25/02/12

Italiani Assoluti: Dal Molin subito cattivo in 7"86 - Caravelli 8"16 e Borsi 8"21 - Donato 7,92 nel lungo

Nella mattinata di Ancona, si è palesa subito una grande assenza: quella di Emanuele Abate, togliendoci forse una delle sfide che più ci avrebbero fatto mordere i braccioli del divano, ovvero quella con il "nuovo" Paolo Dal Molin. Sfida solo rimandata. Così Paul in batteria decide di fare subito la pole, piazzando il tempone che mette tutti gli altri ad anni luce sportivi (al momento): 7"86. Secondo tempo delle batterie quello di Stefano Tedesco, che gli allibratori danno al secondo posto: 8"04. Ma è solo la prima sessione di  prove, e molti, c'è da credere, hanno usato il mezzo con il carico di benzina. Aspettiamo le semifinali adesso, la seconda run o seconda scrematura o Round Robin, e vediamo chi sarà the Challenge di Dal Molin. Le semifinali aumentano, se fosse stato possibile, ancor di più il gap: Paolo Dal Molin scende a 7"82 e scrutando nei risultati complessivi il secondo è Hassane Fofana, che ha vinto la prima SF in 8"08: 26 centesimi di distacco. Tedesco rischia addirittura la proditoria eliminazione: 8"17. Ma in definitiva la fotografia di questi campionati italiani sui 60hs maschili è: un uomo solo al comando, e 7 praticamente alla pari che si contendono due posti sul podio, sempre tenuto conto delle variabili indipendenti ed intervenienti di una gara ad ostacoli. 

Assolutamente da seguire la sfida femminile, che a mio modestissimo e moderatissimo parere, sarà la gara di questi campionati italiani assoluti che avrà il tasso tecnico più elevato. Le batterie vedono la sciabolata di Veronica Borsi a 8"22, ma chiaramente con un senso filosofico intrinseco: il minimo per i mondiali (8"18). Ogni gara (I suppose) viene da lei vissuta come un'opportunità, ed è giusto che ci provi, anche dalle batterie. Marzia Caravelli gigioneggia a 8"28 mentre la terza del seeding, Giulia Pennella finisce a 8"34. Manca Micol Cattaneo... e che diamine!!! Gara azzoppata, col tavolino che si regge su 3 gambe anzichè quattro: lo stesso tre artiste per un solo affresco. Nelle semifinali Marzia Caravelli ricorre per la 10^ volta in una sola stagione sotto il minimo per i mondiali: 8"16. Giulia Pennella le arriva un pò troppo alle spalle (8"40) per costituire un "pensiero" per la finale, che ora più che mai è tutto nei piedi di Veronica Borsi, prima nell'altra semifinale in 8"21. 3 centesimi dal minimo e... record personale! Sta bene la ragazza... chissà che in finale, stimolata dalla Caravelli, non faccia il colpaccio. 

Fabrizio Donato deve essere parecchio in forma, se sciorina nelle qualificazioni del lungo un 7,92, che lascia gli altri competitors ampiamente oltre la soglia del titolo scontato: 32 centimetri, ovvero il Mar dei Sargassi. C'è da dire che Formichetti, visto il primo 7,60, ha deciso saggiamente di tenere le bordate per la finale. Altro obiettivo, invece, quello di Donato, che ha messo nel mirino qualche manifestazione un pizzico più importante. Per la pagina statistica del sito Fidal, il 7,92 rappresenta la sua 4^ prestazione indoor di sempre (ma le statistiche partono da 8 o 9 anni fa, e non c'è nulla di quello che accadde prima), e 6^ di sempre contando anche le prestazioni outdoor. Contando che al mondo quest'anno nel lungo si è fatto veramente fatica a superare gli 8 metri, Donato di conferma statisticamente il miglior atleta italiano ogni-categoria (come già sottolineato qualche settimana fa). In finale si arrivava con 7,03... 

Nelle qualificazioni del lungo femminile, specialità in via d'estinzione e che nonostante i miei reiterati appelli al WWF continua a perdere spessore, si entra in una finale di un campionato nazionale con... 5,52. Non è un errore di battitura. cinque-e-cinquantadue. Tre atlete sopra i 6 metri, ma chiaramente le più in vista hanno sicuramente abbassato la ghiera di mira in vista della finale. Attenzione e occhio di bue concentrato sulla mini-Ottavia Cestonaro (1995) che ha già messo il 6,10

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