14/08/12

Le Olimpiadi degli italiani: quei maledetti 4 cent di Abate per la finale

E. Abate - G. Colombo/Fidal
Per 4 miseri e dannati centesimi, ma che in atletica purtroppo pesano come supernove, Emanuele Abate non raggiunge la finale Olimpica di Londra '12, quella che sarebbe potuta essere già l'apice di un'intera carriera esplosa praticamente solo un anno fa. Impresa (quella di raggiungere una finale olimpica) riuscita a soli 3 italiani nel mito di Olimpia: per ben due volte ad Eddy Ottoz ed una a testa per Giovanni Cornacchia e Giorgio Mazza. Curioso che tutti e tre siano stati presenti ad un'unica finale, ovvero quella di Tokyo '64, che, bronzo di Ottoz a Mexico City a parte, rimane il momento più alto dell'ostacolismo italiano degli ostacoli alti. Probabilmente il substrato sul quale si sarebbe poi generata una medaglia olimpica, appunto il bronzo di 4 anni dopo alle Olimpiadi Messicane di Eddy. Del resto il fenomeno nasce sempre come espressione statistica di una popolazione sufficientemente ampia, e raramente come caso isolato da 6 al superenalotto.

Emanuele Abate è arrivato alle olimpiadi londinesi probabilmente non nel proprio miglior momento di forma della stagione di grazia 2012. A Montgeron, sia lui che la Caravelli, avevano dato l'impressione di essere decisamente più in palla, e (sempre probabilmente) potrebbero essere arrivati a dover gestire una situazione "nuova", ovvero pensare di affrontare una grande manifestazione internazionale non più come "batteristi" da una botta e via, ma per giocarsi una finale olimpica. Insomma, con la possibilità di non dover dar tutto al primo turno, ma... quanto meno al secondo. Posto che ogni gara ha una sua storia, con sue condizioni meteo, ambientali e di coinvolgimento mentale, analizzando la stagione di Emanuele si intuisce a tal proposito un picco di forma tra la metà di maggio e i primi di giugno, fino al primato italiano di 13"28 stabilito a Torino, proprio l'8 di giugno. In seguito ha partecipato ai Campionati Europei di Helsinki e al meeting di Friburgo: almeno in valori assoluti, si è assistito ad un calo naturale delle prestazioni dopo l'exloit francese e quello di Torino, che è risalito solo con le Olimpiadi.

Da Helsinki (le cui condizioni meteo non erano certo caraibiche) a Friburgo un sostaziale stallo, anche motivazionale, perchè no? Poi il 13"46 delle batterie di Londra e il 13"35 della semifinale, ma con l'overboost della cattiveria olimpica, che può incidere grandemente sui risultati. Ecco, a mio modesto parere, con la forma di fine maggio, e l'arousal olimpico, Emanuele avrebbe potuto correre in tempi decisamente inferiori. Ma l'atletica è bella proprio per questo: è prima di tutto una ricerca delle proprie risposte fisiche a determinati input, che per ogni singolarità rispondono a proprie leggi. C'è da dire che la forma era stata ricercata sin dalle prime gare, per non dover rincorrere il minimo olimpico per tutta la stagione, come avvenne prima di Daegu '11, dove per 15 giorni Abate lo si vide presente a tutte le gare della Mittleuropa praticamente quotidianamente.

Ecco, ora nel mirino di Abate probabilmente c'è questa nuova sfida: arrivare all'evento clou, con la condizione per giocarsela al top della propria condizione. Già, perchè questo ragazzo vale già adesso un tempone. Nella finale olimpica, per esempio, solo Aries Merritt e Jason Richardson (a mio parere il miglio ostacolista dal punto di vista "armonico"), sono apparsi di un altro pianeta. Se arrivasse in fondo ci sarebbe anche Liu Xiang (mentre è diventato abbordabile quello che rimane di Dayron Robles). Gli altri challenger si sono spiaggiati oltre il 13"39, peggiorando praticamente tutti le loro prestazioni pre-finale, e questo nonostante l'albero della cuccagna medaglifero fosse stata posto molto in alto. Qual'è il significato? Che probabilmente molti arrivano cotti all'atto finale, avendo posto come obiettivo proprio il raggiungimento della finale. 

Purtroppo nel primo turno a Londra il "nostro" si trova a dover combattere in una batteriaccia che conclude in 13"46 e che lo piazza ad un quarto posto già pericoloso. Davanti Aries Olympic Merritt, il campione del mondo di Berlino '09 Ryan Braithwaite, e il cinese tascabile Xie Wenjun13"46 vi dice nulla? Esatto, è il tempo del bronzo di Eddy Ottoz che gli valse il bronzo e fino a Londra il miglior risultato cronometrico ottenuto da un azzurro ad una Olimpiade. Sarà poi la semifinale a decretare l'ennesima pagina di storia per il ligure: 13"35 e miglior tempo olimpico per un italiano. Le semifinali sono state raggiunte per 15 volte dai 17 italiani che hanno avuto l'onere di correre un'Olimpiade sui 110hs, su un totale di 24 partecipazioni. Quindi un "scuola" davvero vincente, anche se poi di quelle 15 semifinali, vi siano state solo le già citate 4 finali. Come dire: si producono ostacolisti di livello medio-alto con pochi fenomeni. Abate ha avuto il merito di battere nella propria semifinale Jeff Porter e una delle possibile sorprese dell'Olimpiade, ovvero il russo Sergey Shubenkov, clamorosamente affondato durante la semifinale. Nel ralenty, probabilmente l'errorino che fa perdere quel quid di velocità ad Abate, sul 4° (mi sembra). 13"35 contro il 13"31 dell'inglese Lawrence Clarke, il meno accreditato dei 3 brits. 

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