21/01/12

Modena: Galbieri di un pelo e il mistero di Kazzanger sui 60 femminili

La finale dei 100 a Bressanone 2009
Oltre a Greco, vediamo cos'è successo in Italia sullo sterminato numero di piste indoor. Partiamo da Modena e dalla folla oceanica che ha riempito come al solito . I 60 vanno a Giovanni Galbieri, classe 1993, con 6"87 in batteria e 6"88 in finale e diciamo un gap di 5 cent dal personale ottenuto l'anno scorso. La mia personale sensazione è che manchi un disegno più ampio alla parabola sportiva del veneto iniziata con il bronzo mondiale a Bressanone. Tornando proprio a quel giorno, il primo di quella gara, il campione mondiale allievi Prezel Hardy (10"57 nella gara sudtirolese) è arrivato l'anno scorso, a 19 anni, a 10"13 e 20"65. Sui 60 indoor addirittura 6"61. Aaron Brown, secondo con 10"74 a Brixen, è arrivato a 10"38 e 21"00. Yamagata, quarto dietro a Galbieri per un solo centesimo, a due notevoli 10"23 e 20"62 all'aperto e 6"71 sui 60 indoor. Il cinese Huang, quinto, 10"41 e 20"74. E sapete chi giunse settimo in quella storica gara per i colori azzurri? Un certo Jimmy Vicault, che probabilmente da quest'anno sarà protagonista dello sprint mondiale, dopo il 10"07 a Tallin dell'anno scorso e i numeri fatti vedere ai mondiali, con il 6° posto a Daegu. Il talento di Galbieri dovrebbe portarlo ad essere lì, con tutti quei ragazzi, a correre vicino o sotto i 10"20 e sotto i 6"70. Si sa di un infortunio: forse grave. Ma sembra una storia molto simile a tante che coinvolgono i migliori talenti italiani. L'exploit, poi l'infortunio, e poi una faticosa risalita. Il talento è lì: la forma è là dentro quel marmo che qualcuno deve solo sapere scalpellare. Scusate la divagazione. Torniamo a Modena: in batteria sfodera un gran 6"87 Alessandro Pino, coetaneo e conterraneo di Galbieri, che invece pareggia il PB che aveva ottenuto addirittura nel 2010, quando aveva ancora poco più di 16 anni. C'è qualche ceppo jamaicano a Vicenza e provincia? Il bergamasco Nicola Trimboli migliora ancora: 6"88. Ma a parte tutto, vorrei sottolineare le prestazioni di Diego Marani: 6"96 in batteria e 6"90 nella finale B. Indizi, tracce di un nuovo approccio allo sprint, a mio modesto parere vincente anche e soprattutto per i 200. Non perdiamolo di vista.

Nei 60hs, è apparso (cronometricamente) un pò sotto il proprio blasone, Stefano Tedesco: 8"10 in batteria, 8"00 in finale, ma quel che più conta, la catechizzazione ad opera di Carlo Redaelli 7"99, alla sua seconda volta all-time sotto gli 8" e soprattutto al leone indomabile Hassane Fofana: 7"99 anche per lui, superpersonale. 

Passiamo alle donne, dove circondate dal mistero, circolano voci di una pazzesca Judy Ekeh: 7"38 twice. Due volte 7"38. Incredibile: l'arcano è l'assenza del suo risultato sui risultati ufficiali. Sembra che si sia "allenata" durante le gare degli altri. Le prestazioni rimangono un urlo di Munch, per chi le ha viste. Per noi che lo intuiamo, un mistero. Avranno avuto le loro ragioni.

Se fosse italiana sarebbe il decimo tempo italiano di sempre. Nel frattempo (e questo è tutto vero) finalmente si rivede in pista il talento-prospettico di Gloria Hooper: 7"55 in batteria e poi 7"54 in finale per la veneta. Migliorato di undici centesimi il suo personale di 7"65. Apprendo ora come sia passata alla Forestale: di sicuro sarà un buon trampolino di risorse per lei per migliorare. Ma la vera notizia la fanno la seconda e la terza: Elena Sordelli e Manuela Grillo, due ragazze che sono per il mondo master... master. Sì, insomma, gira che ti rigira, lo sprint azzurro femminile di inizio secolo è ancora lì in vetrina a far parlare di sè: rispettivamente 7"60 e 7"64 nella prima run, e 7"57 e 7"61 nella seconda. Sempre con Sordelli davanti. Inciso per i master: la Sordelli ottiene anche il terzo e quarto record italiano F35 sui 60 in pochi giorni. Sara Balduchelli 8"65 e 8"59 sui 60hs: non tra le sue migliori prestazioni (vanta un 8"42 di PB). 

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