03/03/13

Goteborg '13: il Dio Greco del Salto Triplo

Mentre tutte le specialità sportive visivamente appaiono come frenesia di gesti, esplosività assoluta, dinamicità, un inno futuristico al corpo umano e all'amore passionale, quello del triplo è invece, nel mio immaginario, un inno all'Amor Cortese, all'armonia del corpo e della sua "musicalità". Non sono un tecnico di triplo, ma un cultore della bellezza plastica del gesto sportivo, sì. Il salto triplo è prima di tutto armonia, immagini in lenta successione immortalate per l'eterno. E più si va lontano, laggiù nella sabbia e più quel volo si ferma nello spazio e nel tempo e rimane impresso. Avete in mente Jonathan Edwards, no? L'ipnotismo che crea è legato sì all'impresa, ma anche e soprattutto alla immobile armonia del volo, al controllo totale del corpo in quella fase nella quale molti si sbraccerebbero come dei novelli Icaro avvicinatosi troppo al sole con le proprie ali di cera tanto da dover gestire l'ineluttabile impatto a terra. Poi è chiaro, dietro le quinte di un salto che rimane nella storia, c'è un lavoro abnorme, un talento sopraffino, le cesellate di mastri scultori sul marmo grezzo di Carrara. Ma a me rimane impresso il volo, la sospensione pneumatica del gesto come un ralenty che al'improvviso diventa vorticoso negli impatti a terra.

In tutto questo contesto Daniele Greco ha il suo modo di intendere la musicalità del gesto. Necessariamente. Mentre Edwards e quelli come lui sfruttano quel meccanismo perfetto da orologio svizzero che il buon Dio gli ha dato nei piedi, massimizzando così quella fase di volo che a causa di una velocità d'entrata più limitata rispetto ai "velocisti" alla Greco, risulta eterna, Greco appunto deve rispettare il medesimo copione ma ripercorrendo le stesse note nel minor tempo. Un'impresa nell'impresa. Daniele Greco ha una velocità d'entrata da suicidio in diretta, forte del suo sub-10"40 che vanta, che lo costringe a interagire con la pedana in maniera diversa. I "voli" hanno una parabola più bassa, per evitare atterraggi deflagranti, con chissà quale peso da sostenere a quel punto. I contatti a terra durano infinitamente di meno di quelli dei propri avversari, proprio per quella velocità inusitata.

Campione d'Europa. Basta questa locuzione e poi ripeterla qualche volta per assaporarla nella sua giusta dimensione. Probabilmente la miglior prestazione tecnica assoluta vista a questi Campionati Europei di Goteborg '13: il sontuoso 17,70 di Daniele Greco, 31° oro della storia italiana agli Europei Indoor, edizioni dimostrative incluse. 90 medaglie totali, sempre nel medesimo arco di tempo.

Greco fa il secondo salto più lungo della storia del triplismo italiano, dopo il sensazionale 17,73 di Fabrizio Donato a Parigi '11, quando il primo, un tal Teddy Thamgo si spinse laddove nessun uomo era mai giunto prima, ovvero il record del mondo indoor di 17,92. Per Donato quello fu il salto più lungo nella storia per un secondo classificato nel salto triplo. 8^ essere umano di sempre in una gara al coperto. Oggi Daniele Greco si è quasi arrampicato lassù, accanto al Fabrizione nazionale, 3 soli centimetri sotto. Sufficienti per essere l'11° uomo di sempre in una gara di salto triplo indoor, insieme ad un suo competitor attuale come Will Clay, che con la stessa misura, 17,70, vinse il mondiali di Istanbul l'anno scorso. Ma come Jonathan Edwards con "solo" 17,64 come miglior prestazione indoor? Dietro a Greco? E il 17,70 è anche il secondo salto più lungo di sempre di un italiano, visto che all'aperto resiste sempre l'annoso 17,60 di Fabrizio Donato ottenuto in una notturna milanese del 2000, quando duettò con Paolo Camossi.

Quel salto che trucida la gara, arriva al quarto attempt, quando il solo russo Fyodorov era riuscito a mettere il naso davanti per qualche secondo (17,12 dopo il 17,00 iniziale di Daniele). Poi il 17,15 e quindi il corpo mortale all'oro europeo. Molto più sotto la gara si anima solo col 17,30 di Samitov del 5° tentativo. Ma non c'è più nulla da fare, e non ce ne sarebbe nemmeno stata vista la differenza di classe in pedana. Bene, ora sotto col doppio moscovita Will Clay e Christian Taylor contro Fabrizio Donato e Daniele Greco.

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