20/01/12

Gulyiev impressiona: 6"58 - Milus 6"59: primi sub 6"60 dell'anno

Ramil Gulyev, re dei 200 alle Universiadi di Novi Sad '09
Aggiorno ulteriormente il report mondiale dell'altro ieri. Come ampiamente vaticinato, arrivano i primi missili terra-aria mondiali, ovvero coloro che sono stati in grado di sbriciolare il muro dei 6"60. Il primissimo è il fenomeno azero Ramil Guliyev, che per opportunità o forse un barbatrucco, si è trasformato in turco, correndo sotto la flag della luna islamica su campo rosso. Chi è Guliyev? Ramil passò alla storia nel 2009, all'età di 19 anni (junior) corse in 20"04, vincendo l'universiade disputatasi a Belgrado. 20"04 a 19 anni è qualche cosa che può impressionare, soprattutto se si parla di un europeo. Non vorrei sbagliarmi, ma dopo quell'exploit, un lutto in famiglia (la morte del padre-allenatore) lo gettò in un lungo periodo di crisi tecnica (e ci mancherebbe) che lo portò proprio ad abbracciare anche la nuova nazionalità. Sono di quel periodo affermazioni che ora fanno un pò sorridere, tipo la "battibilità" di Bolt. Ma tant'è: si perse per un annetto, fino a che l'anno scorso tornò a correre sotto i 10"20 sui 100. Sempre di quel 2009 si ricorda il 7° posto ai mondiali di Berlino. Tra tutte queste cose mi sono dimenticato di scrivere quanto ha corso a Sumy, in Ucraina: 6"58! 53° di sempre in Europa (cosa che mi sorprende: ben 52 atleti nella storia europea dei 60 metri hanno corso in meno di 6"58).


Il giorno dopo Ramil, Ryan Milus, classe 1990, ha spacca anche lui i 6"60 segnando un 6"59 che attesta un sicuro miglioramento rispetto al suo valore outdoor dell'anno scorso: vanta infatti un 10"23 risalente a Maggio e un 10"07 ventoso.

Dopo aver parlato in lungo e in largo di Aldrich Bailey, ecco che spunta un altro junior al primo anno americano che fa il miglior tempo mondiale dell'anno sui 300: 33"00 da parte di Maurice Trowell, a Chapel Hill in USA. Atleta sul quale al momento nutro qualche dubbio (d'identità) visto che è riportato nei data base che vagano per il mare di internet, un 400 corso l'anno scorso in 51"5. A meno che abbia un ultimo 100 metri da vergogna nazionale, ipotesi da non scartare a priori.

Sempre in tema di fenomeni, mi è stato segnalato da Andrea C. (che ringrazio pubblicamente) un altro fenomeno: è David Field, classe '93 (secondo anno junior, mi sembra) che ha saltato 7,76 in lungo, 15,14 nel triplo e corso in 7"91 i 60hs. Arriverebbe a due podi su tre ai campionati italiani assoluti.

Sorprende anche l'1'16"66 sulla distanza spuria dei 600 da parte dell'americano Casimir Loxsom (1991), 19° performer all-time.

Nei 60hs di Karlsruhe, un classe-92 (20 anni) tedesco Gregor Traber, materializza un importante 7"74.

E poi arriva la prima bordata sopra i 21: Ryan Whiting bombarda fino a 21,29, largamente miglior prestazione mondiale dell'anno. Al secondo posto il 20,70 di Justin Rodhe.

Nelle donne, tra i risultati di spicco ancora anemici, spicca il 14,31 nel salto triplo dell'ucraina Hanna Knyazeva, saltato a Kiev, laddove la connazionale Ruslana Tsykhotska è planata a 14,00: due sole atlete al mondo, dopo 20 giorni nel 2012 hanno superato i 14 metri. Almeno l'attenzione degli ucraini si distrarrà dalla presenza in Italia di Darya...

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