11/04/12

Mondiali Master - il report di Marco Giacomantonio

Buongiorno a tutti
i mondiali di Jyvaskyla, sebbene caratterizzati da un numero di partecipanti inferiori rispetto ad altre edizioni precedenti, non si sono certo rivelati avari di emozioni. A parte qualche sbavatura organizzativa, che ha portato in alcune gare a cambiare le regole in corso d'opera spiazzando atleti e spettatori, direi che la cittadina finlandese abbia messo in piedi un'organizzazione più che accettabile avvalendosi di un impianto indoor tutto sommato funzionale. Piccole pecche strutturali quali l'anello di sole 4 corsie non provvisto di alcuna protezione verso l'esterno, il rettilineo dei 60 posizionato dalla parte opposta del palazzetto rispetto alle tribune che non consente di godersi adeguatamente le gare di sprint, e l'angusta zona riscaldamento sono alla fine passate in secondo piano grazie a uno spettacolo accattivante che ha acceso gli animi di tutti i presenti. Oltretutto, e qui mi permetto un piccolo appunto, non so neanche quanto in generale serva segnalare gli aspetti positivi e negativi strutturali e organizzativi di determinate manifestazioni, dal momento che nella maggior parte dei casi non si ha un ampio ventaglio di città candidate per ospitare questi eventi ne' solitamente gli organizzatori si preoccupano più di tanto di studiare cosa abbia funzionato o meno nelle edizioni precedenti per farne tesoro. Nel caso specifico, mi riferisco ad alcuni fra i rappresentanti delle città ove si svolgeranno le manifestazioni internazionali successive: gente cortese e sorridente, per carità, ma che non aveva la minima idea di quante corsie avesse il proprio impianto, la disposizione del rettilineo dei 60 né, posso supporre, di quali fossero i criteri di ammissione alle finali ed altri aspetti organizzativi rilevanti. Al di là di queste considerazioni, mi permetto una piccola digressione, per sottolineare quanto l'atletica leggera sia uno sport meraviglioso e senza età. Molti esperti del settore, con cui concordo, ritengono che lo sport, per poter lasciare un'impronta positiva e indelebile nell'animo di un giovane che muova i primi passi su una pista di atletica o su un campo da gioco, debba essere praticato a livello agonistico. Intendiamoci bene, qualunque sport, se fatto con criterio e sotto qualsiasi forma, è una manifestazione positiva e può senza dubbio insegnare qualcosa. Tuttavia solo l'impegno agonistico riesce a trasmettere determinati valori profondi. Ebbene, io ritengo che l'atletica leggera abbia molto da insegnare anche a noi master, a saperci mettere in gioco giorno dopo giorno, a saper programmare i nostri obiettivi e i nostri sforzi per raggiungerli, a gioire insieme alle persone care dei momenti positivi e passar sopra velocemente a quelli negativi guardando avanti. Penso inoltre che non sarebbe male ogni tanto vedere qualche grande campione del presente o del passato prender parte a queste manifestazioni. Immaginare, ad esempio, uno come Fabrizio Donato o Merlene Ottey che vincono rispettivamente triplo e 60 metri nelle loro categorie con prestazioni stellari potrebbe sembrare fantascienza... Eppure non dobbiamo smettere di credere che questo possa avvenire con sempre maggiore frequenza. Darebbe lustro al movimento master che qualcuno (non pochi) guarda ancora con un misto tra disinteresse e compatimento. Molti di noi potrebbero domandarsi cosa potrebbe spingere atleti di così alto livello e di un passato glorioso a partecipare a gare master. La risposta è semplicissima e lampante: intanto l'idea che l'attività master non debba essere considerata "di serie B", ma come la naturale prosecuzione dell'attività assoluta, ma soprattutto... la PASSIONE per questo sport e la voglia di condividerla e trasmetterla sia ai giovani sia ai meno giovani! Una passione che, come dicevo prima, non ha età e che, anche grazie alla partecipazione alle gare master di nomi illustri, contribuirebbe ulteriormente a fare sognare migliaia di persone. Ci vediamo alle gare all'aperto! Marco

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