15/05/12

Meeting di Trento: il funesto influsso del vento e considerazioni sulla Milani

Sono contento che qualcuno si interfacci con me sul report delle gare che fornisco praticamente valutando solo il mero risultato cronometrico. Purtroppo non mi hanno ancora dotato del dono dell'ubiquità, quindi avere testimoni oculari dai campi gara è pura manna dal cielo. Anzi, ne approfitto: chi volesse segnalarmi qualche cosa, cui dare risalto (tipo aneddoti e cronache di gare) mi scriva pure a questo indiritto: gigaben@yahoo.it. Ma veniamo al casus belli, ovvero la riunione dell'ultimo fine settimana a Trento. Ecco alcuni estratti della mail che ho ricevuto:

"Ebbene, Vi scrivo, tengo a specificare, non per porgere una critica ma piuttosto per "condividere" alcune informazioni riguardo il Meeting Città di Trento che vi potrebbero interessare, soprattutto in ottica mezzofondo. Sono notizie che arrivano da chi ha fatto parte dell'organizzazione (sarebbe più corretto dire: una di quelle cinque figure multi-task che ad oggi tengono in piedi l'Atletica Trento). I risultati di Milani, Benedetti e in parte anche Floriani andrebbero, sempre secondo quanto mi è stato riferito, analizzati alla luce del fatto che, pur non piovendo a Trento lo scorso weekend, il vento ha decisamente condizionato lo svolgimento delle gare: negli 800 femminili Milani si è trovata pressoché sola dai 450m in poi: il passaggio ai 400 era stato relativamente veloce (da 2'00", d'accordo) e il rettilineo contrario era il tratto di pista dove il vento contrario aveva gli effetti peggiori. Il valore attuale della ragazza probabilmente non è ancora quello di 2 minuti basso, ma nemmeno il tempo fatto registrare nell'occasione. Per quanto riguarda gli 800 maschili e i 3000 di Floriani, vi allego semplicemente un estratto delle affermazioni di un altro tecnico: "Il pacco vero però se l'è preso Benedetti. Si erano organizzati per questo 800 ad invito con due lepri, un finlandese che si allena a Verona e un keniano della truppa-Demadonna; il keniano doveva passare 52"50 ai 400 e 1'18" ai 600 per abbandonare la gara ai 650. Oggi forte vento al campo, la lepre era importante sul rettilinio opposto. Alla fine il finladese ha fatto il 400 e son passati giusti 52"7, poi lui si è scansato e il keniano era di fatto già fermo! Ai 450 lo ha dovuto passare ed è stato costretto a correre il 400 finale esposto al vento. secondo me 1"47 basso in una gara senza vento lo faceva. Yuri è stato bravo però anche lui a pagato il vento (ultimo 1200 da solo), non ha fatto il minimo per un secondo". 


La cosa comunque mi porta ad avanzare alcune considerazioni (un mio dannatissimo vizio): Benedetti ha comunque ottenuto un tempo notevole, considerate le premesse. Floriani pure. Milani, non mi sembra... ovvero, il tempo non è parificabile minimamente alle prestazioni di Benedetti&Floriani. Oggi pomeriggio, sulla pista ove oso allenarmi, uno sporadico collega di allenamento (bergamasco) mi fa, col volto sorridente: "oh, ma ce l'hai con la Milani?". Macchè: gli atleti non hanno mai responsabilità, danno il 110% in ogni occasione. La  Milani, è noto, probabilmente il 120%: del resto è passata alla notorietà proprio per questa sua caratteristica di tenacità tipicamente bergamasca. Però sottolineare i risultati negativi non deve mai essere vissuto male: del resto è il prezzo della notorietà. E le cronache buoniste che leggo ovunque mi annoiano. E poi... arrivano rumors che in allenamento la Milani sia in realtà in condizioni nemmeno lontanamente corrispondenti ai risultati ottenuti in gara. Devo solo dimostrarlo, ecco.

L'unica critica che mi permetto, pregando di potermi sbagliare e dover fare pubblica ammenda, è che la scelta degli 800 nell'anno olimpico sembra un pizzico azzardata. Ovvero: una specialità dovrebbe essere coccolata nell'arco delle stagioni, almeno un paio: le sensazioni, le impressioni, le tattiche, vanno create con l'esperienza che è difficile montare in pochi mesi con 4/5 gare all'attivo. Soprattutto in una gara di mezzofondo, dove le variabili indipendenti sono decuplicate nello svolgersi di una gara e bisogna aver maturato la capacità di saperle gestire. Lo sprinter, nel momento dello sparo dello starter, ha spesso esaurito i propri compiti, dovendo solo spingere come un dannato fino alla fine... e nei 400, le proprie responsabilità si risolvono nel saper trovare il punto di equilibrio nello sviluppo della gara.

Nel mezzofondo le relazioni con gli avversari è molto più tangibile e influente sullo sviluppo della propria gara. E poi si è costretti a pensare, a considerare la fatica e a saperla gestire. Quasi due sport diversi. La Milani l'anno scorso corse in due occasioni (Torino e Rovereto) due 800 davvero di spessore internazionale. Ma in entrambi i casi la condotta di gara fu praticamente analoga, ovvero una distribuzione omogenea, così come le sue caratteristiche da 400ista le imponevano. Ora, non si sarebbe dovuto forse già l'anno scorso dedicarsi anima e core agli 800 se l'obiettivo era l'Olimpiade sul doppio giro di pista? Questione di adattamento, penso... poi non ho mai corso un 800 e non saprei nemmeno cosa si provi. L'idea di cambiare specialità, secondo me, è stata pure strategicamente molto valida, intelligente. Voglio dire: per raggiungere le top-player nel giro di pista le sarebbe servito 1"5/2", che è obiettivamente molto più lontano rispetto a 2"/2"5 che le servirebbe per dire la propria a livello internazionale sugli 800 (1'58"5/1'59") e così raggiungere un obiettivo che vale una carriera, cioè la finale olimpica. Poi una volta in finale, può avvenire tutto, nel nome di Steven Bradbury. Ma, ripeto, secondo me, serviva un periodo più lungo di adattamento. Comunque, per concludere: desidero ardentemente aver scritto cazzate qui sopra, e che la Milani ritorni ad essere il simbolo della Classe Operaia in paradiso, per guidare quel manipolo di atleti self-made che sta caratterizzando l'atletica italiana della seconda decade del XXI secolo. Dom, gnara! (Si dice così?). 

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