22/10/09

Due pagine dedicate ai master su Atletica Leggera

Non dovrei farmi prendere dalla foga della lamentela ad ogni costo, ma è più forte di me. Mi dà quella piccola soddisfazione fugace che poi razionalmente realizzo essere, appunto, effimera. Ho fatto questa riflessione dopo aver letto l'ultimo numero di Atletica Leggera scaricabile dal sito della Fidal a questo link. Sulla copertina per la prima volta non appare nessun atleta italiano: un must da collezionisti. Forse però dovevano mettere una foto con la scritta "Ausgang" ("uscita") con la mascotte Berlino tutta sorridente sotto, oppure un dagherrotipo di Arese in posa da mensile "Capital", con la giacca firmata sulla spalla, l'orologio sul polsino su sfondo rigorosamente nero e soprattutto con le scarpe da tennis ai piedi. Sorridente verrebbe meglio. Di conseguenza l'editoriale di Arese, sul quale Atleticanet ha scritto un fondo, manco l'ho letto: ha probabilmente ancora voglia di scherzare con tutti quel simpaticone baffuto. Così mi sono concentrato su altro e ho preso atto che al mondo master, relativamente ai Mondiali di Lahti, sono state dedicate ben due pagine (la 74 e 75). La cronista non era partita poi tanto male, raccontando con frugalità quello che è stato il consuntivo di Lahti per la spedizione italiana in generale. Poi è arrivata una bella intervista alla Signora Gabric e l'articolo è... finito! Ma come? E gli altri? Lo rileggo, magari mi è sfuggito qualche cosa... Macchè: degli "altri" ci sono solo tre foto (una sarebbe potuta essere un pò ridotta per dare spazio ad un pò di cronaca, no?) e uno specchietto riassuntivo delle varie medaglie italiane con i record abbattuti durante i mondiali finlandesi (tra l'altro con alcune imprecisioni). Per favore, amici, a questo punto insultatemi se lo ritenete, censuratemi, o terminate in questo preciso punto la lettura dell'articolo. Ho voglia di essere polemico. Invito così la giornalista a seguire il nostro sito o il nostro blog, se del caso, per capire alcuni aspetti sulla spedizione italiana di Lahti che forse sarebbero dovuti essere sottolineati e che invece sono rimasti colpevolmente taciuti. Sicuramente aveva un budget di "cartelle" da utilizzare e ha deciso questo taglio. Ma (diamine!) attraverso l'esclusiva intervista (interessantissima, per carità!) della Gabric ancora una volta si è data questa immagine folkloristica e non completamente agonistica. Che poi, per tratteggiare (eventualmente) questa idea dello sport della terza età c'è sicuramente spazio e troverebbe noi per primi a sostenerne l'idea, ma se c'è un avvenimento che esula da questi presupposti è sicuramente un mondiale. Ma tant'è. Ma io mi chiedo: persone come Valerio Brignone, Enrico Saraceni e Vincenzo Felicetti, che di medaglie d'oro mondiali ne hanno vinte 3 a testa, dopo diversi turni eliminatori e non certo per intercessione divina, non meritavano forse un breve cenno? E gli over-90 Ugo Sansonetti e Giuseppe Rovelli che di medaglie ne hanno portate a casa a palate? E gli altri ori (almeno quelli)!? Non si sono portate a casa 300 auree medaglie da poterne scivere un libro, ma "solo" una ventina. Purtroppo il senso ultimo dello sport, non nascondiamocelo, è la vittoria, la celebrazione, il pubblico riconoscimento. Non credo molto a chi si presenta in pista ad una grande manifestazione mondiale od europea master col solo intento di "fare sport": per quello c'è tutta l'attività nazionale se vogliamo. Non ho mai vinto un mondiale individuale e sicuramente mai succederà, ma mi colpirebbe molto se anche quella eventuale medaglietta (che poco vale evidentemente) non avesse quel minimo di riconoscimento di un paio di righe sul giornale che io stesso finanzio con le mie quote di tesseramento e di partecipazione alle varie manifestazioni. Ed è forse per quello che quest'anno dopo Lahti ho deciso di raccontare atleta-per-atleta le sue gesta finlandesi. Comunque, i master+amatori rappresentano il 50% del totale dei tesserati a questa federazione: sulla rivista ufficiale vengono dedicate 2 pagine su 82, il 2,43% che quantifica l'esatta considerazione che hanno Arese e C. del Mondo Master. Si passasse a 3 sarebbe già un successone senza precedenti... lavoreremo per quello.

3 commenti:

  1. Grazie, leggendoti ho potuto leggere anche di mia mamma. Sono d'accordo con te sul fatto che troppo poco si sia scritto dei master, non altrettanto sul fatto che sia rapportabile a puro folklore. Ti assicuro che lanciare a 4,87 il peso da 3Kg (esattamente lo stesso che lanciano gli uomini dagli 80 anni in poi) e il disco a 12,79 forse è qualcosa di più che folklore...
    La libertà di opinione è comunque sacrosanta. Un abbraccio e buon lavoro, Lyana

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  2. Cavolo, mi dispiace non essere riuscito a specificare il concetto!! Non è assolutamente folkloristica la prestazione della Signora Gabric, ma il taglio dell'articolo che invece di concentrarsi sugli aspetti "agonistici" dei mondiali, ha privilegiato un'intervista (poteva essere qualsiasi master!!), che poteva trovare spazio in un'altra circostanza. Del resto tutte le prestazione della Signora Gabric di quest'anno e dell'anno scorso le ho sempre sottolineate con i dovuti spazi!!!! Chiedo scusa, non era mia intenzione giudicare una persona e le sue prestazioni.

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  3. Ciao Andycop, mi sembrava solo un controsenso, perchè se cerchiamo di far sentire l'esistenza dei master si deve puntare sul fatto che se ne parli il più possibile, non che si parli di qualcuno anzichè di qualcun altro...
    Pardon, ho male interpretato. Ti ringrazio di aver parlato di lei, ma la cosa fondamentale è che lei si diverta e lo faccia con piacere.
    Sarebbe utile che la rivista della Fidal dedicasse su ogni numero spazio consistente ai master.
    In fondo i master vanno in tutto il mondo con scritto Italia sulla canotta, sulla sacca, sulla tuta, sul cappellino e fanno fare solo bella figura alla Federazione...
    I master spendono molto, alimentano la Fidal e sono decisamente mal sopportati...
    Ma lo sai che il Presidente, aveva appena mandato una lettera di congratulazioni a Gabre per le medaglie dei mondiali di Riccione, e ha chiesto se mia mamma era viva? O non sa che mia mamma si chiama Gabre Gabric o firma le lettere senza neanche leggere a chi sono indirizzate. Pensa, poveri noi, che ci illudono, e quando arrivano queste lettere siamo convinti che ci abbiano pensati..
    Naturalmente a mia mamma non ho detto niente anche perchè era felice di aver ricevuto i "personali" complimenti dal Presidente che conosce molto bene.
    Pare comunque che queste cose allunghino la vita, onde ragion per cui, ringrazio.
    Ti seguo sempre, un saluto

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