01/04/12

Italiani Master 2012: gli M60 - MVP a Finielli

Ormai i mondiali master sono iniziati, quindi devo andare un pò veloce con l'analisi dei campionati italiani master... purtroppo troppi atleti, troppe prestazioni significative, troppi personaggi! Ci fosse qualche anima pia con il dono della scrittura che mi desse una mano!! Passo rapidamente così agli M60, con la consapevolezza che... non ce la farò mai. 60 M60 a... Antonio Rossi, ma stavolta di veramente poco: 2 centesimi (8"27 a 8"29) su Antonio Caso e un decimo su Livio Bugiardini. A momenti cade un regno che è come la Coppa America per gli States, che perse Dennis Conner dopo 132 anni di vittorie. Ora, Antonio Caso non è Australia II, ma la vittoria di sicuro sarebbe stata catalogabile alla voce "impresa". Per Antonio è infatti il 13° titolo consecutivo (e 15° complessivo) sui 60 metri, la cui striscia vincente è iniziata nella stagione 2000. Penso che mai come quest'anno, complice una condizioni inferiore a quella dell'anno scorso e forse tarata sui tardi campionati mondiali che iniziano domani, abbia rischiato di perdere lo scettro. Le precarie condizioni lo priveranno, tra l'altro, del titolo dei 200, che andrà ad appannaggio proprio di Caso, che vinse l'altro unico titolo indoor (e proprio sui 200) nel... 2000! Corsi e ricorrenze storiche. 26"95 per lui, che supera a sorpresa Livio Bugiardini (27"42) e quindi ancor più a sorpresa Antonio Rossi (27"46). C'è da dire "Clamoroso al Cibali!". Rudolf Frei, orfano di Vincenzo Felicetti (qualcuno sa cosa gli sia successo?), maramaldeggia sui 400, gestendo la vittoria in 1'02"87. Primo titolo master sul doppio giro di pista (ma anche outdoor), che erano praticamente sempre andati senza soluzione di continuità proprio a Vincenzo. Giovanni Finielli mette la doppietta 800-1500 (6° titolo indoor, e seconda doppietta consecutiva) con 2'38"24 e 4'55"04. Sui 1500 dopogara incandescente con Dario Rappo, finito secondo a soli 5 centesimi e che probabilmente lo accusava di qualche scorrettezza sul giro finale. E' nata una rivalità sanguigna. No, dai... senza sapere cosa sia successo, dopo la vicenda che ha visto coinvolto Luigi Cicchetti sui 400 M40, mi sento di dire che il contatto nella gara indoor, faccia parte del gioco... a certe condizioni (e qui non c'entra lo scontro Finielli-Rappo). Ma non deve essere sempre proibito, proprio per la natura della pista (le corsie sono anche più piccole). Fortunatamente Dario Rappo se ne torna a casa con il medaglione dei 3000, con 10'37"94 (9° titolo italiano al coperto). Tullio Hrovatin si cinge la corona dei 60hs bagnata con il nuovo record italiano con la nuova configurazione degli ostacoli da 84 a 8,00 mt: 10"23, che abbassa il 10"77 di Nani Prampolini, ma con il record nelle vecchie disposizioni a 9"90 (Antonio Montaruli nel 2009). Doppietta anche di Piercarlo Molinaris tra salto in alto (1,45) e salto in lungo (5,08), vinto di un centimetro su Roberto Lacovig, che aveva condotto dal primo al quinto salto. Per Molinaris terza doppietta consecutiva lungo-alto tra outdoor ed indoor. Un altro Rappo, ma Francesco, vince il primo titolo italiano nell'asta (2,50). Torna nel triplo il Drake Crescenzio Marchetti, un totem del masterismo italiano rimasto un paio di stagioni ai box. 11,60 e 3° titolo italiano, con il primo vinto nel 1992, 21 stagioni fa. Il peso non poteva che finire ad Antonio Maino, 13,27. E alla fine titolo nella marcia per Alberto Pio: 15'10"39. MVP a Giovanni Finielli.

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