fotofinish della finale dei 400 M50 con E. Ruggeri |
6 le medaglie conquistate dagli italiani nei 400 a Zittau. I due ori di Emma Mazzenga e Massimiliano Scarponi, i 3 argenti di Vincenzo Felicetti, Ettore Ruggeri ed Emanuela Baggiolini, e il bronzo di Max Poeta. A Nyregyhaza furono addirittura 9, con l'orgia di ori (ben 5) conquistati da Enrico Saraceni, Vincenzo Felicetti, Ugo Sansonetti, e ancora Emma Mazzenga e Max Scarponi. Altra edizione quella ungherese, come già commentato precedentemente. Vi furono una 50ina di presenze-gara in più rispetto a Zittau, con il portato di una 15ina di medaglie oltre il livello raggiunto dalla spedizione italiana in Germania. 16 i finalisti quest'anno, contro i 20 ungheresi di due anni fa, e 19 di Lubiana, dove nonostante la presenza più massiccia di azzurri non si raggiunse il livello di eccellenza raggiunto nel 2010. 53 i partecipanti italiani dei 400 a Lubiana, 32 quelli di Nyregyhaza e 33 quelli di Zittau. Ergo, qualitativamente nettamente meglio la spedizione del 2010, con una percentuale di finali-per-atleti-iscritti del 62,5%, contro il 48,48% di quest'anno, e solo il 35,84% del 2008. Quindi quest'anno, ogni due atleti italiani iscritti, uno è arrivato in finale. Vediamo nel dettaglio il comportamento dei singoli atleti che hanno raggiunto la finale.
Gli ori - Emma Mazzenga, 1^ in 1'28"58. La sua è stata una gara atipica. Chi frequenta il mondo master, sa che dopo una certa categoria le distanze tra gli atleti e i rispettivi gap crescono esponenzialmente. L'aspetto agonistico lascia sempre più spazio a quello della sfida contro la scienza, sè stessi, i limiti dell'uomo. Così non ci si aspettava che una gara da 1'30" di over-75 si concludesse... al fotofinish! Ed è quello che proprio è successo, con 4 centesimi di distacco tra la padovana e la brits Dorothy Fraser, seconda in 1'28"62. E c'è da sottolineare come Emma sia ad un passo dal passaggio alla categoria W80, essendo del '33, contro i quasi 5 anni di differenza con l'avversaria. Delle medaglie consuntive della carriera master della Mazzenga ho già parlato nei precedenti resoconti. Devo qui ricordare come nelle ultime 5 edizioni consecutive di euro-master all'aperto, Emma abbia conquistato 5 medaglie: due d'oro consecutive (si aggiunge a quella di Zittau, quella di Nyreghyhaza). Da W75 la Mazzenga ha vinto tutti e 5 le manifestazioni cui ha partecipato sui 400: mondiali di Sacramento, 2 europei outdoor e 2 euroindoor.
Max Scarponi - anche di lei ho ampiamente già trattato nei precedenti report sui 100 e 200. Il 400 è probabilmente per lui la prova tecnicamente più significativa nel suo fantastico triplete. 50"49, che è il suo SB (aveva corso in 50"61 a Rieti a maggio), e il quarto tempo personale di sempre secondo il Sigma (che non va oltre il 2005). Stranamente nonostante la costellazione di sub-51", manca appunto l'acuto da sub-50", che gli farebbe raggiungere un traguardo unico per l'intera storia dell'uomo. Infatti nessun essere umano sulla terra sopra i 45 anni, da quando esiste un cronometro che valuta le prestazioni, è mai sceso sotto i 50" nei 400 all'aperto. L'attuale record mondiale è fissato a 50"18 (Khalid Mulazim, stabilito l'anno scorso), mentre il record europeo è 50"23, dell'inglese David Elderfield. Enrico Saraceni, prima dei problemi fisici dell'ultimo biennio, si avvicinò clamorosamente a quel limite, correndo quello che rappresenta il record italiano: 50"27, allora (nel 2009) a soli 4 cent dall'allora record mondiale di Elderfield. Ora, secondo il sito di statistiche di Martin Gasselsberger, quello di Max dovrebbe essere l'11^ prestazione di sempre di un M45, laddove però si cita anche il 49"89 di Fred Sowerby (del 1994)... ma indoor. Nell'albo d'oro della categoria, Scarponi segue proprio Saraceni che a Nyregyhaza vinse con 52"41. Nessun altro ha vinto altre medaglie nel binomio M45/400 nelle ultime 7 edizioni di europei master.
gli argenti - Vincenzo Felicetti. Davvero fuori portata per Vincenzo Geoffrey Walcott, vincitore in finale con 56"78. 58"21 invece per l'italiano, che il tempo del vincitore l'aveva praticamente corso per ai mondiali di Lahti del '09, quando vinse il titolo mondiale outdoor (56"77, attuale record italiano di categoria). Walcott ha acceso una vera e propria battaglia con gli italiani, persa però sui 100 (2° dietro ad Antonio Rossi) e 4° nei 200 proprio di Felicetti, ma penso che a quel punto, con almeno 7 gare alle spalle, fosse ormai cotto. 12^ finale consecutiva in una manifestazione internazionale master per lui, tra europei e mondiali, indoor e outdoor: l'ultima volta che non riuscì ad accedere ad una finale nei 400 fu nel 2005, ai mondiali di San Sebastian. Presente a tutte le ultime 7 edizioni di campionati europei sui 400, Vincenzo ne è uscito sempre con una medaglia: 4 ori, due argenti e un bronzo: ergo, la sua peggior prestazione ad un europeo dal 2000 in poi, è stato un 3° posto. Nel binomio M60/400 agli europei, ricordo anche le medaglie di Rudolph Frei (secondo dietro Felicetti nel 2010) e Aldo Del Rio (secondo a Lubiana nel '08). In pratica nelle 3 ultime edizione l'Italia ha sempre portato a casa l'argento.
Ettore Ruggeri - il bresciano tira fuori dal cilindro una prestazione davvero inaspettata nella finale dei 400: secondo posto conquistato al fotofinish, a danno del francese Benoit Zavattero, con un pazzesco 53"96. Praticamente l'anno prima di cambiare categoria, Ettore ottiene una prestazione meglio della quale aveva fatto solo nell'anno di grazia 2005. Proprio a San Sebastian, nel 2005, corse quello che è il culmine della sua carriera master: il 52"15 con il quale vinse il bronzo ai mondiali master. Le medaglie complessive salgono a 3: oltre all'argento e al bronzo qui citati, si annovera il bronzo a Brisbane '01, ma sui 200. 20 i suoi caps azzurri-master ma primo europeo master per lui: prima di Zittau aveva infatti gareggiato solo a mondiali. 3° finale raggiunta per un italiano nel binomio M50/400 (su 14 atleti-gara) e 3^ medaglia: le altre sono state vinte entrambe da Felicetti.
Emanuela Baggiolini - varesina seconda nei 400 W40 con 58"74. Stavolta troppo forte la britannica Nina Anderson (57"37), anche se per Emanuela la stagione era stata tutta in salita, dopo i postumi di un lunghissimo infortunio da stress che l'aveva tenuta ferma per diversi mesi. Nonostante questo, al primo 400 della stagione, il tempo le vale il nuovo record italiano di categoria (che supera il 58"83 di Rosa Marchi corso nel 2004), aggiornando il suo carnet di record italiani master attualmente posseduti a 9. Salgono a 25 le sue medaglie internazionali tra i master, 16 individuali (già annoverando tutte quelle di Zittau). Finalista in tutti i 18 eventi cui ha partecipato nelle manifestazioni master internazionali, le uniche due circostanze in cui non ha vinto medaglie hanno coinciso con i 200 (a Nyregyhaza e Sacramento). Nessuna W40 azzurra ha mai vinto una competizione internazionale master (sempre col beneficio di inventario pre-2000 per gli europei outdoor), mentre l'unica medaglia fin'ora conquistata prima di quella della Manu, è stato il bronzo di Rosa Marchi a Poznam 2006.
Il bronzo - Massimiliano Poeta - 50"72 per un bronzo prestigiosissimo, in una gara dai contenuti tecnici stellari. Primo il britannico di turno Mike Gardiner con un sontuoso 49"82, poi il proteiforme tedesco Andrea Schulze con 50"40 (che a quel punto dell'europeo aveva gareggiato solo nei 100, prima di cimentarsi anche nei 400hs e nei 200 e chissà in cos'altro). Per lui 4^ medaglia internazionale master, dopo l'oro di Ancona '09, quella indimenticabile di Riccione '07 (l'argento) e l'argento di Helsinki '07. In questa gara l'Italia aveva vinto le ultime 4 edizioni: 3 con Enrico Saraceni, e l'ultima, nel 2010, con Scarponi. Ma quest'anno era davvero ostica metter giù la cinquina, con in 49"8 da battere.
Gli altri finalisti -
- la più sfortunata dei 11 finalisti non-medagliati, è stata sicuramente Anna Micheletti, "legno" tra le W60 con 1'13"50, in una gara tecnicamente molto "tirata". 8^ finale internazionale master consecutiva per la romana sui 400, che raggiunge l'atto finale dei 400 da Clermont '08. La Micheletti è la prima italiana schierata nella distanza come W60 dal 2000 in poi.
- 5° tra gli M35 Alessandro Gulino, che vinse però l'edizione del 2008 a Lubiana. 50"75 per un 5° posto agli europei e sintomo di una crescita esponenziale dei valori delle categorie più "giovani", nonostante l'indubbio influsso della "crisi" economica, che, come si sa, vincola molto la partecipazione dei master alle competizioni internazionali. A Lubiana Alessandro vinse con 49"74, quest'anno il britannico Tindogo Baba (già vincitore agli EMG di Lignano l'anno scorso), ha visto bene di correre in 49"22 (ma quest'anno 48"64). Individualmente 22 caps azzurri per il ligure, 5 medaglie su 8 finali disputate, su 9 eventi cui ha partecipato nella propria carriera master: unico "neo" i 200 a Gand '11, dove il livello medio rasentava l'impossibile. Nel binomio italiano M35/400 agli Euro-open, 3 medaglie (le due di Gulino e il bronzo di Emilio De Bonis a Poznam '06), e 8 finalisti su 17 partecipanti (e 3 di quegli 8 caps, appartengono a Gulino).
- 6° tra gli M75 Sergio Veronesi, con 1'16"62. 3 finalisti italiani in 7 edizioni nel binomio M75/400 e un'argento: quello di Sergio Palma a Potsdam '02. 3 atleti italiani al via e 3 finalisti (ma solo Veronesi ha corso un turno preliminare). L'apice della propria carriera master, Veronesi la raggiungerà però nei 300hs (terzo), di cui si parlerà in un altro post.
- Nei 400 M60 di Felicetti, troviamo il 7° posto finale di Franco Gasparinetti con 1'03"66 dopo una batteria corsa in 1'02"58. Di sicuro avrà pesato nel peggioramento finale, l'appagamento per il raggiungimento di un risultato prestigioso come la finale dei 400 M60. Il suo miglior piazzamento sui 400 in una competizione master e la prima finale raggiunta dopo 5 tentativi tra Europei, Mondiali, outdoor e indoor. Un bel traguardo. Il suo miglior piazzamento assoluto rimane il 6° posto sui 200 agli Europei di Lubiana 2008.
- Prestigioso il 7° posto finale di Vittoriana Gariboldi nei 400 W45, raggiunto a suoi di prestazioni "solide". 1'06"11 in batteria e addirittura 1'05"60 in finale. Primato personale outdoor (stando al Sigma) che migliora l'1'05"92 di Bressanone '08. Meglio del risultato corso in finale, si trovano solo i due tempi fatti segnare ai mondiali indoor di Clermont '08 (con un Pb assoluto di 1'04"77): tempi che non le consentirono comunque di accedere alla finale W40 dei 400. Quindi, Career High per lei, che raggiunge le prime finali internazionali da master (le riuscirà anche nei 400hs) su 7 eventi cui ha partecipato da over-35. Nel binomio W45/400 delle ultime 7 edizioni di europei, nessuna atleta azzurra ha mai vinto una medaglia, e i migliori piazzamenti sono stati 3 sesti posti (2 di Gabriella Ramani e uno di Umbertina Contini). In totale 6 finaliste su 9 partecipazioni.
- Quindi gli 8' posti: ben 5. Tra gli M35 l'esordiente Vincenzo Conti accede alla finale con 53"10 e poi in finale 53"16. Un metronomo. Europeo più che positivo (all'attivo le due medaglie nelle staffette). Sulle statistiche del binomio vedere Gulino, più in alto. Stando al Sigma, prestazioni cronometriche importanti per lui, che stabilisce la sua 2^ e 3^ prestazione personale di sempre, con un PB, sempre di quest'anno, di 52"93.
- Altra esordiente, altra finale. E' la W35 Maria Sgromo, 8^ con 1'03"19 dopo una batteria corsa in 1'02"64. Chiaramente tempi che non le appartengono, e che sono figli di un brutto infortunio subito a maggio. Solo l'anno scorso, infatti, correva in 58"77 e quest'anno, prima dell'infortunio, aveva già girato a 59"29. Prestazioni che l'avrebbero portata in zona medaglie, ma in atletica e nel mondo master in particolare, gli infortuni sono purtroppo da metter in conto. Coraggiosa a mettersi in discussione nonostante tutto. Comunque, terminerà la spedizione con il record della 4x4 con annesso medaglione. Non male. Nel binomio W35/400 azzurro agli europei, 9 finaliste su 10 partecipazioni. 3 le medaglie: l'oro di Rosa Marchi e i 2 argenti della Baggiolini.
- 8^ anche Gigliola Giorgi nelle W40: 1'03"49 in finale e 1'02"44 in batteria. Sulle statistiche del binomio W40/400 agli europei rimando a quanto scritto a corollario della medaglia della Baggiolini. 9 le finali internazionali (individuali) corse dalla Giorgi nella sua carriera da Master su 11 eventi cui ha partecipato, con un Career High rappresentato dal 5° posto negli 800 proprio di... Zittau. L'anno scorso, sempre sui 400, giunse 6^ ai mondiali di Sacramento.
- Roberto Vaghi, M70, centra la finale con 1'11"35 e poi, come molti degli atleti qui sopra, si spegne in finale quasi che l'obiettivo fosse stato già raggiunto. 8° con 1'12"75. 9^ finale internazionale per lui, il cui massimo carrieristico è stato il bronzo sui 200 ai mondiali di Lahti '09. Agli europei outdoor, fu 5° a Poznam '06, 7° ad Aarhus '04. La sua è la prima finale raggiunta da un M70 azzurro dal 2000 in poi.
- 8° rango anche per Paolo Bertaccini nei 400 dominati da Max Scarponi. 55"18 in batteria, 54"57 in semifinale e poi quella che sembra un'alzata di bandiera bianca in finale: 55"90. Anche lui già appagato dall'entrata in finale. 4^ finale internazionale tra i master, culminata per ora dal bronzo a Gand '11.
- Questa carrellata non può non concludersi con Edgardo Barcella, non partito nella finale M40. Gravi problemi di natura fisica gli hanno infatti impedito di schierarsi nella finalissima dove avrebbe trovato tra l'altro una buona corsia (la 7^). Per non partire, lui, i problemi vi assicuro come fossero davvero invalidanti, tanto da costringerlo ad essere ricoverato in ospedale. Peccato per Edgardo, la cui "storia" di Riccione '07 rappresenta una delle vicende sportive più belle cui abbia mai assistito. Come ama lui ricordare, sembra che quella sorta di "miracolo" sportivo lo stia perseguitando da allora, tanto di impedirgli se non a sprazzi di far vedere la sua innata classe. Oltre a quell'oro Mondiale, nella sua carriera da master troviamo l'argento di Nyregyhaza '10, ma anche il ritiro in semifinale a Clermont '08 per uno strappo al polpaccio, quello di Ancona e la mancata presentazione alla finale di Zittau. Di sicuro un ragazzo che pur di soddisfare la propria smisurata passione per questo sport, va oltre ogni limite del proprio corpo: un esempio... pazzaoide. Speriamo che riesca anche questa volta a metabolizzare il contrattempo e ripartire forte.
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