20/02/12

Dal Molin ora fa paura anche ad Abate: il 7"70 di Gand

Paolo Dal Molin
Lo so che è passato ormai forse troppo tempo per dare risalto a questa notizia, ma insomma, essendo impegnato nelle quotidiane tribolazioni, purtroppo devo impegnare un pò di tempo in altro. La notizia della settimana (una delle tante, diciamo così) è sicuramente il 7"70 di Paolo Dal Molin stabilito nelle batterie dei 60hs del meeting di Gand, in Belgio, sabato scorso. Di Dal Molin si può dire che incarni la figura dell'outsider globale,  visto che forse un pò troppo precipitosamente troppi non hanno creduto nelle sue capacità e nei giudizi di chi invece giurava di vedervi una statua di "nobile semplicità e quieta grandezza" in quel marmo grezzo, ma evidentemente di primissima qualità. Non a caso la citazione risulta di matrice filosofica tedesca (Winkelmann), visto che Paolo ha piazzato la sede delle proprie umane passioni in Germania. Un bene per lui?
Scalpellata dopo scalpellata, ecco qua il risultato: un Toro da 7"70 sui 60hs. Tempo che, Liu Xiang a parte dopo il suo personale Sturm Und Drang su Dayron Robles e il mondo intero dell'ostacolismo dato dall'inimmaginifico 7"41 dell'Aviva GP (corre quasi come me, ma con 5 ostacoli in più), lo colloca nella periferia, a pochi passi dal centro, di tutto ciò che conta a livello sportivo in questa specialità. Emanuele Abate, grazie al suo 7"57 ed un altro terno di risultati, fa già parte della zona Ecopass, o ZTL della medesima elité, anche se a dire il vero l'aver dovuto correre in overboost praticamente ogni due giorni, batterie e finali comprese nel prezzo (viaggi inclusi) l'ha forse un pò privato di energie nervose, così da costringerlo a tornare a farsi una camminata fuori dal centro. Tant'è che mentre Dal Molin sciabordava nel suo 7"70 in salsa belga, Abate a Birmingham pattava a... 7"70. Chiaramente a Birmingham era presente la nobiltà degli ostacoli mondiali (il Re, la Regina, i vassalli, i valvassini e i valvassori di scolastica memoria), quindi altra gara, altro ambiente, altre pressioni, altre considerazioni, altre implicazioni. Ma l'atletica è fiscalmente inoppugnabile e la Guardia di Finanza difficilmente potrà mai fare grandi blitz: alla fine si deve necessariamente passare alla cassa, e lì ritirare la ricevuta che dice in entrambi i casi 7"70... (chiaramente in Italia c'è una corrente che sostiene l'opinabilità del dato cronometrico e metrico, ma di questo abbiamo parlato ampiamente nel corso del 2012).
A parte tutto, Abatecop ora ha la necessità di rigenerarsi (presumo... correre due volte sotto i 7"60 è cosa mai fatta da essere deambulante in Italia), prima di ripresentarsi smerigliato e metallizzato per i prossimi impegni, anche perchè, sarà pure l'atleta da 1594 gare l'anno, ma qualche cosa di umano la avrà pure lui, e non penso sia ancora arrivato ad attaccarsi alla rete elettrica di notte per ricaricarsi. Poi magari gli tocca la gara a Birmingham e non ha la multipla per le prese che usano lassù. 
Dall'altra parte Dal Molin, the Rising Star, ora è entrato a tutti gli effetti nell'empireo dell'ostacolismo italiano, senza praticamente fare gavetta. Un razzo che raggiunge il satellite senza transitare nella zona orbitale. Di lui è come se mancassero all'appello un paio di stagioni, in cui assaporare a poco a poco la crescita del ragazzo, che zitto-zitto in Germania si è invece ricostruito la propria vita sportiva. 7"70, settimo italiano di sempre, a braccetto con Daniele Fontecchio, ovvero di quella tipologia di atleti che negli anni '80 era una sorta di marchio di fabbrica della nostra atletica: il talento all'italiana, ovvero atleti che non sarebbero mai stati campioni olimpici ma che lo  stesso hanno avuto una carriera lunga e medio-alta, con una buona visibilità anche internazionale. Un altro esempio potrebbe essere Dario Badinelli. 7"70 vuol dire anche il sorpasso del leggendario Buttari, di Todeschini, di Alterio. Insomma, un tempo che trasuda considerazioni e che ora necessita di consolidamenti. 
Altra considerazione: stiamo parlando di minimo per i mondiali indoor di Istanbul (7"74). Ora ci manca solo che non lo portino in Turchia, cosa che peraltro ritengo assai remota (... ma un paio di anni fa non sarebbe nemmeno stata presa in considerazione l'opportunità... gli avrebbero chiesto anche di camminare sulle mani, saltando gli ostacoli mentre fa il ventriloquo di Rockefeller): è l'anno elettorale e come tutte le scadenze elettorali, quest'anno verranno accontentati tutti, ma proprio tutti. Provateci! Volete un palaindoor nella vostra città? Chiedetelo in Fidal e vi assicureranno che ve lo pagheranno di certo, e sarà simile al Madison Square Garden di New York o alla American Airlines Arena di Miami; poi tanto dopo ci sarà tutto il tempo per rimangiarsi le promesse per i successivi 4 anni (cosa alla quale ci si è abituati, come le panzane sul riutilizzo della Pista indoor di Torino, dopo gli europei: che presa in giro colossale quei simpaticoni!). 
Ma la considerazione finale è lo scontro diretto: l'allineamento astrale avverrà agli italiani? Abate, irraggiungibile fino a una settimana fa, ora ha UN avversario. Non si rivedrà ancora la finale di Genova 1998, con tre atleti italiani sotto il 7"70 (Rossi 7"66, Pizzoli 7"68, Putignani 7"69 con Diego Puppo 7"77), ma insomma, due atleti finalmente di livello internazionale... contemporaneamente. Ce la godremo. 

1 commento:

  1. Articolo molto divertente e pieno di belle citazioni! È sempre un piacere leggerti.

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