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20/01/13

Cannonata di Tumi: 6"61 - Boni a 16,65

Michael Tumi - foto G. Colombo/Fidal
Il primo terra-aria dello sprint azzurro parte da Modena, e colpisce il bersaglio dopo soli sei secondi e sessantun centesimi: affondato l'obiettivo. A premere il bottone il Guardiamarina Michael Tumi, che con una volata riscrive la sua storia personale, si inserisce nelle liste all-time italiane e si può pure di permettere di guardare praticamente tutti i pretendenti dello scettro globale del velocismo in scatola dall'alto al basso. Tutti tranne uno, al momento, ovvero il carneade Joseph Morris, emerso dalla terra di Mezzo con 6"57. Ma chi è costui? Al momento quel 6"61 stabilito nelle batterie di Modena con la nuova maglia cremisi delle Fiamme Oro, rappresenta infatti il secondo tempo mondiale dell'anno, dopo che una certa aristocrazia di sprinter (baroni, visconti e marchesi, comunque non di più al momento) aveva già fatto la propria uscita. Proprio ieri infatti un tizio di nome Michael Rodgers aveva aperto la stagione di caccia con 6"64. Di sicuro si trova la leadership continentale, e anche nettamente, visto che sotto i 6"70, oltre a lui troviamo il solo Greg Cackett e Fabio Cerutti, autore di un doppio 6"69 proprio a Modena, il primo sulla scia di Tumi. Sul sito della Fidal si dice che sia il 9° performer di sempre italiano: del resto con un tempo del genere... ora, facile dirsi che mancano solo uno o due cent per... ma su quei tempi, ogni centesimo da guadagnare sarebbe come una arrampicata sulla roccia con le nude mani e con pendenze in negativo, che si accentuano sempre di più. Così, dopo l'infortunio di inizio anno 2012 che l'ha condizionato, per tutta la stagione, Tumi ricomincia da dove si era fermato.... anzi, lo troviamo alla fermata successiva. Naturalmente, siamo di fronte anche al secondo minimo italiano guadagnato sul campo di battaglia, dopo quello già staccato dalla Caravelli. 

Come già menzionato, Fabio Cerutti da Modena torna con il doble 6"69, che ha già caratura internazionale... ma credo che dopo aver visto Tumi sfrecciargli via in batteria, sarà tornato a casa con la rabbia del felino che deve rifarsi al più presto. Del resto lo sprint vive sì di tempi cronometrati, ma prima di tutto è man vs man. Poi in gare da 6 secondi, non c'è tempo materialmente "durante" di guardarsi gli avversari: la gara è prima, negli incroci pericolosi degli sguardi tra i gladiatori nei bui ed angusti tunnel che portano all'Arena. Lì bisogna sbattere la lama della spada contro il corpetto dell'armatura, urlando l'urlo di battaglia: ora è andata così, ma è questo che fa crescere lo spessore delle prestazioni: la guerra.

Rimaniamo a Modena: nei 60 femminili vince Judy Ekeh, colei cioè, che senza tanti giri di parole è probabilmente una delle migliori carte per il futuro del martoriato sprint azzurro, che ha bisogno di risalire la china. L'esordio è fissato a 7"55 e 7"57: è l'esordio, eh, quindi sicuramente suscettibile di notevoli miglioramenti, ma nel 2010, quasi tre anni fa quando ancora era allieva, siglò il famoso è mirabolante 7"46 proprio sulla medesima pista e che, almeno personalmente, le chiama vendetta. I muscoli sono stati forgiati nel fulmicotone, come si è potuto capire, ma ora c'è bisogno che Michelangelo tolga dalla massa indistinta di marmo, il capolavoro che vi è celato dentro. Un talento del genere deve necessariamente esplodere. Alle sue spalle, si fa così una bella passerella la ex azzurra Elena Sordelli (ma se va avanti così, magari ci ritorna pure) classe 1976, prima 7"60 e poi 7"58, ad un solo centesimo dal record italiano F35 da lei stesso stabilito l'anno scorso twice. Ne  fa le spese così Doris Tomasini, terza nella finale con 7"61

L'ostacolismo imperat sempre di questi tempi in Italia: dopo la minimata Caravelli, e la quasi minimata Borsi, scende la terza incomoda: Micol Cattaneo, e l'esordio non è malvagio, tutt'altro, ma visto che ci siamo fatti tutti il palato fine, vedere l'8"30 e l'8"28, sembra porre la comasca sulla seconda file della grid di pole position, con un certo distacco dalla prima fila. Ma è donna sportivamente cattiva, quindi per lei si sarà trattato del warm-up, in attesa di sparare il girone quando servirà. Cito per i posteri anche Alessandra Arienti, 8"47 e 8"48, e la Sara Balduchelli delle batterie, 8"53.

Come annunciato, poi c'è il triplone di Michele Boni ad Ancona: 16,65 e un triplo salto con chiusura nella propria storia personale. A 32 anni ha riscritto così tutta la sua carriera: primato personale ogni-luogo, e la seconda performance mondiale dell'anno, dopo il salto di Marian Oprea, somewhere che non conosco. Misura ottenuta al 5°, con l'ultimo salto a 16,62, ovvero il suo secondo salto più lungo di sempre: i senatori del triplo diventano così di fatto 3 (il giovane Greco non ha ancora l'età senatoriale): Donato, Schembri e Boni. Con Greco, appunto, il triplismo italiano si porta decisamente avanti nel ranking del triplo mondiale. A proposito, verifico... l'Italia al momento è infatti seconda dietro solo agli Stati Uniti nella classifica a punti di All Athletics, ma davanti a mostri sacri come Cuba e Russia:

1.(1.)Stati Uniti d'America (USA)Nord e Centro-America3924(3932)(3)
2.(2.)Italia (ITA)Europa3816(3824)(3)
3.(3.)Francia (FRA)Europa3642(3646)(3)
4.(4.)Russia (RUS)Europa3612(3620)(3)
5.(5.)Cuba (CUB)Nord e Centro-America3584(3588)(3)

Naturalmente sarebbe una grave caduta di stile non citare l'ennesimo record nel salto con l'asta junior di Roberta Bruni: 4,30... mancando poi l'aggancio al 4,40 necessario per il volo presunto per Goteborg. Dopo l'abbandono di Anna Giordano Bruno, una delle risicatissime freccia nella faretra della specialità. Elena Scarpellini l'anno scorso (non ne conosco i motivi), ha volato a vista, mentre Giorgia Benecchi mi sembra espressione di estremo genio, ma anche un pò di sregolatezza. 


22/01/12

Audrey Alloh risponde alla Ekeh: 7"37 e 7"36 ad Ancona

Audrey Alloh
Dopo le mini-polemiche sui tempi di Judy Ekeh, da Ancona arriva da pochi minuti fa la risposta al 7"38-twice della giovanissima nigeriana. A risponderle è stata una finalmente tosta Audrey Alloh, che dopo aver martellato il primo sub-7"40 della carriera in batteria (7"37), si toglie lo sfizio di scartavetrarlo immediatamente dopo, in finale, portandosi ad un imponente 7"36. Risultato che dovrebbe inserirla nelle 25 al mondo e al 9° posto nella lista all-time italiana, ad un solo centesimo da Sonia Vigati, e a due da trio Salvagno-Calì-Bottiglieri. E siamo solo al 22 di gennaio: ci sarà quindi tempo di migliorarsi ancora. Sfortunata la Alloh nella ricerca del minimo per i mondiali indoor di Istanbul: è attualmente fissato a 7"35, un solo centesimo sotto il proprio freschissimo tempo. Stagione iniziata davvero alla grandissima, e già solletica la fantasia intravede in prospettiva una staffetta nazionale italiana con Ekeh, Hooper, Alloh (che quest'anno stanno già viaggiando a velocità.curvatura) ... il migliore spot all'integrazione. Ad Ancona impressiona anche Jessica Paoletta: 7"40 in batteria e 7"42 in finale. Il personale, secondo il cervellone Fidal, era 7"48. Sfiora di un centesimo il proprio personale, invece, Martina Amidei: 7"62 contro il proprio 7"61 di un paio di stagioni fa. 

Kazzenger: svelato il mistero della Ekeh a Modena... si stava allenando

Judy Ekeh vestita d'azzurro
Se volevano farla passare di nascosto, diciamo che hanno sbagliato la circostanza. Voglio dire, a Modena, in un palazzetto gli spazi si riducono e la densità umana risulta molto più accentuata. Se poi contiamo che solo nei 60 piani maschili si sono avute una trentina di batterie, per un totale di 177 (dicesi centosettantasette) partenti, e 87 donne nella gara omologa, ci rendiamo conto come la cosa difficilmente sarebbe passata inosservata. In mezzo ad un esercito di atleti simile, la voce che Judy Ekeh avesse corso un sensazionale duplice 7"38 vagava per la rete già in serata. Poi, semplicemente andando a guardare i risultati, emergeva il famoso paradosso dell'assenza di qualunque riferimento all'atleta di origine nigeriana. Un mistero da Kazzenger, appunto. Ora, oggi sul sito della Federazione Emiliana di atletica, compare questa spiegazione:

"Il Comitato Regionale segnala che durante la prima giornata del secondo meeting indoor svoltosi a Modena il 21 e 22 gennaio l'atleta Judy Ekhe dell'Atletica Reggio ha chiesto e ottenuto dal Comitato Regionale l'autorizzazione ad effettuare due prove cronometrate di rifinitura della preparazione, nonostante il suo tesseramento non sia ancora rinnovato per ragioni formali (e' infatti in attesa di ottenere la cittadinanza italiana e quindi, essendo ancora formalmente straniera, il tesseramento non può essere perfezionato durante il periodo di attesa dell'assenso dalla rispettiva federazione). Nell' occasione l'atleta ha corso in entrambe le prove i 60 metri piani nel notevole tempo di 7"38".

Firmato... Alberto Montanari,  Presidente Crer Fidal

Ehm... che dire? In generale, in teoria dovrebbe essere dura lex sed lex. I precedenti che derogano alla norma, però, sono sempre pericolosi per chiunque li adotti. Facile chiedersi a questo punto, quanti dovendo "rifinire" la propria preparazione, pur non potendo per vincoli di qualunque genere, potranno domani gareggiare ovunque, o, quanto meno, nelle gare organizzate nel ducato federale atletico dell'Emilia Romagna.
Ora, ogni tipo di considerazione potrebbe essere fatta, ma rientrerebbe nelle solite polemiche sull'Italia in cui le norme si fanno e poi si aggirano. La notizia così rimane quella di una ragazza di origine nigeriana che va davvero tanto forte (rispetto ai canoni nazionali) e che, giustamente, dovrebbe diventare italiana, perchè è figlia del nostro mondo non solo sportivo, ma anche sociale. 

21/01/12

Modena: Galbieri di un pelo e il mistero di Kazzanger sui 60 femminili

La finale dei 100 a Bressanone 2009
Oltre a Greco, vediamo cos'è successo in Italia sullo sterminato numero di piste indoor. Partiamo da Modena e dalla folla oceanica che ha riempito come al solito . I 60 vanno a Giovanni Galbieri, classe 1993, con 6"87 in batteria e 6"88 in finale e diciamo un gap di 5 cent dal personale ottenuto l'anno scorso. La mia personale sensazione è che manchi un disegno più ampio alla parabola sportiva del veneto iniziata con il bronzo mondiale a Bressanone. Tornando proprio a quel giorno, il primo di quella gara, il campione mondiale allievi Prezel Hardy (10"57 nella gara sudtirolese) è arrivato l'anno scorso, a 19 anni, a 10"13 e 20"65. Sui 60 indoor addirittura 6"61. Aaron Brown, secondo con 10"74 a Brixen, è arrivato a 10"38 e 21"00. Yamagata, quarto dietro a Galbieri per un solo centesimo, a due notevoli 10"23 e 20"62 all'aperto e 6"71 sui 60 indoor. Il cinese Huang, quinto, 10"41 e 20"74. E sapete chi giunse settimo in quella storica gara per i colori azzurri? Un certo Jimmy Vicault, che probabilmente da quest'anno sarà protagonista dello sprint mondiale, dopo il 10"07 a Tallin dell'anno scorso e i numeri fatti vedere ai mondiali, con il 6° posto a Daegu. Il talento di Galbieri dovrebbe portarlo ad essere lì, con tutti quei ragazzi, a correre vicino o sotto i 10"20 e sotto i 6"70. Si sa di un infortunio: forse grave. Ma sembra una storia molto simile a tante che coinvolgono i migliori talenti italiani. L'exploit, poi l'infortunio, e poi una faticosa risalita. Il talento è lì: la forma è là dentro quel marmo che qualcuno deve solo sapere scalpellare. Scusate la divagazione. Torniamo a Modena: in batteria sfodera un gran 6"87 Alessandro Pino, coetaneo e conterraneo di Galbieri, che invece pareggia il PB che aveva ottenuto addirittura nel 2010, quando aveva ancora poco più di 16 anni. C'è qualche ceppo jamaicano a Vicenza e provincia? Il bergamasco Nicola Trimboli migliora ancora: 6"88. Ma a parte tutto, vorrei sottolineare le prestazioni di Diego Marani: 6"96 in batteria e 6"90 nella finale B. Indizi, tracce di un nuovo approccio allo sprint, a mio modesto parere vincente anche e soprattutto per i 200. Non perdiamolo di vista.

Nei 60hs, è apparso (cronometricamente) un pò sotto il proprio blasone, Stefano Tedesco: 8"10 in batteria, 8"00 in finale, ma quel che più conta, la catechizzazione ad opera di Carlo Redaelli 7"99, alla sua seconda volta all-time sotto gli 8" e soprattutto al leone indomabile Hassane Fofana: 7"99 anche per lui, superpersonale. 

Passiamo alle donne, dove circondate dal mistero, circolano voci di una pazzesca Judy Ekeh: 7"38 twice. Due volte 7"38. Incredibile: l'arcano è l'assenza del suo risultato sui risultati ufficiali. Sembra che si sia "allenata" durante le gare degli altri. Le prestazioni rimangono un urlo di Munch, per chi le ha viste. Per noi che lo intuiamo, un mistero. Avranno avuto le loro ragioni.

Se fosse italiana sarebbe il decimo tempo italiano di sempre. Nel frattempo (e questo è tutto vero) finalmente si rivede in pista il talento-prospettico di Gloria Hooper: 7"55 in batteria e poi 7"54 in finale per la veneta. Migliorato di undici centesimi il suo personale di 7"65. Apprendo ora come sia passata alla Forestale: di sicuro sarà un buon trampolino di risorse per lei per migliorare. Ma la vera notizia la fanno la seconda e la terza: Elena Sordelli e Manuela Grillo, due ragazze che sono per il mondo master... master. Sì, insomma, gira che ti rigira, lo sprint azzurro femminile di inizio secolo è ancora lì in vetrina a far parlare di sè: rispettivamente 7"60 e 7"64 nella prima run, e 7"57 e 7"61 nella seconda. Sempre con Sordelli davanti. Inciso per i master: la Sordelli ottiene anche il terzo e quarto record italiano F35 sui 60 in pochi giorni. Sara Balduchelli 8"65 e 8"59 sui 60hs: non tra le sue migliori prestazioni (vanta un 8"42 di PB).