31/08/12

Zurigo: se il piccolo Golia sconfigge David...

David Lekuta Rudisha, il Profeta degli 800. Ma nelle umane-cose, si sa, l'immortalità sportiva pesa più che l'ascesa all'Olimpo, e quell'epiteto di "Dio" che qualcuno gli ha attribuito, pretende di essere confermato ad ogni apparizione messianica. Del resto, quell'800 corso all'Olimpiade, pretende di diventare uno dei gesti umani più venerati nella storia dello sport e ha innalzato un uomo al livello di semideo di un intero movimento. Così, nel momento in cui i fedeli odono le sua apparizioni sulle piste della vile Diamond League voluta da Mammona, ecco che iniziano i pellegrinaggi per assistere estatici al miracolo dei "due giri" che il profeta riesce a far coprire in meno di un-minuto-e-quarantuno. Pioveva ieri sera sul tempio di Zurigo, il Letzigrund, uno dei siti più sacri dell'atletismo globale, teatro di gesta memorabili e leggendarie, per quello che sarebbe dovuto essere l'ennesimo miracolo di Re Davide (personaggio non a caso biblico, citato in ben 3 religioni). Ma stavolta Davide, il piccolo Davide, diventato nel frattempo immenso, ha trovato un Golia piccolissimo, che ha rovesciato la storia così come la conoscevamo, trafiggendo il profeta proprio sullo stesso campo di battaglia. Golia è Mohammed Aman, ragazzino etiope del 1994, e di fatto l'unico essere umano capace di battere Rudisha due volte in meno di un anno. L'unico. L'altra volta avvenne in Italia, alla notturna: 1'43"50 a 1'43"57. Anche allora dopo le volate mondiali di Daegu, quasi che Rudisha, fatto il Dio quando si doveva, ritorni ad essere Clark Kent. A Zurigo la sfida tra il grande Davide e il piccolo Golia, avviene ad un girone infernale più imo, un secondo più sotto di Milano. 1'42"53 (nuovo PB di Aman) vs 1'42"81 di Rudisha. L'informazione generale è che Rudisha non è solo: a Londra l'altro ragazzino-incredibile del botswana, Nijel Amos, altro classe '94, concluse in 1'41"73. Un altro '94, l'altro keniano Tymothy Kitun finì in 1'42"53 (lo stesso tempo di Aman a Zurigo). All'olimpiade Aman finì però... lontano, 6° in 1'43"20. Rudisha, nonostante abbia riscritto la storia di una specialità nel giro di 3 stagioni, si trova molto prima del previsto circondato da una muta di ragazzini, forse in una situazione che non si era mai verificata  prima a questi livelli. Dal punto di vista statistico, Aman guadagna diverse posizioni scendendo nelle graduatorie all-time al 10° posto insieme a Kitun. 32^ prestazione di sempre per lui. Per Rudisha... bè, al momento ha 6 delle prime 10 prestazioni di sempre sugli 800, 10 tra le 20. Risulta aver corso 7 volte sotto gli 1'42", 14 sotto l'1'43", ben 44 sotto l'1'45": la storia degli 800 riscritta in diretta. Ma anche gli Dei dello sport cadono, soprattutto dopo prestazioni invasive come un record del mondo corso in solitaria. 

Nel resto del meeting si è rivista la Bestia-Blake, che dimostra se non altro come Londra non abbia rappresentato l'acme della propria stagione, o semplicemente come l'ombra del Puma abbia ammansito la Bestia trasformandolo in un tenero cagnolino da 9"75. Dopo il mirabolante 9"69 di Losanna (3° tempo di sempre, e al pari del medesimo tempo corso sia da Tyson Gay a Shangai e del tempo di Bolt a Pechino '08) a Zurigo, in condizioni "estreme" per uno sprinter (vieppiù se jam) sciabola un 9"76 che lascia basiti. 15° tempo dell'uomo sotto i 9"77, di cui Blake ne vanta 4 tutte corse nel 2012. 33 i tempi sotto i 9"80 corse dall'uomo... regolarmente, dato munto da venti e eventi illeciti. Nella classifica dei terra-aria sotto quel livello inumano, 10 sono i tempi corsi da Bolt, 8 da Asafa Powell, 7 quelli di Tyson Gay, 4 di Blake. Prima di trovare il primo atleta che non abbia uno di quei 4 nomi, bisogna arrivare al 9"78 di Nesta Carter. Ergo, i primi 21 tempi di sempre sui 100 metri sono stati corsi da quei 4 uomini che si sono ritrovati alla finale di Londra con... alterne fortune. Scusate la digressione statistica: dietro a Blake, il piazzato lo fa proprio Nesta Carter con 9"95, giusto per ricordarci che tra i 4 uomini che scendono sotto i 37" in una staffetta di 400metri, è difficile trovare atletini di scarto. 17 le volte sotto i 10" per Carter... mica noccioline. Terzo quello che ritengo lo sprinter americano del futuro immediato: Ryan Bailey, che incarna appunto il prototipo di velocista del XIX secolo. 8^ volta sotto i 10" con 9"98. Fuori Gay per falsa. 

Il "divino" scende invece in pista sui 200 e lascia ancora tracce indelebili di sè. 19"66, che fatto da lui appare un tempo "normale", ma che rappresenta il 18° tempo di sempre mai corso dall'uomo, ma 11 dei primi 20 tempi di ogni tempo li ha vergati nella pietra proprio lui, Bolt. 10° tempo personale della propria carriera per il Puma che doma il mio pupillo, Nick Ashmeade, reo di aver ciccato l'unica gara più importante della stagione: i trials di Kingston. 19"85 con vento nullo, PB, 67° tempo di sempre, 20° performer di ogni tempo, pareggiando Churandy Martina che aveva corso il medesimo tempo proprio quest'anno, John Capel, e il discusso-discutibile, ma alla fine intonso Konstantinos Kenteris. Battuto il connazionale bronzo olimpico Warren Weir, il talentuoso (altro jam) Jason Young, in quella che è ormai una invasione in piena regola dello sprint mondiale. E ai mondiali junior, nella finale dei 200, si è infortunato quello che è probabilmente il nuovo Bolt... aspettare e vedrete: si chiama Julian Forte, annotatevi il suo nome. Spearmon, a Zurigo, finisce 5°, ma se fossi in lui non sarei contentissimo della sua stagione. Fortissimo a marzo-aprile, poi uno stallo inopinato di 3/4 mesi. I trials evidentemente impongono più picchi ed è difficile la programmazione. 

Per l'Italia l'incredibile conferma di Fabrizio Donato, che nel suo palmares potrà adesso annoverare una vittoria nella Diamond League: e che vittoria! Annichilito il campione olimpico Christian Taylor, 17,29 a 17,16, e la conferma che attualmente abbiamo solo un grande atleta di vertice mondiale. L'atletica, il mondo dei numeri, purtroppo bistratta troppo quegli stessi numeri che la fanno grande. Anche il sito all-athletics attribuisce il 3° posto nel ranking mondiale a Donato, 57° atleta assoluto al mondo tra tutte le specialità maschili. Il secondo italiano della medesima graduatoria è proprio Daniele Greco (137° al mondo), fermatosi a 16,41 al Letzigrund. 



Tra le donne, dopo due schiaffoni consecutivi subiti dalla Jeter nel post-Londra, Shally Ann Fraser gliene ritorna almeno uno, tra l'altro con un tempo sontuoso ottenuto in condizioni pazzesche: 10"83 a 10"97. Sanya Richards, neo campionessa di tutto, folgora la campionessa mondiale Monthso 50"21 a 50"33. Dawn Harper è l'ostacolista del momento, in assenza della Pearson, sui 100hs: 12"59, che segue il 12"43 di Losanna. 

Nel pre-programma, si sono visti anche Simone Collio e Rosario La Mastra: 10"59 e 10"77 rispettivamente. Clima da fine impero: la staffetta azzurra, non so con che voglia, poi correrà in 39"56. Molto meglio Bencosme De Leon, che nella gara riservata agli Under-23, correrà ancora in 49"58. Sfondato e risfondato il muro dei 50". 

1 commento:

  1. Scusate ma volevo condividere una cosa molto divertente che è capitata durante la telecronaca del meeting di Zurigo. Avete notato quanto goffamente Bellino ha tentato di dire che Aman era la bestia nera di Rudisha?? Ci ha messo 1 minuto perchè non gli veniva la parola!! ahahahah esilarante!! Poi una volta proferita la giusta parola è riuscito anche immediatemente dopo a sbaglaire dicendo che Aman era la pecora nera del keniano!! Incredibile. Strano perchè Bellino mi sembrava abbastanza preparato....

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