27/02/12

L'atletica italiana fa notizia anche per le figuracce: sulla Gazzetta il caso dei blocchi di Ancona

Anche la Gazzetta si accorge dell'incredibile pecca (comunque la si voglia vedere) origine di tutti i mali che hanno tolto dal referto della finale dei 60hs Marzia Caravelli. Soprattutto perchè nasce dall'ennesima pecca da terzo mondo sportivo che colpisce l'atletica italiana: l'assenza dei sensori sui blocchi di partenza, che ha messo esclusivamente negli occhi dei malcapitati giudici decisioni che si sono rivelate quanto meno opinabili col senno del poi nell'arco delle due giornate. E il tutto è figlio, consentitemelo, di una precisa politica dell'attuale Fidal, ovvero che gli impianti (e tutto quello che ne fa parte) non importano assolutamente nulla. Fanno perdere tempo e denaro. Prese in giro continue, promesse, tanto che è di questi giorni l'incredibile decisione della chiusura dell'impianto di Ponticelli, unica struttura invernale del Sud Italia. Ma ovunque ci si volti, le Fidal locali (e quella Nazionale!!), a qualisiasi livello, piuttosto che impegnarsi in investimenti negli impianti (ma dove cavolo si fa atletica se non esistono gli impianti??) continuano in politiche di piccolo cabotaggio sovvenzionando progetti fallimentari, raduni che non producono nulla, emolumenti a pioggia, premiazioni oceaniche. Ma spendeteli negli affitti! Date opportunità, spazi, luoghi dove praticare l'atletica!! Guardate solo il caso della Lombardia: possibile che non si riesca a capire che senza una pista, un palazzetto, una struttura non esiste l'atletica? La crisi economica ha portato (purtroppo) migliaia di capannoni e strutture a svuotarsi in tutta la Regione, e nessuno che decida di spendere un pò del proprio budget per affittare uno di questi capannoni ed infilarci una dannatissima pista e consentire così di affrontare una stagione invernale senza dover emigrare in Svizzera o andare fino ad Ancona. 
No, i danè servono ai cosiddetti progetti: ma fra poco ci saranno un sacco di soldi e non ci saranno più atleti da "progettare". Gli investimenti devono essere mirati ad aumentare la base (qui invece aumentano solo i master e con i giochetti politici gli esordienti) in questo preciso periodo storico, non esclusivamente vertici che si stanno assottigliando esponenzialmente. A -10° le mamme non mandano i propri figli a fare atletica outdoor, ma li mandano a giocare negli sport al coperto. 

Tornando ad Ancona, Italiani Assoluti: si fosse tutto limitato all'affaire-Caravelli, dove comunque la si voglia vedere c'è stato un errore: o nel farla correre sub-judice (aprendo questa opportunità a tutti!) o nel darle la partenza falsa, il giorno successivo è toccato a Simone Collio entrare a far parte nel mistero di Kazzanger. Ora, giusto o sbagliato che sia, viene perdonata una falsa partenza dopo che gli atleti erano già sul pronti, situazione che è considerata il punto di non-ritorno per gli atleti: se succede qualche cosa a quel punto, è falsa, senza tanti giri di parole. E allora col senno di poi ci si chiede come mai lo stesso metro di giudizio o lo stesso ordinativo (al tempo) non sia stato utilizzato il giorno precedente. 
La risposta è chiara e non è questione di metri di giudizio, ma un semplice nesso di causa-effetto tra i due eventi. La paura di dover squalificare qualcuno (poi non Ugo Carneade ma... Simone Collio), dopo le polemiche del giorno precedente. Errore nell'errore. Questo potrebbe portarmi a fare un'analisi più completa sullo Stato dell'Unione del Gruppo Giudici Gare, che vengono impiegati sui diversi campi-gara per affrontare ogni genere di situazione (dall'organizzazione dell'evento, alla ricezione delle iscrizioni, al rastrellamento della sabbia...) e non vengono dirottati alla sola gestione dell'evento sportivo. In Svizzera il Giudice lo si vede solo "durante" la gara e allo start: quella è la sua funzione, non è lo sbraitatore seriale cui ci siamo abituati in Italia, che vede la sua attività incaranta nel solo allontanare gli atleti che si scaldano dalle zone che lui ritiene precluse o nel gridare le serie prima della gara (in Svizzera appendono i fogli con le serie alle spalle della partenza, e si evitano le ressa cui siamo abituati qui... ma figurati se c'è scritto da qualche parte che bisogna migliorare la spicciola organizzazione degli eventi: a chi importa della base nella Fidal? LUI vuole solo i campioni olimpici). 

False o non false, metri di giudizio diversi, opinabilità delle decisioni, verità diverse... tra tutto quanto è accaduto di sicuro c'è solo la figuraccia di un campionato italiano senza sensori che ottiene l'imprimatur della Gazzetta. Con un sensore non ci sarebbero stati tutti questi problemi, o almeno... i Giudici avrebbero potuto dormire serenamente. 

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