21/02/12

Lerone umilia Asafa - Liu giganteggia su Robles

Il finale dei 60 di Birmingham
Mentre mi attardavo in uno stage gastronomico-sportivo vicino a Siracusa, alla corte di VB, uditi echi lontani dalla terra di Albione dall'Aviva GP di Birimngham. Il nucleo della manifestazione, attorno a cui tutto il resto degli eventi ha cercato di vorticare, è stata indubbiamente la finale del 60 uomini, che metteva di fronte Asafa The Mindless Powell, con una bestiolina per nulla mansueta: il Lerone Clarke, ovvero il jamaicano più in forma del momento, quello in formato tascabile, mignon, quello che aveva piazzato il miglior tempo mondiale dell'anno, il 6.50 di Lievin, dove aveva massacrato la muta di sprinter capitanata da C-Lemaitre. Ma Powell già in partenza rimane uccellato da Nesta Carter alla sua destra, che gli occlude la vista periferica laterale destra. Il fastidio oculare deve essere una novità per Powell: voglio dire, a parte le grandi finali (dove diventa inopinatamente cieco), vedersi personaggi minori Jamaicaini sfreccargli davanti (non quindi lo scontato e ritrito Bolt), avrà rovinato un paio di anni di lavoro intensivo dei propri psicologi che lo stavano aiutando ad affrontare la finale olimpica senza diventare necessariamente e pedissequamente l'orsetto Trudy. E mentre ciò accade, ecco non solo l'onta del sorpasso dell'eterno Sancho Pancha Carter, ma nascosto alla vista di Asafa, spunta il folletto Clarke, letteralmente inventatosi come sprinter anche nella moda retrò (un anacronistico paio di guantini vintage neri, su body azzurro e capelli intrecciati). Il trio si compatta a ventaglio e piomba sul traguardo con il Lerone davanti a 6"47 (incredibile: record di Jamaica... ma l'attività al coperto del paese caraibico è paragonabile ai tesserati del bob a 4), poi Nesta a 6"49 e Asafa 6"50, comunque il suo personale pareggiato. Da rivedere The Mindless: un pò passivo e orsacchioso. Quarto Trell Kimmons, 6"56 e quindi il master Kim Collins: 6"57. Giusto per essere precisi: in batteria Nesta aveva gabbato Clarke: 6"51 a 6"52.

Ma la coccarda da MVP di giornata (da me arbitrariamente attribuita) non è finita sul petto del Lerone, ma su quello un pò più alto di Liu Xiang, che ha polverizzato Dayron The Cube Robles. Non parliamo di rivincita di Daegu, perchè  il fallo di mano da ulimo uomo di Robles (fischiato e punito con l'espulsione) ci ha privato di un'altra storia, un altro risultato, un altro podio. Amen. Nessuna rivincita, anche perchè non c'è bisogno: lo sport consegna la possibilità di rifarsi. E il tempo ha dimostrato come Xiang sia un atleta incredibile, di quelli che non si fermano di fronte ad un intervento chirurgico, a continue cadute fisiche e  successivi ritorni. E ora, nell'anno olimpico, a 4 anni dal mesto ritiro delle "sue" olimpiadi di Pechino, rieccolo: passerà a riscuotere il suo credito con gli Dei di Olimpia? 7"41 è da 13° performer di sempre, 36^ prestazione all-time. Robles 7"50, Faulk, Craddock e Porter 7"54. Aries Merritt 7"55. Azioni in leggero calo per Emanuele Abate, che finisce fuori in batteria a 7"70, a 3 cent dall'accesso da cotanta finale. Speriamo che ora si rigeneri e "rimbalzi" a tempi ancor più cattivi di quelli di un paio di settimane fa.

Tra le donne, ha confermato le spolverate sui 60 dell'esordio l'americana Tianna Madison, ovvero missis-nessuno nel mondo dello sprint fino a 10 giorni fa e quasi inconsapevole campionessa mondiale di lungo nel 2005 (ma qualcuno se la ricorda?). 7"11 e 7"07 e vittoria intascata. Ma ha impressionato anche Ivet Lalova che invero era uscita triturata dal meeting di Lievin, soverchiata da tre possibili finaliste di Istanbul: l'androgina Jones-Ferrette, The Cannon-Ball Povh, e la gemella-diversa Ryemien. Per la Lalova il nuovo PB a 7"14, quindi già una proiezione "olimpica" sui 100 da sub-11".

Quasi gli scappa la vittoria a Elisa Cusma Piccione, la predicatrice nel deserto del mezzofondo femminile italiano al femminile. 2'01"99 a soli 9 cent dalla polacca (n'altra ottocentista?? Che principi avrà questa scuola polacca degli 800?).

La carrellata da catena di montaggio degli altri risultati: 400 uomini all'inglese classe '89 Nigel Levine (45"71), 4° tempo mondiale dell'anno. All'ombra del cacofonico polacco indemoniato Ksczczot (più o meno), a Birmingham secondo tempo mondiale dell'anno del 18enne etiope (altro fenomeno, l'ennesimo) Mohamed Aman: 1'45"40, un centesimo meglio dell'altro polacco Lewandoski (3° tempo mondiale dell'anno quindi). Kenia, Kenia, Kenia (bastaaaa!!!) su 1500 e 2 miglia: Chepseba 3'34"70 e Kipchoge 8'07"39. Uno dei fenomeni di stagione nell'alto, l'inglese Grabarz (uno dei tanti fenomeni inglesi che spunteranno nell'anno olimpico, probabilmente frutto di una ragionata nidiata pro-olimpica), si mensola a 2,32. Altro inglese in vetrina nel lungo: il carneade Jegede si insabbia a 8,05. Genzebe Dibaba 4'01"33 sui 1500, mentre l'altra etiope Defar manda ai database statistici il miglior tempo mondiale dell'anno sui 3000: 8'31"56 (mannaggia...). La Bleasdale è pareggiata dalla polacca Rogoswka a 4,70

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