Non è facile parlare di un record vecchio di oltre 90 anni, né tantomeno di chi l’ha compiuto. Ci appelliamo come al solito alle migliori fonti che abbiamo sotto mano: Il Mito della V nera e l’archivio storico della Fidal.
Franco Giongo nasce a Bologna il 7 luglio 1891, ma si trasferisce giovanissimo a Milano.
Le vicende sportive di Giongo cominciano prima di vestire la maglia della Virtus. Siamo nel 1912 a Verona, durante i Campionati Italiani Giongo vince per il Club Sportivo Padovano la finale dei 100m con il tempo di 11”1/5, la finale dei 400m in 53”1/5 e i 200m in 23”2/5 (disputati fuori programma, senza assegnazione del titolo italiano, come gara di selezione per i Giochi di Stoccolma).
Giongo si qualifica per le Olimpiadi di Stoccolma dove corre i 100m e i 200m uscendo in entrambe le gare alla semifinale con un quarto posto. Corre anche i 400m dove però viene eliminato in batteria chiudendo al terzo posto. È interessante notare che nella stessa olimpiade un altro italiano, il grande Emilio Lunghi (già argento negli 800m alle Olimpiadi di Londra nel 1908, prima medaglia olimpica di sempre italiana) arriva invece alle semifinali dei 400m dove ottiene un secondo posto, non sufficiente per accedere alle finali. Lo stesso Lunghi si era ritirato dai 400m ai campionati italiani in cui Giongo aveva trionfato, ma aveva vinto nettamente i 1000m, i 1200 siepi e due staffette.
Nel 1914, in settembre, ai Campionati Atletici Nazionali la VIRTVS raccoglie una serie di vittorie senza precedenti. 11 gare su 24 sono vinte da virtussini, per non parlare dei molti piazzamenti. Franco Giongo, vestendo la V nera, vince la gara dei 100m in 11”4, dei 200 in 23”4 e dei 400 in 51”6. Nello stesso anno Giongo viene chiamato a vestire la maglia nazionale e gareggia nell’isola Margherita a Budapest, dove il 7 giugno migliora il record italiano dei 200 (che era già suo) con il tempo di 22”2.
L’11 giugno batte il record delle 220 yards in 22”4 e stabilisce quello delle 300 yards in 32”.
Successivamente a Vienna stabilisce il nuovo record sulle 100 yards con 10” netti e porta il record italiano sui 200m a 21”8, che tutt’oggi lo rende l’8° duecentista virtussino di sempre. Un risultato non banale se si pensa che è stato ottenuto oltre novanta anni fa su un terreno di carbonella.
Qualche mese dopo, il 7 ottobre a Milano, insieme a Salvi, Costa e Colombo stabilisce il record italiano della 4x400 con il tempo di 3’39”2.tobre a Milano, insieme a Salvi, Costa e Colombo stabilisce il record italiano della 4x400 con il tempo di 3’39”2.
Nel 1915 inizia la guerra e ben 150 soci della Virtus partono subito per il fronte, tra cui anche Franco Giongo come sottotenente. La vita sportiva della Virtus durante la guerra resta limitata ai giovanissimi.
Giongo sopravvive alla guerra e lo ritroviamo nella squadra che stabilisce il record italiano della 4x400 nel 1922 insieme a Mantelli, Alfieri e Bogani con il tempo di 3’27”4.
Anche nel 1923 partecipa ai Campionati Italiani vincendo il titolo nei 100 e nei 200, ma gareggiando come “libero”, cioè senza vestire la maglia della Virtus. Per questo, nelle liste italiane del 1923, Giongo compare al terzo posto nei 100m (10”4/5) come “Libero Bologna”e al primo posto nei 200m (22”5) come “Virtus Bologna”.
Giongo sopravvive alla guerra e lo ritroviamo nella squadra che stabilisce il record italiano della 4x400 nel 1922 insieme a Mantelli, Alfieri e Bogani con il tempo di 3’27”4.
Anche nel 1923 partecipa ai Campionati Italiani vincendo il titolo nei 100 e nei 200, ma gareggiando come “libero”, cioè senza vestire la maglia della Virtus. Per questo, nelle liste italiane del 1923, Giongo compare al terzo posto nei 100m (10”4/5) come “Libero Bologna”e al primo posto nei 200m (22”5) come “Virtus Bologna”.
Il dirigente
Troviamo Giongo, come “Commendator Dottor Franco Giongo”, anche negli archivi della F.I.S.A. Ricordiamo che ciò che ora per noi è la F.I.D.A.L. (Federazione Italiana Di Atletica Leggera) non ha sempre avuto questo nome. Nata nel 1906 come Federazione Podistica Italiana (F.P.I.), prese il nome dal 1909 al 1926 di Federazione Italiana Sports Atletici (F.I.S.A.), per poi diventare F.I.D.A.L. dopo il 1926.
Dicevamo che Giongo compare negli archivi del 1922 come membro del Consiglio Direttivo eletto con 51 voti al XVII congresso della F.I.S.A. Sono gli anni del divorzio con la Federazione Ginnastica Nazionale Italiana (F.G.N.I.) indispettita dall’indipendenza manifestata dalla federazione di atletica. Due sono gli eventi storici fondamentali per la rottura: il primo, nel 1906 l’organizzazione dei primi Campionati Nazionali e il secondo, nel 1913 l’aggiunta ai campionati di tutte le gare di salto e lancio di cui la “Federazione Pedestre Italiana non si era mai occupata”. Dal 1922 ciascuna federazione procede in maniera indipendente, anche se fino al 1932 la F.G.N.I. farà ancora disputare gare di corsa, salti e lanci.
Supponiamo che Giongo abbia fatto parte del Consiglio Direttivo della F.I.S.A. sino al 1927, un anno dopo la costituzione della F.I.D.A.L. e all’alba della nomina dell’On. Leandro Arpinati alla presidenza. In questo periodo non si parla ancora di consiglio direttivo della federazione, viene però nominata una Commissione Tecnica composta di cinque persone, incaricate di formare, quando necessario, la squadra nazionale. Giongo fa parte di questa commissione insieme a Costa, Colbacchini, Bononicini e Nai. Il C.T. viene poi trasformato in Direttorio (di cui Giongo continua a fare parte) che nel dicembre 1927 redige una lunga lista di tutti i giudici, commissari, tecnici e starters nazionali e regionali. Viene imposto che nessun record italiano sia omologato se non sono presenti almeno due cronometristi e uno starter nazionali.
Alla fine del 1927 probabilmente Giongo cessa di far parte del Direttorio.
Muore il 28 dicembre del 1981.
Si ringrazia Gustavo Pallica per alcune informazioni storiche fornite
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