02/08/12

La "trasformazione" della forza: una scemata divenuta mito... ma solo in Italia

Quello che segue è l'ennesimo tentativo di mettere chiarezza su una leggenda metropolitana che ha ragione di esistere solo in Italia. Quanti di noi, terminata una seduta di "pesi", veniva buttato in pista per... trasformare? O con altre prove di diversa natura, tutte concepite per miracolare un gesto precedente di forza, con uno successivo.  Ecco, qui sotto l'articolo di Luc che spiega come questo concetto di "trasformazione" non ha alcun riscontro scientifico, ma sembra far parte di una tradizione orale italiana tramandata di generazione in generazione fino ad un antico testo tedesco, tradotto dal russo. Ecco qui sotto l'articolo...

Certamente molti di voi hanno sentito parlare della "trasformazione della forza". Anzitutto definiamo cosa si intende in Italia (e solo in Italia) descrivendo la "logica" con cui si giunge alla definizione: 
1) la forza è utile o necessaria agli atleti 
2) ma i mezzi che la allenano sono costituiti da gesti molto diversi da quelli agonistici 
3) quindi bisogna far seguire all'uso di questi mezzi, IMMEDIATAMENTE NELLA STESSA SEDUTA, altri mezzi più simili al gesto agonistico, come se fosse necessario comunicare al corpo che ci stiamo allenando per correre, saltare o lanciare e non per il sollevamento pesi. 

Si sono così inventate delle classiche sequenze, per sprinters: - pesi + balzi / andature + sprint per mezzofondisti: - salite / circuit training + fondo medio / ripetute / ritmi gara.

Ora, se siamo coerenti dovremmo dedurre da questo ragionamento che: 
1) utilizzare i mezzi della forza senza immediata "trasformazione" fa male 
2) anche tutte le altre qualità lontane dal gesto di gara devono essere immediatamente trasformate, se no fanno male. 

Quest'ultima deduzione però non la si è mai fatta, entrando così in contraddizione logica. L'allenamento è composto da molti mezzi che allenano analiticamente molte qualità, molte delle quali lontane dal gesto agonistico... perchè dovremmo trasformare solo la forza? Boh! Poniamo di considerare ad esempio la flessibilità muscolare come un mezzo utile... ma è un gesto lontano da quello agonistico... eppure non ho mai visto nessuno "trasformarlo" con delle ripetute da muro a muro in camera da letto dopo avere fatto una bella seduta di stretching prima di dormire! 

Il discorso è che lo studio scientifico della PROGRAMMAZIONE dell'allenamento iniziò in Unione Sovietica e riguardò inizialmente proprio i metodi della forza, i paesi dell'est europeo avevano una tradizione soprattutto nelle specialità di forza/potenza. Però in un paese come l'Italia in cui le tradizioni sportive sono diverse a qualcuno sarebbe dovuto sorgere il mio stesso dubbio... Quindi già negli anni '60 nei paesi dell'est cominciarono a studiare la programmazione della forza nella stagione agonistica e a fare esperimenti e studi statistici in proposito (ad esempio con Tudor Bompa). E' del 1972 un lavoro di Adam e Verkhoshanskji, "Fundamentals of special strength training in sport". In un passaggio (citato in "L'allenamento ottimale" di Jurgen Weineck) si legge: "il rapporto tra i contenuti dell'allenamento, inteso come una successione secondo un certo ordine, modifica anche l'effetto di allenamento degli esercizi impiegati e della forza acquisita. Ad esempio, la successione: esercizio BREVE ed intenso col bilanciere, seguito da esercizi di salto, ha un effetto maggiore sulla forza rapida di quanto non lo abbia una successione dall'ordine inverso". Si tratta di un paio di squat al 80% RM. Quindi qua si parla di ATTIVAZIONE neurale (PTF, ovvero facilitazione post tetanica), un completamento del riscaldamento, che con la “trasformazione della forza” ha nulla a che fare. Lo stesso concetto si trova in Verchoshanskji anche in “Verso una moderna teoria e metodologia dell’allenamento sportivo”. 

Faccio invece un esempio tratto da tabelle dettagliate italiane dei "responsabili del settore velocità" del 1983: 
  • pesi + balzi (8 tripli, 6 quintupli) + sprint massimali (10x30 anche lanciati)
  • pesi + sprint (10x30) + capacità alattacida (?) (5x5x60 r.2-8') la seduta di pesi? 
  • 8x5 mezzosquat 150% bw (in anni successivi hanno raggiunto anche il 400%...) 
  • 4x5 squatjump 50% bw - 4x30 molleggi 100% bw 


Francamente non mi pare una seduta di "preattivazione neurale"... ma una piena seduta di forza; in questo caso si parla di “trasformazione della forza” e non nel primo (attivazione con due squattini). Ma insomma da dove viene sta teoria della "trasformazione della forza"? 

In realtà tutti gli studiosi hanno sempre parlato di "trasformazione", "conversione" o "realizzazione" nel LUNGO PERIODO, ovvero della possibilità di commutare la forza in gesti più simili a quelli agonistici in successivi periodi della durata di settimane e mesi! E in Italia non se n'è accorto nessuno... Senonché trovo un lavoro di Verkhoshanskji su Atleticastudi (cliccato appena 59 volte nella storia, di cui una ventina di volte solo da me e del mio staff... mah...), "I PRINCIPI DELL’ORGANIZZAZIONE DELL’ALLENAMENTO NELLE DISCIPLINE DI FORZA VELOCE IN ATLETICA LEGGERA" (1979). A pag.16-17 (paragrafo 4) parla di sequenze “bilanciere + balzi” e dice che fare questa sequenza è meglio che fare il contrario se il fine è un effetto cumulativo positivo... ma SI RIFERISCE A DIFFERENTI "BLOCCHI" DI VARIA DURATA E NON ALLA SINGOLA SEDUTA!!! Inserisce il discorso in un contesto in cui sta parlando di effetti di medio-lungo periodo, sta parlando di settimane e mesi... Nell'ultimo capoverso di quel paragrafo dice "abbreviando di più la durata dell'applicazione di ogni singolo mezzo..." e parla di periodi di SETTIMANE... si deduce che negli esempi sopra (bilanciere + balzi) parlava di periodi più lunghi delle settimane, cioè dei MESI. Cioè sta parlando di periodizzazione, sta dicendo che a un PERIODO prevalente di forza deve seguire un periodo di prevalente uso di mezzi più speciali!!! Non nella stessa seduta! 

Allo stesso modo Tudor Bompa (“Periodization, training for sports”, pp 161 e seg.) parla di un PERIODO di “conversione” dalla forza alla potenza. Gilles Cometti, "Les methodes de developpement de la force", p23, citando Verkhoshanskji indica chiaramente come i “blocchi tecnici” durano settimane e seguono settimane di “blocchi forza”, niente a che fare quindi con la singola seduta. 

Insomma pare che solo gli italiani abbiano interpretato in maniera tragicamente errata, sulla base di un testo tra l'altro malamente tradotto (da una certa Ina Beulke) dal tedesco di Tschiene che a sua volta l'aveva tradotto dal russo originale. Ma allora dove sono i fondamenti scientifici della "trasformazione della forza nella singola seduta"? Dove sono gli studi statistici su n atleti che dimostrano che fare balzi dopo una seduta seria di pesi faccia correre più forte poi in gara rispetto ad altri atleti che usano sequenze diverse o che allenano separatamente i singolo elementi? Dove sono le prove fisiologiche che dimostrano che fare sprint dopo i pesi aumenti la concentrazione di certi enzimi? Dove sono le prove che dimostrano che nel mezzofondo gli italiani che fanno salite + fondo medio siano più forti degli altri che non lo fanno? Cosa succede se a stimoli neuromuscolari forti ma lentissimi facciamo immediatamente seguire stimoli meno forti ma rapidissimi? Chi fa 'ste cose da 35 anni sulla base di una "teoria scientifica" che prove scientifiche mi ha dato? Non ho mai trovato niente di tutto ciò... 

Rimane solo il sarcasmo degli allenatori americani di fronte a Pierfrancesco Pavoni quando andò ad allenarsi lì e raccontò loro della "trasformazione": "Francesco, what fuck are you transforming?".

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