08/05/12

Milani a Pavia: ma che è successo? - Borsi 13"15 - Bonvecchio sciabola il 76,86

La Milani - foto Quotidianonet
Tra i risultati italiani del fine settimana, di cui cercherò di riportare quelli più significativa, mi sembra davvero degno di nota un risultato: quello di Marta Milani a Pavia. Sapete come sono fatto, no? Non si può fare cronaca sempre buonista anche se c'è chi pretende che degli atleti se ne parli solo bene: se uno va male, va male. Punto. Poi si possono avere mille scusanti, ma chi non le ha? Tutti gli atleti scendono in pista per dare il 110%: altrimenti non si presenterebbero. Non avendo visto la gara, non so se la Milani abbia mollato alla fine, ma si sa, no? I tempi vivono di vita propria: rimangono in maniera sempiterna a prescindere dalle giustificazioni che ne stanno alla base. Ebbene, scrollando i risultati dei 400 femminili arriva un pugno allo stomaco a leggere il crono della Milani: 55"47. Verificando da quanto riporta il cervellone-Sigma, la Milani non correva così piano dal 2009, anno che comunque finì con un crono di 52"72. Stando alla medesima banca-dati, il 55"47 della bergamasca è il suo 93° risultato personale. Impietoso, lo ammetto. Da qualche parte ho letto che in realtà la Milani stia preparando gli 800. Sarà, ma anche preparando un 800 da sub-2', un 55"5 è comunque tempo preoccupante, quasi da passaggio. Chissà quali sono le spiegazioni alla base. Così, mentre la Milani si prodigava in questa viaggio nel purgatorio sportivo, ne approfittava in primo luogo Elena Maria Bonfanti, che con gli artigli strappava un secondo posto assoluto nel meeting con un sontuoso 53"62, a solo un centesimo dal proprio personale e a 22 dal minimo per Helsinki, europei assoluti: sarebbe un bel premio. Nettamente la seconda performer dell'anno in Italia, dietro a Libania Grenot ed in attesa che gli altri due moduli della quadriga italiana del miglio esordiscano ufficialmente (Spacca e Bazzoni). Le gerarchie si stanno sovvertendo? Certo che la prestazione della Milani sembra davvero preoccupante, anche in ottica di quella staffetta che con la crescita di Grenot e Spacca, sembrava poter fare il salto di qualità. Nella seconda serie sorprende ancora Flavia Battaglia, junior del 1993, che mi aveva sorpreso già alle indoor con un 54"78 e che si prende il lusso di battere  nell'esordio sul quarto di miglio Chiara Varisco: 54"83 a 55"59. Varisco che non è ancora sui livelli dell'anno scorso (54"40 ma a luglio... c'è tempo per migliorare) ma grandi prove della battaglia, che molto silenziosamente è comunque la quarta italiana dell'anno ad oggi (non dimentichiamoci la Caravelli, eh? E se a Londra fosse proprio lei la quarta?).

Gloria Hooper/Fidal
Dal punto di vista italico, la gara forse più interessante sono stati i 100 femminili, dove c'è stata la sfida tra lo sprintismo rampante italiano di nuova generazione con Audrey Alloh e Gloria Hooper. Sarà Alloh ha vincere la finale con 11"67 con vento sostanzialmente nullo, e che viste le condizioni meteo in proiezione davvero notevole. Dopo una stagione indoor da 7+, sarà lei la sprinter italiana dell'anno? Gloria Hooper comunque arriva nemmeno tanto lontana: 11"74, e sembra così a caldo possa già entrare nei meccanismi della staffetta veloce. Peccato che la regia generale non mi piaccia nemmeno un pò, è noto, altrimenti era da porre la fantasia al potere. Del resto ho ancora l'immagine dell'ultima impresentabile staffetta azzurra in Coppa Europa. Nei 100 di Pavia, perchè no, si mette in luce in qualità di sprinter Micol Cattaneo: 11"87 e 11"84. Al momento, visto che Caravelli e Borsi sembrano un pò avanti nei 100hs, non è che abbia fatto un pensierino anche lei alla staffetta veloce? Per ora, tra le big, Jessica Paoletta 11"94 e un'Aurora Salvagno ancora un pò in ritardo in 12"03.

Veronica Borsi/Fidal
Rimango sulle donne: il risultato migliore tra le donne italiche mi sembra senza dubbio alcuno il tempo di Veronica Borsi sui 100hs: 13"15 con vento nullo (ma condizioni meteo non certo ottimali). Minimo per Helsinki, ma non c'erano dubbi. Seconda prestazione personale di sempre dopo il 13"08 corso a Rio De Janeiro l'anno scorso. Più che altro, ritengo, l'obiettivo è e sarà Londra: e di chi no lo è? Il minimo B per Londra è proprio... 13"15 (desumibile da questo allegato). Il minimo A invece coincide con il record italiano... mica male come obiettivo, visto che in contemporanea Marzia Caravelli ha corso in 13"13, e il quadro pro-Londra è davvero complicata. Con il minimo B ne va solo una (e ce l'hanno tutte e due). Con un minimo A e uno B, non è chiaro, ma ritengo vada solo chi ha la A (e che questo escluda automaticamente chi ha il minimo B). Ergo... Nel frattempo, Micol Cattaneo si trova ad ottenere il minimo per Helsinki: 13"33 contro il 13"35 richiesto.

Nei 1500 della keniana di giornata, passerella di classe per la cubana Santiusti Caballero, che per poco non è diventata italiana l'anno scorso: 4'15"86. Ma decisamente positiva Margherita Magnani: 4'16"64, 6° prestazione personale di sempre, ma a 4"6 dal minimo per Helsinki. Dovrebbe correre il personale per ottenerlo (avendo 4'12"54 di PB, secondo Sigma). Infine Tania Vicenzino, che dopo l'exploit di Pordenone, ritorna nel salto in lungo a 6,26.

Norbert Bonvecchio/foto
Atl. Trento
Uomini... stavolta li metto per secondi. L'esordio di Fabio Cerutti sui 100 è ancora impalpabile: 10"46 in batteria e 10"53 in finale. Ma a dire il vero anche Lemaitre, con tutto il rispetto e i dovuti distinguo e condizioni atmosferiche diverse, ha iniziato con un tempo simile. Nei 400 tempi non eccelsi, e primo scontro diretto tra italici in vista dello staffettone: lo junior Marco Lorenzi batte Isalbet Juarez 47"18 a 47"54. Pensavo che Isalbet potesse correre già sotto i 47" all'esordio visto il 200 di Nembro (21"36 con due metri di vento contro a Nembro). Ma l'atletica purtroppo non è matematica ed un 400 presenta una serie di variabili indipendenti difficilmente pronosticabili prima della gara. Luca Galletti 47"67 e Domenico Fontana 47"72: tutti possibili finalisti ad un campionato italiano, ma al momento ancora sottoposti ai lavori di cesello dal maniscalco. Gran 1500 di Marco Najibe Salami: vittoria del meeting con 3'42"04, a 60 cent dal minimo per Helsinki e a 4" dal minimo B per Londra. Già a livello indoor Salami aveva danzato con i minimi... speriamo stavolta con la Dea bendata sia più prodiga di sorprese. 110hs un pò in sordina: in attesa degli esordi di Abate e Dal Molin, Stefano Tedesco si impone con 14"05, davanti a Samuele Devarti 14"42 e a Hassan Fofana con 14"48. Ancora non vedo il sangue in pista per emozionarmi sui 110hs. Serve il 13" davanti ai centesimi! Per finire o dulcis in fundo, il risultato in chiave italiana più significativo tra gli uomini: il 76,86 di Norbert Bonvecchio nel giavellotto. Record personale migliorato di oltre un metro. 15^ volta sopra i 70 metri. Battuti Roberto Bartolini, comunque positivo con 74,01 e l'astro nascente Giacomo Puccini, 70,38. Specialità che sta progredendo: manca il fenomeno, ma si amplia la base statistica, di sicuro prima o poi arriva. 

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