11/02/12

Dopo il ciclone-Abate, Dal Molin 7"77 sui 60hs - Tumi scala il ranking: 6"68

Paolo Dal Molin
I 60hs in Italia stanno vivendo una stagione da urlo: Abate è Abate, e ne ho parlato ampiamente. Poi un manipolo di atleti sotto gli 8", come non si vedeva da qualche stagione (tipo, il periodo di Giaconi, Pizzoli, Ottoz): Paolo Dal Molin, è attualmente l'atleta più vicino ad Abate (o meglio... quello meno lontano) anche se di lui è ormai qualche tempo che stiamo dicendo di fare attenzione perchè prima o poi avrebbe tuonato il tempone. A Ludwigshafen ecco che arriva il suo 7"77, (dopo il 7"90 in batteria) che prima del ciclone-Abate, sarebbe apparso come un tempo da far impallidire. Ma Abate è per fortuna arrivato, e il 7"77 appare come un grandissimo tempo, anche se non assurge al titolo di "incredibile", giunto tra l'altro (mi raccontano) dopo tre settimane di problemi con i tendini del ginocchio, che lo hanno costretto a limitarsi a qualche seduta in sala pesi. L'aspetto secondario del tempo sono i 3 centesimi che mancano al limite per i mondiali di Istanbul. Ora bisogna vedere se il ragazzo avrà altre occasioni per migliorarsi. Per il momento, il risultato dovrebbe piazzarlo all'11° rango all-time, subito alle spalle di Buttari, Todeschini, Volturara e Alterio, che hanno corso in 7"76. 

Da Modena, invece arriva oggi il duplice terra-aria di 6"68 di Michael Tumi. Record personale di 3 centesimi versione uno e due, visto che il veneto ha corso il tempo ben twice in poco tempo. E con questo, diciamo che Tumi si è assiso là sopra, nel cerchio magico degli sprinter che saranno una delle poche carte a disposizione della nazionale azzurra per Londra. Quanto meno alla voce "finalisti", (difficile alla voce "medagliati") a meno di trovare un'altra situazione come quella di Daegu, dove è successo di tutto, tra impatti a 40 km/h, carambole, squalifiche... ci mancava solo che l'Italia vincesse un bronzo (immeritato in quel caso). Collio sta bene e sembra essere tornato quello di un paio di stagioni fa. Tumi vale già i propri personali, che vuol dire iniziare a martellare tempi sotto i 10"3. Di Gregorio è stranamente molto indietro. Cerutti non farà le indoor. Mancano all'appello Riparelli e pochi altri, e poi il tutto sarà centrifugato nella lavatrice di Di Mulo, che si inventerà, c'è da crederlo, qualche altra Dimulata (che so, Tilli potrebbe diventare papabile per la prima frazione). 

Visto che ci siamo: a Saronno Sara Balduchelli, talento valtrumplino, pareggia il record personale sui 60hs che risaliva a tre stagioni fa: 8"42. La finale degli assoluti si fa davvero interessante. Già accedere a quella finale sarà un'impresa, ma come detto, i 60hs sono la specialità femminile mediamente a tasso più elevato in questo momento in Italia, poco più del salto in alto. Barbara Lah, quest'anno 40enne, plana sempre sulla pedana di Saronno a 12,63, ovvero a 3 centimetri dal suo fresco record italiano F40, e una trentina dal mondiale di categoria (che però non potrà ottenere se non dal 24 marzo di quest'anno, suo compleanno). Strano Hassane Fofana, che rispetto a Magglingen retrocede di un paio di decimi, e viene battuto da Carlo Giuseppe Radaelli abbastanza nettamente: 8"01 a 8"18

A Udine Stefano Tedesco totalizza un altro risultato sotto gli 8" (7"97), ma con quello che si è visto negli ultimi giorni, diciamo che le sue azioni sono un pò in calo, essendo stato fagocitato dal gruppone (Devarti, Fofana...). Servirà tornare quanto meno sotto i 7"9 per ritrovare un posto al sole. Anna Giordano Bruno invece si ferma a 4,25 nell'asta che purtroppo, ammaliati da quello che succede nel resto del mondo, ci fa capire solo che il gap col resto del globo è davvero abissale. 

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