimostrare che potrà esserci anche lui davanti a 3 miliardi di persone. Magari di fianco a Liu, Robles, Oliver, Richardson... Con 13"32 Abate sarebbe 15° al mondo, ma con 5 americani di troppo nei primi 14. Anche lui, come la Caravelli, balla là vicino. Bè, la cosa più esaltante è comunque che al momento Emanuele ha anche il miglior tempo europeo dell'anno con vento regolare. Sul sito della Fidal leggevo come in finale un francese l'avesse superato di un centesimo... ma ventosamente. Bè, ho scritto troppo: ma che bello scrivere di atletica in questi termini dopo qualche brutta figuraccia. 

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