26/02/12

Assoluti, I giornata: demolition Dal Molin sui 60hs - incredibile decisione nei 60hs femminili:

Dal Molin - Foto Fidal/G.Colombo
La voce di Bragagna risulta al momento rapita da funzionari della RAI e spedita nel nord Europa a parlare di Thomas Morgerstern, Simon Amman e Gregor Schielerenzauer e i loro salti dai trampolini della Coppa del mondo di salto con gli sci, e per lui il vento preso in considerazione è ormai solo quello "da sotto" o "di lato" e non più quello "da dietro" delle piste di atletica (ok, nelle indoor non c'è questa variabile...). Così l'atletica italiana si presenta per una nuova edizione di italiani assoluti, secondo appuntamento più importante della stagione indoor... dopo i mondiali, perdendo anche questo valore aggiunto. Orbene, questi Assoluti vedono già una macro stortura dovuta al "doppio minimo". Una cazzata e scusate il francesismo (articolo di cui ne trasuderà). In pratica c'è il minimo assoluto (che è uguale a quello degli anni scorsi, nonostante le promesse di "allargare" la base... solite idiozie politiche) e quello "promesse", un pò più basso. Ma le promesse (nel senso degli atleti) poi partecipano con gli assoluti, fianco a fianco, e non separatamente, quindi concorrendo per il titolo assoluto e a questo punto vien da dire: ma tutta quella fetta di atleti che non hanno ottenuto il minimo assoluto ma hanno corso (o saltato o lanciato) sotto quello promesse, chi sono? Una fascia di atleti sfigati e una stortura immane dal punto di vista sportivo: a qualcuno potrebbe venire in mente che agli italiani partecipino persone che vadano più piano a lui, e questo va contro il principio generale dei minimi. E allora se si devono vedere queste stupidate, si ritorni alla vecchia. Ma mi spiegate chi c'è in quel dannatissimo Ufficio che promulga i regolamenti? In 6 mesi abbiamo visto il peggio degli ultimi 100 anni di atletica: la negazione dei principi stessi dell'atletica in più occasioni. Poi in pista succederà pure di peggio...
  • 60 hs femminili: viste e riviste le immagini ci si chiede: ma di quale falsa si sta parlando? La realtà è che con i blocchi sensorizzati si atrofizzano le capacità di discernimento degli starter, ma senza si acuiscono le invenzioni. La più leggendaria falsa della storia, quella di Bolt a Daegu, in realtà era stata viziata da un'altra piccola falsa di Blake, che sul blocco, dopo essersi settato, aveva fatto la "finta" alla quale aveva abboccato come un baccalà Bolt. Guardatevelo in slowmo. Atrofizzazione delle capacità dei giudici che nonostante i tabelloni di 20 metri, non la videro (o non la vollero vedere) e si affidarono al solo sensore. La storia la conosciamo poi bene: Blake ora si pavoneggia e sbruffoneggia dall'alto della corona dei 100 e Bolt ha messo il broncio che un 200 metri non può di certo aver cancellato: la guerra dove Achille sfida Ettore sulla piana di Troia è e sarà sempre i 100 metri piani. I 200 sono una scaramuccia al confronto. Oggi invece arriva l'inspiegabile falsa sparata a Marzia Caravelli che è ancora immersa nel mistero di Kazzanger. Protagonismo dei giudici? Si è mossa sui blocchi? E' partita prima dei fatidici 0"100? Così non sembra, vista l'uscita sincrona con le altre competitors. Poi lo scoop su facebook: non c'erano i sensori sui blocchi! E allora la cosa non solo ha dell'incredibile, ma risulta assolutamente pazzesca.  Lo step-back, il movimento di caricamento posteriore sul pronti, visto decine di volte eseguire da decine di atleti a partire da Asafa Powell, a questo punto in Italia è considerata falsa partenza. Delirium tremens. Marzia, incazzata, deconcentrata, attonita, finisce per correre in un sontuoso 8"04 e a questo punto, scusate, altra cretineria farla correre sub judice: se siete convinti, punto. E' fuori. Da oggi in poi chiunque potrà chiedere di correre sub-judice: i precedenti son sempre pericolosi nello sport (e nella vita), ma evidentemente qualcuno non era così convinto della falsa. Gara della falsa... falsata. Pensate che non senso l'articolo contestato (presente sul sito dei risultati), il 162,7: se ci si muove dopo il pronti, per l'atleta si tratta di falsa. Ma scusate... dopo il pronti si sale e necessariamente ci si muove fino a che si trova la posizione finale. Il momento discriminante è la posizione finale del pronti, ovvero quando ci si ferma nella posizione terminale dopo il pronti. Ovvero, un attimo dopo ciò che probabilmente è stato contestato alla Caravelli che aveva cercato la posizione finale. Spiace che questa pecca metta in sott'ordine la mega prestazione dell'una, Marzia, e quella monstre della seconda, Veronica Borsi, che ottiene il minimo al centesimo per i mondiali indoor (e record personale): 8"18. Un posto in più per gli atleti e un posto in meno (si spera) per la cricca a Istanbul (si spera). La decisione insensata fa perdere anche il gran tempo di Giulia Pennella: 8"26, finalmente tornata ad altissimi livelli. 
  • 60 hs maschili: demolition man entra ufficialmente nell'alveo dei migliori italiani degli ostacoli. Paolo Dal Molin giganteggia nei 60hs, non concedendo assolutamente nulla alle variabili indipendenti. Istanbul è ormai sicura, per uno che fino ad un anno fa si trovava a confrontarsi con altri scenari meno aulici. Ma questo è lo sport: i sogni sono sempre dietro l'angolo per chi ci crede. Sicuramente lo ha aiutato vivere e allenarsi in Germania dove le teorie preistoriche sulle metodologie d'allenamento di stampo vittoriano sono considerate come i vangeli apocrifi del mar morto (solo in Italia si è potuta sviluppare una chiesa così settaria da rifiutare l'evoluzione e fermandosi al 1979), e dove ha trovato qui in Italia una sponda tecnica comunque di prim'ordine. 7"75 e l'amaro in bocca di non aver visto la sfida con Emanuele Abate, che ha rinunciato per motivi (ne ho avuta contezza) sicuramente validi e di cui, chiaramente, non è possibile riferire. Difficile anche vincere da super-favorito, visto che c'è solo da perderci, deconcentrarsi, incocciare gli ostacoli e doverli tagliare con il machete mentre gli altri sfuggono fluidi. Non è successo: Dal Molin troneggia e rifila due metri secchi a Stefano Tedesco, il secondo, finito a 7"95. Primo titolo italiano assoluto, seconda prestazione personale di sempre; per vedere un tempo più veloce ad un campionato italiano bisogna tornare al 2001 (11 anni fa) quando Emiliano Pizzoli vinceva in 7"68
  • lungo uomini: Fabrizio Donato si conferma in grandissima forma. 7,95, terza prestazione personale di sempre e quinta in assoluto (come dicevo stamattina: le graduatorie on line sono riferibili solo a partire dal 2003... mi sembra). Gara uccisa senza lasciare impronte al secondo salto anche se poi, salta che ti salta, spicca il 7,84 (personale indoor) di Emanuele Catania. Formichetti plana al 5° a 7,78
  • lungo femminile: come dicevo in mattinata, gara che in Italia stenta parecchio. Il titolo arriva a casa di Teresa Di Loreto con 6,17, 5 centimetri in più di Francesco Paiero, entrambe del 1989. Terza la bambina (1995) Centonaro con 6,08. Strana gara per la Canella, arenatasi a 5,86. Ma, come dire, tutto è ancora troppo atrofizzato per una gara in cui si accedeva alla finale con 5,52. I salti in Italia sono il triplo e l'alto, ma non trovano un'espressione degna nel lungo.
  • alto femminile: Raffaella Lamera, nessuno lo ricorda, zitta-zitta, si sta scrivendo una storia personale di risultati assai ricca, nonostante alla fine si parli sempre delle solite note: Di Martino, Trost... Complice l'assenza della Di Martino (presumo che non si offenda per la citazione), con quello di oggi raggiunge il 4° titolo italiano indoor (2008, 2010, 2011 e 2012), ovvero proprio come Santa Antonietta, patrona di Cuneo (chissà perchè in Piemonte adorino i Santi campani...). Di più: tre titoli italiani consecutivi agli italiani indoor li vinse solo Sara Simeoni nel 1973, 1974 e 1975 (poi ne vinse complessivamente 10, cioè una carriera intera di titoli). Il titolo di quest'anno arriva con lo spareggio con Chiara Vitobello, visto che la gara era terminata a 1,85. A 1,89, primo tentativo, arriva lo scudetto. 
  • asta maschile: gran gara, come non se ne vedevano da anni. Tre atleti azzurri sopra i 5,50 in una sola gara... da quando non si vedeva? Ma è mai successo? Succede oggi, ad Ancona. Stecchi Claudio Michel, si dimostra superiore e ormai di fatto il successore di Gibilisco, anche se il Beppe ha qualche metallo molto pesante in saccoccia. Vabbuò, come dice il comandante Schettino: 5,60 di antipasto, ovvero il salto più alto da lui mai fatto. Poi i tentativi a 5,72, minimo olimpico, velleitari. Ormai il titolo era intascato. 5,50 per Rubbiani e Boni. 
  • le altre gare: Merihun Crespi supera al photofinish Haidane (è diventato quindi italiano?) sui 1500 con lo stesso tempo (un buon tempo, davvero) 3'44"79. Distacchi da sprint puro. Salami 3'45"51. Rubino traccheggia nella marcia (19'22"80). Cusma solitaria nei 1500 femminili: 4'17"79. Ma la Cusma ormai si sa, è l'unica Profeta del mezzofondo italiano femminile in prospettiva internazionale. Dopo di lei, il vuoto.

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