01/03/13

Goteborg 2013: la mattinata degli ostacolisti

Questo è quello che posso dire della mattinata ai campionati europei di Goteborg '13. Scritto naturalmente prima di quello che è successo e succederà questo pomeriggio, durante la mia pausa-pranzo... 
  • Giulia Liboà: 5,94 - eliminata in qualificazione - partiva dall'ultima posizione di griglia e non è riuscita a salmonare la corrente. 5,94 la sua prestazione, nell'arco dei tre salti a disposizione. Due nulli giusto per iniziare e la cascata è da subito diventata davvero troppo ripida da risalire anche per un Capidoglio. Non lontana comunque dai suoi limiti stagionali a livello indoor (6,00). La sua rappresentava la 14^ partecipazione di un'italiana agli Europei Indoor (con 15 caps totali, ovvero con una qualificazione-finale), laddove si vanta come miglior prestazione di sempre l'oro di Fiona May a Valencia '98 e il bronzo di Stefania Lazzaroni proprio a Goteborg ma nel 1984 (quasi trent'anni fa) quali maggiori risultati storicamente rilevanti. Solo Mariella Baucia, prima partecipante a questa specialità nell'edizione del 1970 di Vienna non riuscì a superare la quota dei 6 metri. Comunque: queste esperienze serviranno a creare delle aspettative più forti nei propri confronti, per potersi rapportare con le atlete di elìte internazionali. 
  • Paolo Dal Molin: 7"59 batterie (qualificato in semifinale) - forma straordinaria per Dal Molition, che sbobina un 7"59 irrisorio in batteria totalizzando il terzo tempo del seeding dietro al predestinato Serghej Shubenkov (7"52) e al francese Martinot Lagarde (7"58). Pareggiato il record personale e il numero di volte (due) sotto i 7"60 detenuto fino ad oggi in solitaria da Emanuele Abate. Paolone sta zumbando davvero attorno al record del ligure... e in questa forma demolitoria, non è un'ipotesi che lo possa abbattere. La sua batteria ha rappresentato la 92^ gara di un azzurro sugli ostacoli alti agli Europei Indoor (comprese le edizioni "dimostrative"). 52^ presenza-gara di un italiano sugli ostacoli (Tedesco sarà il 53°), ma anche miglior tempo mai ottenuto da un azzurro in questa manifestazione sui 60 hs, che in precedenza era detenuto da Emiliano Pizzoli che a Valencia '98 corse in 7"60. I finalisti fino ad oggi sono stati 13. 28 i semifinalisti (29 con Dal Molin in serata). 
  • Stefano Tedesco: 7"85 (eliminato in batteria) - ieri scrivevo che si sarebbe passati con 7"75 e 7"76. Detto-fatto. Il penultimo è passato con 7"76 e l'ultimo qualificato per la finale con 7"78. Tedesco ha corso in 7"85, ovvero il proprio record personale (stando al sito Fidal) che era di 7"87. Gli sono quindi mancati obiettivamente 9 centesimi per accedere alla semifinale.
  • Maria Enrica Spacca: 53"79 (eliminata in batteria nei 400) - era obiettivamente difficile affrontare una batteria simile, con l'inglese Perri Shakes Drayton passata a tuono ai 200 su livelli del personale della Spacca proprio dei 200 (23"96). La Spacca avrebbe dovuto quindi correre più veloce del personale indoor (53"00) per poter ambire quanto meno al passaggio diretto, e ad un 53"15 per sfruttare il by del ripescaggio sui tempi. Quest'anno è rimasta attorno ai 53"4 e la corsia non l'ha certo favorita. 17^ atleta azzurra schierata sui 400 agli euroindoor. 
  • Chiara Bazzoni: 54"55 - eliminata in batteria nei 400 - La Spacca aveva un compito difficile, ma probabilmente era proibitivo per la Bazzoni. La semifinale era davvero difficile da raggiungere, se non passando da una prestazione monstre partendo tra l'altro dalla seconda corsia. Avrebbe cioè dovuto spendere un quoziente di energie sicuramente superiore alle altre per poter essere competitiva sin dal ritorno in corda. Non è successo e così Chiara ha finito staccandosi dal gruppo e naufragrando dolcemente. 18^ azzurra schierata su questa specialità nella storia degli Euroindoor. 
  • Veronica Borsi - Marzia Caravelli - Micol Cattaneo - 60hs (batterie: tutte e tre in semifinale) - stando al tempo di reazione di Veronica Borsi (0"224), Veronica varrebbe in condizioni "normali" (ovvero uno 0"150/0"160) il record italiano di Carla Tuzzi o comunque sotto gli 8"00. Ma il tempo di reazione fa parte del gioco e così esce un 8"05, terzo tempo dell'overall della prima tornata di gare, ovvero medal's smell. Marzia Caravelli e Micol Cattaneo arrivano entrambe in batteria, entrambe a 8"09 ed entrambe partendo pure con lo stesso tempo di reazione: 0"159. Uguali-uguali al millesimo in tutto. E ora dovranno giocarsela (come la Borsi del resto) nel pantano di atlete intruppate a cavallo dell'8"10. Semifinali che si preannunciano vibranti. La Cattaneo partecipando alle semifinali raggiunge il massimo numero di caps nella specialità (6) detenuto da Patrizia Lombardo e Carla Tuzzi. Quello della Borsi è invece il tempo più veloce ad un Euroindoor da parte di un'italiana: davanti a lei c'è solo Carla Tuzzi. Con i due 7"97 (record italiani) e l'8"04 tutti ottenuti nei diversi turni dell'edizione di Parigi '94 quando arrivò 5^. Gli 8"09 di Caravelli&Cattaneo invece sono il e tempi di sempre azzurri. Per la Cattaneo, alla 5^ gara ad un Europeo (con 3 partecipazioni) questo è anche il suo miglior risultato cronometrico. 
  • Daniele Greco - 16,94 (qualificato in finale) - compito svolto al primo salto dove ha raggiunto il quorum e poi thrilling sul piede di stacco dolente. E mò? Domani ci sarà? Anche perchè qui scomparso Marian Oprea misteriosamente dalla scena, si è aperta un'autostrada! Si è tirato fuori dai giochi anche il francese Benjamin Compaorè (16,48), mentre Michele Boni pur saltando su livelli per lui elevati (16,43), gli sono mancati 20 centimetri per arrivare in finale. Greco è il 24° italiano che arriva ad una finale nel triplo agli Euroindoor, dove si vantano ben 3 medaglie: l'oro e l'argento di Fabrizio Donato e il bronzo di Paolo Camossi. Tutta storia recente insomma. Il 16,94 è comunque la 5^ prestazione italiana ottenuta nella manifestazione (nonostante fosse un solo salto) e le uniche tre prestazioni ottenute nella storia italiana della manifestazione sopra i 17 metri, hanno portato alla medaglia. La qualificazione con il salto più lungo l'ha però collezionata Fabrizio Donato, che saltò 16,99 nella incredibile edizione di Parigi '11, quella in cui arrivò a 17,73, ovvero il triplo salto più lungo del mondo nella storia indoor per... un secondo piazzato. Curiosità: un altro 16,43 come quello di Boni fu saltato da un azzurro agli Euroindoor. Fu quello di Dario Badinelli che lo saltò... a Goteborg nel 1984, ovvero sulla medesima pedana sulla quale ha saltato Boni. 
  • Isalbet Juarez - Eusebio Haliti - Lorenzo Valentini - 400: ecatombe annunciata? - Quello più indiziato a passare il turno, sia per il livello di forma che per non aver subito l'onta della prima corsia, sarebbe potuto essere Isalbet Juarez, che però è rimasto coinvolto in un incontro ravvicinato del secondo tipo con il francese Jordier. Fuori. Per Haliti e Valentini come vaticinato ieri sera, l'impresa era improba col solo partire in prima corsia, ovvero con un gap non indifferente con gli altri competitors. E così è stato. Per Haliti (47"93) c'è stato un siluro di Bingham in batteria a passare in 21"78 ai 200, che eventualmente correre in prima corsia, sarebbe significato avere un 21"0 di personale all'aperto. Haliti nelle sue apparizioni ad Ancona, partendo "alto" passava in 22"4/22"5: troppo veloce quel tempo di Bingham per lui. Davvero impossibile a meno di essere nettamente il più forte di tutti, passare a quei ritmi e poi poter gestire la gara. Un decimo è stato perso poi sicuramente da un tempo di reazione bradipeggiante: 0"253. Identico discorso per Valentini (47"82) dove addirittura nella propria batteria Maslak ha sparato un 21"50 ai 200. E chi lo segue su quei ritmi? E' il 400 indoor, una gara dove il punto di equilibrio e non ritorno non è posto verso i 300 metri, ma molto prima, proprio per avere il vantaggio della corda e delle ripercussioni che questo ha nei confronti di chi deve superare. 
  • Abdellah Haidane - 3000 metri - eliminato in batteria - gara insipida finita con 8'03"20 e una qualificazione sulla carta non impossibile a 7'59".

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