04/03/13

Goteborg '13: è andata come doveva? Riflessioni dissacranti

Vogliamo essere didascalici? E allora possiamo dire che l'atletica italiana esce da Goteborg più o meno come uscì nelle tre edizioni precedenti. Alti e bassi (molti bassi, ma insomma, preventivabili visto l'allargamento delle convocazioni) ma con la tanto pubblicizzata aria nuova, che però non vince medaglie da sola, purtroppo, anche se sicuramente può aiutare. Ma non è che questa cosa di continuamente sottolineare questo aspetto stia diventando un pò artefatta? Voglio dire, va bene se te lo chiedono (E' cambiato qualche cosa? Sì, c'è aria nuova!), ma arrivare a volerlo dire per forza comincia a farmi un pò dubitare sulla casualità delle affermazioni  (Com'è andata la gara? Sì, c'è aria nuova! Come ti alleni? C'è aria nuova!). Anche se l'intervistato, giova ricordarlo, magari non aveva mai odorato l'aria vecchia. Ok, è cambiato qualche cosa, c'è aria nuova ed è un dato di fatto. Ora riusciamo a superare questa cosa? Personalmente sul mio sito si sono lette le più feroci critiche al mandato di Arese e quando ancora molti dei suoi detrattori ancora si organizzavano nell'ombra (per presentarsi a San Donato e ipocritamente non spendere nemmeno una parola sull"aria vecchia": io invece ci ho messo la faccia e ho attaccato insieme a pochi altri l'aria vecchia) ma proprio per non avere padroni o referenti, e per non farmi fagocitare da essi e gettare un'ombra sulla mia indipendenza intellettuale, è giusta che dica quello che sto per dire. 

La gestione Arese era diventata impresentabile perchè mancava di trasparenza e obiettività. Mancava anche di senso autocritico e questo secondo me è stato il loro più grande errore dal quale con una cascata di eventi travolgente, tutto è stato fagocitato. L'attacco incrociato di media e opinione pubblica ha così portato ad una reazione di sempre maggior chiusura e paura di essere vittime delle critiche esterne. Da qui sono nate poi le "esclusioni" olimpiche, probabilmente: paura di esporsi ad ulteriori critiche, ma così facendo umiliando i sogni sportivi di diversi ragazzi. Errore madornale con il conseguente inizio della ineluttabile fine. Amen, finita. Quello che non mi piace di questo mandato, di contro, è la poca obiettività dimostrata inizialmente. E' chiaro che l'aria sia cambiata, ma la trasparenza e il vento del cambiamento nascono anche dal dimostrare uno spessore dirigenziale superiore, più etico, non certo votato a soddisfare le proprie vendette personali di lunga data o a sbandierare successi che forse sarebbe il caso di condividere con signorilità con chi li ha favoriti e causati in precedenza. Lo riconosco io che ho scritto (e detto in faccia, in sua presenza) più di tutti parole di fuoco contro il mandato di Arese... Se non cambia questo approccio, è probabile che tra un paio di stagioni si sia ancora qui a fare cagnara. Si riesce, per favore, ad essere più obiettivi?

Qual'è il rovescio della medaglia? Che poi di fronte ad una spedizione dopo tutto "normale" si rimanga sì emozionati dalle medaglie (impossibile non emozionarsi!) ma anche a menta fredda un pò dubbiosi sul fatto che l'Italia da Paese in crisi pestilenziale come ormai eravamo abituati a vederla, fosse passata di colpo in bianco, grazie alla nuova aria, a Paese Dominante dell'atletismo mondiale. 

Il nuovo sistema di organizzazione dei tecnici (indubbiamente) fa sicuramente felici gli atleti e i tecnici stessi, che finalmente trovano una forma di affermazione personale sul campo e internazionale, ma di fatto ha impatto-zero sull'intero sistema, visto che viene massimizzata l'elite già affermata o in via da affermazione, mentre l'intero assetto tecnico rimane intatto (fatiscente e pieno di falle) esattamente come in precedenza. Ma forse anche qui è troppo presto per parlare, visto che ci sono ancora 3 anni e 9 mesi di fronte. Ma se l'imprinting è questo vuol dire che si torna all'età dei comuni, ovvero che le conoscenze che dovrebbero favorire le prestazioni sono figlie di esperienze personali non condivise e non condivisibili e che, anzi, quelle stesse conoscenze verranno pure rese più ermetiche verso l'esterno, visto l'elitarismo che è stato prodotto inizialmente. Posso esprimere qualche dubbio su questo aspetto?

L'Italia esce da Goteborg con l'ottavo posto nel medagliere e l'ottavo posto nella classifica a punti. Avesse vinto la Trost, sarebbe arrivata poco più avanti nella classifica a punti. Ma del resto non è mai esistita una spedizione, nemmeno di altre Nazionali, in cui nessuno sfangasse almeno una gara. Fa parte del gioco ed è statisticamente provato. Ed è soprattutto un campionato europeo indoor, ovvero una manifestazione da molti bisfrattata all'indomani dell'anno olimpico. Molti atleti hanno macro-planning sugli anni olimpici, difficili vederli immediatamente all'opera... Diverse ottime prospettive, innegabile, ma che sarebbe davvero immorale non considerare come parzialmente favorite dalle scelte strategiche del precedente mandato, no? Non voglio nascondermi questa verità e pensare ai miracoli che qualcuno ha voluto sotto-sotto ventilare provenire dal proprio tocco magico. Gli atleti esplosi questa stagione non sono nati tutti il primo di gennaio del 2013, mi sembra, no? Possiamo essere obiettivi? 

Leggevo sulla Gazzetta di oggi che l'Italia di Goteborg è una delle migliori dal 1990 in quanto a finali. A me, ma potrei sbagliarmi con i miei data-base, risulta che a Parigi '11 i finalisti furono 11 contro i 10 di Goteborg. A Torino '09 furono addirittura 17. A Birmingham '07 furono "solo" 9, ma con tre ori. A Vienna '02 furono 10 (come Goteborg). Magari si prendeva in considerazione la classifica a punti? Non l'ho capita. Comunque, poco cambia: non eravamo delle schiappe allora, e non siamo dei fenomeni oggi con la "nuova aria". Voglio dire, non mi sembra il caso di mistificare una spedizione "normale" e dire che con l'aria nuova tutto sia cambiato. Ci sono tanti ottimi ragazzi, dopo un buco generazionale generato da chissà chi e da chissà che cosa, e che ora costituiranno l'ossatura della squadra che andrà a Rio. Poter affrontare questa "missione" senza metterci troppo del proprio, sarebbe (per me) una cosa auspicabile. Semplicità e serenità. 

Ok, mi ero fatto nemici giurati di là e ora me ne faccio di quà, ma almeno tutelo la mia onestà intellettuale.

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