10/05/12

Assunta Legnante: punto e a capo

Ormai ne parlano e ne scrivono tutti. Deve essere difficile, arrivare al massimo e poi crollare al minimo, e poi dal fondo, a tentoni, cercare di risalire su per un pozzo buio fatto di pareti levigate. Dall'avere tutto, all'avere nulla, persino privati delle cose più semplici. Non è semplice per nessuno, eh... anche per chi al "massimo" non c'è mai arrivato. A dire il vero... ma cos'è poi il "massimo"? Può essere un titolo europeo di lancio del peso di fronte ad un palazzetto zeppo di 10.000 persone ma anche solo poter correre su un prato montano in piena solitudine in una giornata di sole e godersi tutto quello che c'è lì attorno. Quando si viene privati anche di una cosa piccola ma normale, naturale, il concetto di "massimo" è un concetto decisamente opinabile. Però francamente, a me il pietismo non piace molto. Anche perchè non aiuta, o almeno... aiuta a rimanere nel posto in cui si è. 
Quindi dò un altro taglio a tutto quello che è ormai di dominio pubblico. Del grosso "problema" di Assunta Legnante venni a conoscenza nell'estate dell'anno scorso. Chi me ne parlò allora fu una di quelle persone che col proprio carisma ha contribuito a far esplodere l'atletica paralimpica negli ultimi anni. Con piglio entusiastico, mi chiese se conoscessi qualcuno, che conosceva qualcun'altro, che conoscesse Assunta Legnante. Nomi grossi. L'idea? Far ritornare Assunta su una pedana del peso e poterne sfruttare la classe per... attirare altre ragazzi e ragazze "superhabily". Poi non so che strade siano state intraprese, come è stata convinta e da chi... perchè purtroppo le mie conoscenze sono limitate a poche persone, e non mi conosce praticamente nessuno: ma alla fine, se dopo 8 mesi da quella telefonata aprendo la Gazzetta (ormai stuprata da tutte le falsità del Giuoco del Calcio) ci trovo un articolo a 9 colonne sulla Legnante e di riflesso che parla volenti o nolenti di atletica (come spazio, il più esteso mai visto dai mondiali di Daegu ad oggi sulla rosea): qualche cosa deve essere sicuramente successo e i meccanismi da qualche parte si devono essere azionati se alla fine il risultto è stato raggiunto. 
Perchè Assunta Legnante non rappresenta solo una possibile medaglia alle Paralimpiadi di Londra 2012, ma potrà essere soprattutto un catalizzatore e un faro per chi, dopo la sopraggiunta o innata disabilità peggio, la consapevolezza della disabilità, ha deciso di chiudersi nel proprio guscio e nel proprio scrigno. E invece questo è il messaggio di tutte quelle persone che lavorano come formichine attorno all'atletica paralimpica: c'è un piccolo mondo che aspetta, e dall'entusiasmo con cui mi parla quel mio amico, è un mondo che sta esplodendo di vitalità. Vedere una ragazzina con le lame-di-Pistorius che in poche settimane, dopo aver ricevuto le preziose protesi, e quindi aver fatto capolino dal proprio guscio su una pista di atletica, migliora di mezzo secondo ad allenamento, è l'esaltazione stessa dell'atletica leggera. Si parla di tempi, di tecnica, di adattamento, di cronometro, di recupero: atletica appunto.  
E' un mondo che è sempre più presente, che cerca di emergere: anche qui su Queenatletica ho sempre più cercato di dar spazio a questi miei amici, anche se non ho compreso e non ho trovato sulla rete come si strutturano le categorie. E il merito, oltre naturalmente che all'incredibile forza di volontà di questi ragazzi e ragazze che devono vincere una doppia inerzia, lo voglio sottolineare, è in gran parte di quel sottobosco di volontari, tecnici, amici, parenti, accompagnatori-atleti, la stessa Fispes, che, anche se in modo familiare (ma forse è proprio qui la forza del movimento), stanno creando questo meraviglioso mondo.
Ora, bando alle ciance: gli articoli sui mondo paralimpico comparsi sul mio sito sono sempre stati "tecnici", ovvero l'analisi dei risultati che mi venivano girati da quel mio amico. E' un mondo in forte divenire, di continui miglioramenti: un pò come il mondo master. Si sta plasmando. 
Non dimentichiamoci che ora sorge un... "problema": purtroppo alle Paralimpiadi ci sarà un numero chiuso di italiani. Infatti, chissà per quale astrusa norma, c'è un numero chiuso di partecipanti non per specialità e categoria, ma per... Nazione. Non vorrei essere, a questo punto, il selezionatore della Nazionale Italiana... diversi ragazzi quest'anno hanno ottenuto il minimo per Londra, e il numero di ammissibili si conta sulle punta di una mano. Paradossalmente, il sistema stesso, dopo aver creato questa alternativa, non consente la partecipazione piena a chi i minimi li ottiene. 
Comunque: da domani e per tre giorni, grandi campionati italiani paralimpici di atletica a Torino: qui il link al sito della Fispes. E ora basta ciance: per andare a Londra, bisogna lanciare, correre e saltare, e già da domani a Torino. 

1 commento:

  1. Grazie sono belle parole, appena rientra da Torino x la qualificazione sarà mia cura leggerglielo.
    Grazie ancora
    Barbara

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