11/08/12

L'Olimpiade degli italiani: Donato pareggia Gentile alla 4^ olimpiade

Fabrizio Donato - foto G.Colombo/Fidal
Una medaglia italiana nell'atletica leggera sta diventando come il Gronchi Rosa. Un pò perchè il mondo non sta certa a guardare quello che combiniamo noi italiani, un pò per colpa LORO, ovvero dell'attuale dirigenza Fidal. L'atletica italiana è in questo momento come una città abbandonata del Far West, con i covoni di sterpaglie che vagano per la Main Street, le porte del saloon che cigolano sferzate dal vento caldo, un paio di vecchi avvinazzati nello stanzone con i vetri alle finestre polverosi... ma c'è chi in questo contesto di desolazione ha ancora il coraggio di ripresentarsi e chiedere di poterlo riproporre per altri 4 anni. Addirittura ci sarebbe un fantomatico sondaggio che porrebbe Arese e il suo cerchio "magico" a percentuali quasi da elezione bulgara. Ma mi dite cosa diavolo mette sul piatto Arese quando parla di rielezione? Dopo 8 anni di successi... Ma se ci sta che uno si ricandidi (anche se le commissioni di Probi Viri evidentemente non notano incompatibilità grosse come grattacieli) è letteralmente assurdo che vi siano presidenti di società che possano votare Arese. Qui sta il marcio: non in Arese che si ricandida, ma nei presidenti che lo votano. Quindi, non possiamo assolutamente recriminare su nulla se ci ritorviamo questa atletica.

Naturalmente tutto questo preambolo non c'entra nulla, visto che l'oggetto dell'articolo è il salto triplo olimpico italiano. Già, la seconda gara più bella di sempre ad un'olimpiade di un italiano, anzi... due. Già perchè rimane ancora superiore secondo me la prestazione di Giuseppe Gentile a Città del Messico '68, benchè su misure decisamente inferiori. Naturalmente c'era l'altura e la presenza di un vento che qualcuno sostiene esser stato qualche decimale più forte di quello ufficiale. Non importa, francamente. L'olimpiade di Londra, che rischia di essere la seconda olimpiade per impatto tecnico  della storia, proprio dietro a quella Messicana, ha messo in campo una gran gara di salto triplo (per gli italiani). Giuseppe Gentile, è giusto ricordarlo, ottenne il primato mondiale già inqualifcazione, saltando il 16 di ottobre dell'anno domini 1968 17,10. Il giorno successivo si assistette probabilmente alla gara di salto triplo più lggendaria della storia, con la bellezza di 4 record mondiali in pochi minuti. Proprio Gentile riscrisse la storia 24 ore dopo esservi entrato, saltando 17,22. Ma quella misura fece esplodere una reazione termo-nucleare, con il russo Victor Saneyev che sopravanzò l'italiano di 1 cm (17,23): nuovo record mondiale. Toccò poi al brasiliano Nelson Prudencio, che per vincere l'oro fu costretto a ottenere un altro record del mondo: 17,27. Alla fine, all'ultimo salto utile, il più grande triplista di tutti i tempi, Viktor Saneyev (3 titoli olimpici, 3 record mondiali e 4 volte alle olimpiadi, fino all'argento a Mosca '80, a 12 anni dall'epos messicano), saltò 17,39. Naturalmente nuovo record del mondo. Di fronte ad una gara del genere, è chiaro che la prestazione di Gentile (2 mondiali in due giorni) e un bronzo battuto da... tre record del mondo, appare una prestazione incredibile. Ma lo stesso, se Fabrizio Donato non si offende, lui ha ottenuto il posto d'onore sul Monte Olimpo del triplismo azzurro.

Fabrizio Donato, si è già scritto e detto, ha coronato la sua carriera maestosa, trovando dopo i 30 anni la stabilità di risultati ad altissimi livelli che lo hanno portato ad essere almeno a risultati, il più grande triplista italiano di sempre. Gentile ha fatto la gara più grande per un triplista italiano, Donato probabilmente è diventato invece il triplista più forte di sempre, nella valutazione della carriera. Va bene così?

Alla fine la gara è stata un Italia-USA, nell'unica specialità in cui l'Italia a queste olimpiadi atletiche è riuscita a dire qualche cosa di organico. Tutto il resto è apparso figlio dell'improvvisazione e dell'abnegazione dei singoli. Già prima che iniziasse la gara si era capito che l'uomo da battere sarebbe stato Christian Taylor, il più talentuso triplista mondiale del momento, unico probabilmente, ad avere nelle gambe attualmente una misura superiore ai 18 metri. Poi però Taylor ci mette del suo, nullizza le prime due prove, e lascia circolare per qualche minuto l'idea di non entrare clamorosamente nell'agone finale. Poi vede bene di sistemare le cose, piazza un salto di giustezza battendo a 40 cm dalla pedana, e si assicura il passpartout per esplodere gli ultimi 3 salti. Prima di lui si era visto un meraviglioso Donato, all'apice della forma psichica-fisica di una carriera. Già, perchè probabilmente esistono due tipi di forma: quella del giovane ingenuo che può qualunque cosa in qualunque momento, e quella dell'equilibrio del veterano, creata con l'esperienza di 20 anni di salti, nella cura spasmodica del particolare che tende ad azzerare le differenze date dalle capacità elastiche di un ventenne.

Donato inizia con un portentoso 17,38, che verrà battuto solo al secondo salto di Will Claye, (17,54) il gemello-diverso di Christian Taylor. Daniele Greco, il futuro-immediato della specialità, spara al terzo la sua miglior misura: 17,34. In hoc signo Greco stabilirà il suo best di gara, che gli varrà il 4° posto... ad una Olimpiade. Suo terza prestazione personale di sempre, dopo il 17,47 di Potenza e 17,39 ancillare di Bressanone (per il titolo italiano, salterà infatti 17,67 con oltre 3 metri di vento a favore). Diciamo che la crescita del ragazzo passa più che per migliorie di natura tecnica (visto che i risultati sono vicinissimi ai migliori al mondo) sugli aspetti collaterali alle gare, ma fondamentali nell'evoluzione della gara. Alla fine vanterà il solo 17,34, due nulli, un salto passato, e due salti inferiori ai 17. Se fosse un cestista, direi che il fuoriclasse tira con un 1/6 da 3. Ora quell'unico suo salto su 6 da "3" è il vero problema, che rappresenta poi il suo "problema" attuale. Poter gareggiare "statisticamente" con almeno 3 salti validi, per poter "entrare" nella gara anche nei momenti topici. Probabilmente il tutto è anche figlio di una tecnica personalissima, che dovendo basarsi sulla velocità estrema all'atto della battuta (quasi sicuramente il più veloce triplista al mondo), deve gioco-forza basarsi sulla estrema velocità dei salti, tempi di battute da battito di ciglia, e tempi di volo ridotti al minimo con "gittate" ed angoli acutissimi. In questo "ambiente" prestativo, tutte le variabili indipendenti di un salto triplo aumentano esponenzialmente, mostrando il fianco a diversi errori. Diciamo poi, che gli errori nell'evoluzione del salto, non sono più raddrizzabili o hanno minori tempi di gestione. In più, c'è il problema dei crampi, ormai un classico inspiegabile. Un Polase durante la gara? Comunque: è lui il salto triplo mondiale del futuro. Come alcuni sport, è l'equilibrio tra il talento e l'esperienza che fa il campione.

Donato invece ha fatto lo show: è stato in gara fino all'ultimo. Una serie impressionante: 17,38, 17,44, 17,45 e 17,48. Poi il salto passato e l'ultimo nullo. Sono i risultati di una serie, la firma dell'artista. Il suggello ad una carriera che dubito che si concluda qui. Campione Europeo e bronzo olimpico. Argento ai mondiali indoor a Parigi 2010. Il più grande triplista di sempre in Italia, uno dei migliori al mondo dell'ultimo biennio. Dimentico qualche cosa?

Storicamente sono 6 i finalisti italiani giunti ad una finale del salto triplo: i già citati Donato, Gentile e Greco. A questi si aggiunge Paolo Camossi, 8° all'Olimpiade di Sydney 2000, quindi Pier Luigi Gatti, ultimo nella finale di Roma '60 (tre nulli dopo aver passato le qualificazioni), e Francesco Tabai, 10° alle Olimpiadi di Los Angeles del 1932. In totale l'Italia ha presentato 9 atleti in questa specialità in 116 anni di storia a 5 cerchi. Le partecipazioni sono state 13, con Fabrizio Donato giunto alla 4^ olimpiade. A 36 anni, l'unica finale raggiunta per lui è però quella del bronzo di Londra 2012. A quota 2 olimpiadi troviamo invece Giuseppe Gentile. La miglior prestazione è stata il 17,48 di Donato, seguito dal 17,34 di Greco e il 17,22 di Gentile.

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