Giorgio Rubino, foto G. Colombo/Fidal |
Giornata negativa la seconda alle Olimpiadi da parte degli italiani. Diciamo che un barlume di speranza l'avrebbe potuta dare Giorgio Rubino, visto che nella marcia, e segnatamente nella 20 km, la scuola italiana ha sempre detto la sua. Invece è andata tutta a rotoli fino ad un incredibile 42° posto, che non può essere il rango che gli sarebbe appartenuto in condizioni... normali. Tra l'altro con un tempo, 1h25'28", che è praticamente il peggior tempo personale di sempre secondo il sito Fidal (su 21 risultati tabellati, di peggio c'è solo un 1h31' del 2009). Rubino, ai microfoni-sky, ha avuto anche l'onestà intellettuale di dire come fosse venuto alle Olimpiadi per la medaglia, ed io son convinto che ci credesse davvero. So che sono conti dell'oste, ma avesse marciato come nella sua miglior prestazione del 2012 (1h20'10"), Rubino sarebbe giunto in 7^/8^ posizione, quello che alla vigilia sembrava obiettivamente il suo ranking mondiale. Il sito all-athletics lo pone a tal proposito al 14° posto, ma considerando anche gli specialisti della 50. Quindi cos'è successo? Ma quali sarebbero poi queste condizioni "normali"? Non ci sono risposte, e non lo sa nemmeno Rubino.
Sulla marcia italiana, almeno sulla 20 km, si possono e si devono fare molte considerazioni, che partono da dati di fatto. La gestione Arese (e di tutta la sua avvinazzata corte dei miracoli), tra i tanti pregi ottenuti in 8 lunghissimi anni di sfaceli, sembra infatti aver ucciso una delle specialità più "danarose" e munifiche in termini di medaglie di sempre alle olimpiadi. Pensate: per trovare un solo atleta italiano schierato sulla 20 km, bisogna scavare nei meandri della storia-atletica fino all'edizione del 1972, allorquando a Monaco fu schierato il solo Vittorio Visini. 10 edizioni o 40 anni fa, come preferite. Dopo quell'edizione gli atleti italiani furono quasi sempre 3 (o 2, come a Mosca e Atene). Un dato più nudo e crudo? Il 42° posto di Rubino è la peggior prestazione mai ottenuta da un azzurro sulla 20 olimpica (tolti i ritiri... nessun italiano invece è mai stato squalificato sulla 20km ad una Olimpiade), in una storia che vanta la bellezza di 5 medaglie, di cui 2 d'oro (Maurizio Damilano e Ivano Brugnetti). Peggio a dire il vero si è fatto nel 1964, ai Giochi di Tokyo, l'unica occasione in cui l'Italia non presentò alcun atleta (ma Abdon Pamich vinse la 50 dell'edizione giapponese). Ma nel frattempo la storia è evoluta, e trovarsi dopo 120 anni di epos olimpico al punto "zero" nella marcia, è significativo e preoccupante.
Sembra esserci rimasto un unico atleta nella marcia maschile (e una in quella femminile, la Rigaudo) con potere divinatorio, ovvero Alex Schwazer, anche perchè di fatto la premiata bottega della marcia di Saluzzo sembra esser stata smantellata e messa a disposizione della Cina, che si è così intascata un oro e un bronzo a Londra. I cinesi evidentemente, per una volta, anzichè copiare, si sono presi lo stampino, lasciandoci i ruderi. E il bello è che il passaggio di Sandro Damilano con la Cina, per cui ricopre il ruolo di DT della marcia, sembrerebbe essere avvenuto con il placet di Arese. Complimenti a tutti.
La Cina vince due-medaglie-su-tre nella 20, e noi fra poco non avremo nemmeno più atleti all'Olimpiade, e quando ci sono (vedi Giupponi) ci si inventano criteri per non portarli. Che poi lo stesso Rubino (e Rigaudo) sono allenati dallo stesso Damilano... Ma potrà mai essere la medaglia di Schwazer a tappare tutte le voragini create da questa gestione senza senso prospettico? Chissà come avrà goduto il Damilano senior di fronte a tutti questi avvenimenti, con tutto quello che lui sa e noi non sapremo mai nei suoi rapporti con l'attuale Fidal. Avevamo uno dei pochi tecnici vincenti a livello internazionale, riconosciutoci pubblicamente e l'abbiamo svenduto. Anzi, l'hanno svenduto, noi appassionati non l'avremmo mai fatto. Ma per un consigliere nazionale promosso a commentatore televisivo, l'importante è far vedere di "averci provato", come per il 18° posto della Ejjafini nei 10000... "però ci ha provato". Se è questo il metro di giudizio della federazione, allora perchè non portare tutti i ragazzi italiani con i minimi olimpici ... ci avrebbero provato anche loro, probabilmente. Ed io che pensavo che le prove di efficienza servissero per portare esclusivamente quelli più in forma.
Nessun commento:
Posta un commento